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===Secondo episodio (vv. 652-782)===
Oreste e Pilade giungono al palazzo reale e, fingendosi Focesi, chiedono ospitalità per la notte, dicendo di avere importanti notizie da riferire ai sovrani. Clitemnestra non riconosce il figlio, il quale afferma di aver appreso in viaggio la notizia della morte di Oreste avvenuta in Focide. La regina si dimostra afflitta, lamentando la perdita dell'unica speranza di salvezza della casa, colpita dal cupo destino della famiglia pur trovandosi lontana dalla patria. Clitemnestra quindi accoglie i finti viandanti e manda Cilissa, la vecchia nutrice di Oreste, a chiamare Egisto. Quando Cilissa esce dalla casa in lacrime, il coro le chiede il motivo della sua disperazione, e quella racconta dell'incarico assegnatole da Clitemnestra, affermando che, pur mostrandosi triste, la regina era felice per la notizia appresa. In realtà, dice Cilissa, la morte di Oreste è l'estrema rovina della casata degli Atridi e anche Egisto ne gioirà. Il coro allora suggerisce alla nutrice di non dire ad Egisto di venire con uomini armati, ma da solo, e accenna all'imminente cambiamento della situazione.
 
===Secondo stasimo (vv. 783-837)===
Il coro invoca la protezione di Zeus per Oreste, che si accinge a vendicare il padre, in modo da lavare la macchia dovuta all'omicidio di Agamennone con giustizia e riportare la sua casata alle glorie di un tempo. Infine il coro esorta Oreste ad essere coraggioso e a compiere con fermezza la sua impresa.
 
===Terzo episodio (vv. 838-934)===
Egisto entra in scena con atteggiamento cauto nei confronti della notizia: chiede al coro conferma del messaggio e decide di entrare nella reggia per interrogare i forestieri. Prima che si sentano sulla scena le grida di Egisto, ucciso all'interno del palazzo da Oreste, il coro invoca nuovamente Zeus, riponendo tutta la sua speranza nella buona riuscita dell'azione del giovane. Dopodiché il coro si ritira impaurito, ed esce dal palazzo un servitore, che chiede soccorso annunciando l'agguato e esprime preoccupazione per la sorte di Clitemnestra. Questa, quando esce dal gineceo, gli chiede spiegazioni, capisce subito ciò che sta accadendo e chiede un'arma per affrontare il figlio:
 
:{{quote|'''Clitemnestra''': Che avviene? che gridi? chi chiami al soccorso qui nella casa?<br/>'''Servo''': Io dico che i morti uccidono i vivi.<br/>'''Clitemnestra''': Ahimè, capisco la tua parola oscura. D'inganno morremo come d'inganno uccidemmo. Datemi una scure mortale, presto […].|Eschilo, ''Coefore'', 885-890|'''Κλ''': Τί ἐστὶ χρῆμα; τίνα βοὴν ἵστης δόμοις;<br/>'''Οικ''': τὸν ζῶντα καίνειν τοὺς τεθνηκότας λέγω.<br/>'''Κλ''': οἲ ' γώ, ξυνῆκα τοὖπος ἐξ αἰνιγμάτων˙<br/>δόλοις ὀλούμεθ' ὣσπερ οὖν ἐκτείναμεν.<br/>δοίη τις ἀνδροκμῆτα πέλεκυν ὡς τάχος [...].|lingua=grc}}
 
In quell'istante, però, compare Oreste, seguito da Pilade, mentre alle sue spalle si intravede il cadavere di Egisto. Clitemnestra esprime il suo dolore per la morte dell'amante e questo fatto accende maggiormente l'ira in Oreste. Prima che questo possa colpirla, però, la donna gli mostra il suo seno, che lo allattò quando era appena nato. Questa scena sembra ispirata ad un passo del XXII libro dell'[[Iliade]], in cui [[Ecuba]] supplica [[Ettore]] di non combattere per rispetto del suo seno.<ref>{{cita|Valmigli, Ferrari|p. 255}}.</ref> A questo punto Oreste esita; tuttavia Pilade parla, per l'unica volta in tutto il dramma, e lo incita a temere più gli dei, che gli avevano affidato quella missione, che gli uomini. Oreste, allora, riprende coraggio, ma la madre lo supplica rivendicando il suo amore per lui, il quale, però, non si lascia commuovere; allo stesso modo Oreste sembra non temere le Erinni vendicatrici della madre, che le invoca su di lui. Il ragazzo, quindi, trascina la madre nella reggia e lì la uccide.
 
===Terzo stasimo (vv. 935-971)===
Il coro gioisce per la buona riuscita dell'impresa di Oreste e per la morte degli usurpatori del trono di Agamennone. Viene ricordato il ruolo importante di Apollo nella vicenda: è grazie alla sua volontà e alla sua guida che la Giustizia è venuta su Egisto e Clitemnestra. Ora che la casa degli Atridi è liberata dagli usurpatori, canta il coro, può risollevarsi e tornare agli antichi splendori.
 
===Esodo (vv. 972-1076)===
È notte e, all'interno del palazzo, si vedono i cadaveri di Egisto e Clitemnestra allineati. Oreste indica al coro e a tutto il popolo di Argo, sottolineando come insieme sottrassero il potere a suo padre, insieme regnarono per un certo periodo e insieme giacciono morti. Il giovane mostra anche il peplo con cui Clitemnestra aveva imprigionato Agamennone, sperando di trovare una giustificazione per l'omicidio della madre: Egisto era morto, legittimamente, come adultero, e Clitemnestra, con l'uccisione del re per mezzo di una trappola, non era più da considerare come una madre e la Giustizia divina doveva necessariamente abbattersi anche su di lei. Oreste, sebbene celebrato dal coro come un salvatore, è spaventato per il gesto che ha compiuto. Egli, prima di perdere il senno, dichiara di aver ucciso sua madre secondo giustizia su ordine di Apollo, il quale lo aveva minacciato di pene tremende se avesse disobbedito. Comunque, anche se gli era stata assicurata l'impunità dal dio, Oreste decide di compiere un pellegrinaggio purificatore a Delfi. Mentre il giovane sta per andarsene, nonostante il coro cerchi di trattenerlo, gli appaiono le orribili [[Erinni]] della madre, dalle quali è atterrito al punto di fuggire via. Il coro gli augura buona fortuna, quindi esce, non senza aver enumerato i fatti di sangue della casa degli Atridi: la vicenda di [[Tieste]], l'assassinio di Agamennone e, infine, la vendetta ad opera di Oreste.
 
==Note==