Giuseppe Piermarini: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:La Scala S.jpg|thumb|Il [[Teatro alla Scala]] di [[Milano]] (1776-78)]]
Giuseppe Piermarini nacque a Foligno nel [[1734]]. Dopo una iniziale formazione architettonica nella sua città natale, l'architetto studiò con [[Luigi Vanvitelli]] a [[Roma]], collaborando col maestro, tra il [[1765]] e il [[1769]], alla [[Reggia di Caserta]] e trasferendosi in quest'ultimo anno, sempre insieme al maestro, a [[Milano]]. Nel [[1770]], iniziò la risistemazione dell'[[Università di Pavia]] e [[1773|tre anni dopo]] il palazzo dell'Accademia di Scienze e Belle Lettere, detta anche Virgiliana a [[Mantova]].
[[File:La Scala S.jpg|thumb|left|Il [[Teatro alla Scala]] di [[Milano]] (1776-78)]]
 
Con la decisione del governo [[Austria-Ungheria|austriaco]] di insediare stabilmente a Milano un [[arciduca]], venne stabilito di realizzare una dimora cittadina appropriata e una casa di campagna. Per l'abitazione cittadina, si adattò il [[Palazzo Reale di Milano|Regio Ducal Palazzo]], posto di fianco del [[Duomo di Milano|Duomo]], mentre per la residenza di campagna, si decise di costruirne una ex novo poco fuori di [[Monza]].
 
Il Piermarini, a cui venne affidata l'impresa, cercò di non far sfigurare il nuovo [[Palazzo Reale di Milano|palazzo]], rinnovato in sobrie forme neoclassiche ([[1773]]-[[1780|80]]), dinnanzi alla magnificenza del Duomo [[gotico]], e per ovviare a questo problema realizzò la cosiddetta Piazzetta Reale, prospiciente il palazzo e allora più ampia di Piazza Duomo, uno spazio delimitato ma non chiuso, che grazie a quel vuoto urbanistico riequilibra il rapporto tra i due edifici. La Piazzetta Reale che osserviamo oggi è stata rimaneggiata nel corso dell'Ottocento e del Novecento perdendo gran parte del suo carattere originale. In particolare, le due ali laterali, orientate verso il Duomo, sono state accorciate {{Citazione necessaria|facendo perdere all'architettura i rapporti proporzionali tra i corpi}}. La ristrutturazione del palazzo fu assai travagliata e Piermarini dovette equilibrare le richieste di stile e soprattutto di economia di Vienna (l'imperatrice [[Maria Teresa d'Austria]] e il suo architetto [[Nicolò Pacassi]], che aveva steso un primo progetto di ristrutturazione) con le esigenze e le aspettative dei futuri abitanti: il principe [[Ferdinando d'Asburgo-Lorena]] (figlio di [[Maria Teresa d'Austria]]) e consorte.
[[File:8878 - Milano - P.za Belgiojoso - Palazzo Belgiojoso - Foto Giovanni Dall'Orto - 14-Apr-2007.jpg|thumb|left|[[Palazzo Belgioioso (Milano)|Palazzo Belgioioso]] (1772-81)]]
Il Piermarini, a cui venne affidata l'impresa, cercò di non far sfigurare il nuovo [[Palazzo Reale di Milano|palazzo]], rinnovato in sobrie forme neoclassiche ([[1773]]-[[1780|80]]), dinnanzi alla magnificenza del Duomo [[gotico]], e per ovviare a questo problema realizzò la cosiddetta Piazzetta Reale, prospiciente il palazzo e allora più ampia di Piazza Duomo, uno spazio delimitato ma non chiuso, che grazie a quel vuoto urbanistico riequilibra il rapporto tra i due edifici. La Piazzetta Reale che osserviamo oggi è stata rimaneggiata nel corso dell'Ottocento e del Novecento perdendo gran parte del suo carattere originale. In particolare, le due ali laterali, orientate verso il Duomo, sono state accorciate {{Citazione necessaria|facendo perdere all'architettura i rapporti proporzionali tra i corpi}}. La ristrutturazione del palazzo fu assai travagliata e Piermarini dovette equilibrare le richieste di stile e soprattutto di economia di Vienna (l'imperatrice [[Maria Teresa d'Austria]] e il suo architetto [[Nicolò Pacassi]], che aveva steso un primo progetto di ristrutturazione) con le esigenze e le aspettative dei futuri abitanti: il principe [[Ferdinando d'Asburgo-Lorena]] (figlio di [[Maria Teresa d'Austria]]) e consorte.
 
La ristrutturazione del palazzo fu assai travagliata e Piermarini dovette equilibrare le richieste di stile e soprattutto di economia di Vienna (l'imperatrice [[Maria Teresa d'Austria]] e il suo architetto [[Nicolò Pacassi]], che aveva steso un primo progetto di ristrutturazione) con le esigenze e le aspettative dei futuri abitanti: il principe [[Ferdinando d'Asburgo-Lorena]] (figlio di [[Maria Teresa d'Austria]]) e consorte. Piermarini decise anche di riorganizzare urbanisticamente il centro cittadino, aprendo Piazza Fontana e via Santa Radegonda, asse di collegamento col [[Teatro alla Scala]] e rettificando il Corso di Porta Orientale (l'attuale Corso Venezia), asse di collegamento con [[Monza]] e con [[Vienna]].
 
[[File:2306 - Milano - Palazzo Greppi (1776) - Foto Giovanni Dall'Orto 20-May-2007.jpg|thumb|Cortile di Palazzo Greppi (1776)]]
La sua opera universalmente conosciuta è il [[Teatro alla Scala]], costruito nel [[1776]]-[[1778|78]], un edificio di foggia neoclassica, ma ove si legge il recupero di un linguaggio morfologico rinascimentale. Dell'edificio originario, dopo i molti, successivi interventi (cominciati sin dal [[1808]]-[[1814|14]] ad opera del [[Luigi Canonica|Canonica]]) e la distruzione provocata dai bombardamenti del 1943, resta la facciata (salvo il pesante intervento del [[Mario Botta|Botta]]) e l'impianto generale.
[[File:2306 - Milano - Palazzo Greppi (1776) - Foto Giovanni Dall'Orto 20-May-2007.jpg|thumb|left|Cortile di Palazzo Greppi (1776)]]
 
Nel [[1776]] ottenne la cattedra di architettura alla neonata [[Accademia di Belle Arti di Brera]] e l'anno successivo iniziò la [[Villa Reale (Monza)|Villa Reale]] di [[Monza]]. Inizialmente progettata come luogo di villeggiatura e di delizie, per volontà dell'arciduca venne pensata come un vero e proprio palazzo di corte e di rappresentanza, privilegiando soluzioni sobrie e un'organizzazione degli spazi interni funzionale e attenta alle esigenze abitative.
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A Milano lavorò anche al [[Palazzo Greppi]] ([[1772]]-78) e al [[Palazzo Belgioioso (Milano)|Palazzo Belgioioso]] (1772-[[1781|81]]), ove ripropose le forme della [[Reggia di Caserta]], sebbene profondamente semplificate. Nel contado venne chiamato dal suo amico [[ebanista]] [[Giuseppe Maggiolini]], per la realizzazione della facciata della [[Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Parabiago)|Chiesa Prepositurale dei Santi Gervasio e Protasio]] ([[1780]]) di [[Parabiago]]. Nel [[1782]] lavorò all'ingrandimento del [[Teatro Sociale (Crema)|Teatro Sociale]] di [[Crema (Italia)|Crema]].
 
Nel [[1798]] tornò a Foligno, approntando il progetto per la cappella del Sacramento nella chiesa di San Lorenzo a [[Spello]] e realizzando interventi nel Duomo della sua città natale. È zio per parte di madre dell'abate [[Feliciano Scarpellini]], scienziato rifondatore dell'[[Accademia dei Lincei]].
 
È zio per parte di madre dell'abate [[Feliciano Scarpellini]], scienziato rifondatore dell'[[Accademia dei Lincei]].
 
== Bibliografia ==