Stella d'Italia: differenze tra le versioni

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La rappresentazione dell'[[Italia turrita]] venne proposta per la prima volta<ref name="Cita|Rossi|p. 45">{{Cita|Rossi|p. 45}}</ref> dall'imperatore [[Traiano]], che la fece scolpire sull'[[Arco di Traiano (Benevento)|Arco che porta il suo nome]] eretto a [[Benevento]] nel 114 d.C., e quattro anni dopo su uno dei due celebri [[Plutei]] (parapetti scolpiti, detti ''anaglypha''). Successivamente, dal 130 d.C. in poi, sotto gli imperatori [[Adriano]], [[Antonino Pio]], [[Marco Aurelio]], [[Commodo]], [[Settimio Severo]] e [[Caracalla]], le monete romane riprodussero una rappresentazione allegorica dell'Italia corrispondente a una donna togata e turrita che sostiene talvolta una [[cornucopia]]<ref name="Cita|Rossi|p. 45"/><ref name="Cita|Bazzano|p. 178">{{Cita|Bazzano|p. 178}}</ref>. La corona turrita è il simbolo della ''Civitas romana''; l'allegoria indica quindi la sovranità della penisola italiana come terra di città libere e di [[cittadinanza romana|cittadini romani]] a cui venne concesso un diritto proprio: lo ''Ius Italicum''<ref name="Cita|Bazzano|p. 29"/><ref name="Cita|Rossi|p. 45"/>.
[[File:5 Stellone Bella.jpg|thumb|alt=Lo stellone d'Italia|right|La Stella d'Italia che assiste il soldato in trincea in una cartolina postale della [[prima guerra mondiale]]]]
Questa costruzione mitografica della terra italiana riprese vigore, con la stessa bipolarità, dopo il [[Medioevo]]. Nel 1490, [[Ludovico il Moro]] fece dipingere un'Italia turrita su un medaglione del [[Castello Sforzesco (Vigevano)|castello sforzesco]] in [[Piazza Ducale (Vigevano)|piazza Ducale]], a [[Vigevano]]<ref name="Cita|Rossi|p. 45"/>. Il ''Caesaris Astrum'' riappave nel 1574 sulla copertina del libro ''Historiarum de Regno Italiae'' dello storico [[Carlo Sigonio]]<ref name="giornale">{{cita web|url=http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2011/2/106533.html|titolo=Alle origini dello «stellone»|editore=ilgiornaledellarte.com|accesso=2 febbraio 2016}}</ref>.

Ancora incerta è invece l'identificazione simbolica dell'astro di Cesare nel celebre e prezioso monile tricolore a forma di stella, tempestato di smeraldi verdi, perle bianche e rubini rossi, che è conservato al Museo di Castelvecchio, a Verona, e che risale al Trecento. Sarebbe stato fabbricato per il condottiero [[Cangrande della Scala]], signore di Verona in cui [[Dante]] vedeva il nuovo Cesare capace di unificare l'Italia. Tuttavia, è altresì probabile che la stella si riferisse a [[Sirio]], sotto il cui benefico influsso sarebbe nato Cangrande. Mentre i colori verde, bianco e rosso erano associati alle [[tre virtù teologali]]<ref name="l'arena">{{cita web|url=http://www.larena.it/home/cultura/la-prima-stella-d-39-italia-fu-di-cangrande-1.2809434|titolo=La prima stella d'Italia fu di Cangrande|editore=larena.it|accesso=17 febbraio 2016}}</ref>.
 
=== L'Italia turrita e stellata ===