Mauretania (provincia romana): differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Conquista vandalica del Nord Africa}}
 
Nel 429 la Mauritania Tingitana fu invasa dai [[Vandali]] provenienti dalla [[Betica]]. Si ritiene che i Vandali sbarcarono a [[Tangeri]] e procedettero in direzione di Ippona alla media di 5,75&nbsp;km al giorno.<ref>Heather, ''La caduta dell'Impero romano'', p. 330.</ref> La Mauritania Tingitana era un luogo ideale di sbarco in quanto era il punto dell'Africa romana difeso da meno reggimenti (circa 5.000-7.000 uomini). Essendo intenzionato a impadronirsi dell'Africa, strinsei Vandali strinsero delle alleanze con tutti gli africani ostili ai Romani: Mauri (le tribù native dell'Africa), [[Donatisti]], [[Arianesimo|Ariani]] (sette eretiche), [[circoncellioni|fuorilegge]].<ref name=Sir75>[http://books.google.it/books?id=xdA2-VGZiMEC&pg=PA73&dq=felice+bonifacio+vandali&hl=it&ei=eRp1TIyHAs6n4AbpgaXCBg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CDcQ6AEwAg#v=onepage&q=felice%20bonifacio%20vandali&f=false Sirago, ''Galla Placidia: la nobilissima'', p. 75].</ref> Nel 430 il re dei Vandali [[Genserico]] invase la Numidia e la Proconsolare, sconfiggendo il ''comes Africae'' [[Bonifacio (comes)|Bonifacio]], e assediando [[Ippona]]. L'arrivo di rinforzi dall'Impero d'Oriente, condotti da [[Aspar]], anche se non riuscì a vincere Genserico, impedì a Genserico di conquistare per il momento [[Cartagine]] e a stringere con l'Impero d'Occidente la tregua di Trigezio (435), che stabiliva<ref>Sirago, ''Galla Placidia: la nobilissima'', p. 79.</ref> che i Romani riconoscevano ai Vandali il possesso della Mauritania (o parte di essa) e di parte della Numidia; in cambio i Vandali avrebbero pagato un tributo annuale all'Impero d'Occidente e davano in ostaggio ai Romani il figlio di Genserico, [[Unnerico]]; inoltre i Vandali sarebbero diventati ''[[foederati]]''.
 
Nel 439, tuttavia, i Vandali si impadronirono con l'inganno di Cartagine costringendo l'Impero d'Occidente a negoziare un nuovo trattato di pace; la pace del 442 riconosceva le conquiste fatte dai Vandali in Africa e la loro indipendenza dall'Impero; in cambio i Vandali cedettero all'Impero le Mauretanie, la Tripolitania e parte della Numidia<ref name=Bury8>JB Bury, ''History of the Later Roman Empire'', [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/secondary/BURLAT/8*.html Capitolo 8]</ref> Infatti le leggi di [[Valentiniano III]] confermano che i Romani ripresero per qualche tempo dopo il 442 ad amministrare le due Mauritanie. I territori africani rimasti in mano all'Impero erano stati però devastati a tal punto dai saccheggi dei Vandali, che Valentiniano III fu costretto a concedere alla Numidia cinque anni di esenzione fiscale per 13.000 unità di terreno coltivabile. Anche le altre province subirono danni ingenti: da un editto fiscale del 21 giugno del 445 risulta che Numidia e Mauritania Sitifense versavano solo 1/8 delle tasse che versavano prima dell'invasione. La crisi economica dovuta alla perdita o alla devastazione di così tante province costrinse gli Imperatori a ridurre i benefici fiscali che favorivano i possessori terrieri ed evidentemente anche a ridurre i ranghi di un esercito già debole: ciò è testimoniato da una legge in cui il regime di Ezio giustificò l'introduzione di una nuova tassa con il fatto che lo stato si trovava a corto di soldi per il mantenimento dell'esercito a causa del calo di gettito fiscale dovuto alle perdite territoriali o alle devastazioni belliche. Secondo stime di Heather, la perdita delle imposte che versavano le province devastate o occupate dai Vandali avrebbe provocato il licenziamento di almeno 40.000 fanti o di 20.000 cavalieri.<ref>Heather, p. 363.</ref>
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Sotto [[Settimio Severo]] fu compiuta un'ulteriore avanzata verso sud nella ''Caesariensis'' con la costruzione di una nuova strada militare (munita di forti, fortini e torri di avvistamento; chiamata ''Nova Praetentura''), che da [[Charef]] (sul confine con la [[Numidia]]) conduceva a ''[[Zabi]]'', [[Aras]], ''[[Grimidi]]'', [[Ain Touta]], [[Boghar]] (a sud dei monti [[Titteri]]), [[Ain Toukria]], [[Temardjanet]], [[Aioun Sbiba]] (a sud del massiccio di [[Quarsenis]]), ''Cohors Breucorum'', ''Ala Milairia'', [[Lucu]], [[Kaputtasaccura]], [[Altava]], [[Pomaria]], fino a ''[[Siga]]''.<ref name="Webster90-91">G.Webster, ''The roman imperial army of the first and second contury A.D.'', Oklahoma 1998, pp.90-91.</ref><ref>C.Daniels, ''Africa'', in ''Il mondo di Roma imperiale: la formazione'', Bari 1989, pp.266-267 e 282-283.</ref> Andava così creandosi una zona compresa tra le due strade (quella di Traiano ed Adriano; e quest'ultima di Settimio Severo), chiamata ''Nova Praetentura'', in cui si realizzava una forma di difesa "in profondità", i cui territori costituivano una zona d'attesa per le popolazioni nomadi o semi-nomadi che si trovavano a sud di questa fascia.<ref>C.R.Whittaker, ''Land and labour in North Africa'', in Klio, n.60, 1, 1978, pp.349-350.</ref> Si trattava di un sistema di difesa molto similare, nella sua funzionalità, a quello della [[Dacia (provincia romana)|Dacia ''Malvensis'']] del ''[[limes Alutanus e Transalutanus]]''.
 
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|fortino?<ref name="Webster90-91"/>
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|[[Bourbaki]]<ref>{{AE|1954|127}}.</ref>
|[[Settimio Severo]]?
|[[IV secolo]]?