Tiberio Claudio Nerone (pretore 42 a.C.): differenze tra le versioni
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'''Tiberio Claudio Nerone''' (latino: Tiberius Claudius Nero; [[85 a.C.]] circa-[[33 a.C.]]) uomo politico e militare della [[Repubblica Romana]], membro della [[dinastia giulio-claudia]] dell'[[Impero romano]].
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Servì [[Gaio Giulio Cesare]] come [[questore (storia romana)|questore]] nel [[48 a.C.]], comandando la flotta romana nella [[guerra alessandrina]]: la vittoria ottenuta sulla flotta egiziana gli consentì di ottenere una carica sacerdotale. Ulteriori incarichi assegnatigli da Cesare riguardavano la gestione delle colonie romane in [[Gallia]].
[[Immagine:Drusus_the_elder_bust.jpg|150px|left|thumb|Nerone Claudio Druso, meglio noto come [[Druso maggiore]], era il figlio di Nerone e [[Livia Drusilla]], ma nacque dopo il divorzio dei genitori e fu adottato da [[Augusto (imperatore romano)|Ottaviano]]]]
Sebbene avesse combattuto con Cesare, Nerone era un repubblicano convinto e un sostenitore del partito degli [[ottimati]]: giunse anche a proporre di premiare gli assassini di Cesare nel [[44 a.C.]], quando questi sembravano aver preso il sopravvento. Malgrado ciò, i meriti acquisiti durante il servizio con il [[dittatore romano]] gli permisero di venire eletto [[pretore (storia romana)|pretore]] ([[42 a.C.]]).
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Nel [[41 a.C.]] abbandonò [[Roma]] con Livia e il figlio, per raggiungere [[Lucio Antonio]], fratello di Marco, a [[Perusia]], che però trovò sotto assedio degli uomini di Ottaviano. Quando la città cadde, nel [[40 a.C.]], Nerone dovette fuggire prima a [[Preneste]] e poi a [[Napoli]], che però dovette abbandonare, dopo aver tentato inutilmente di reclutare una forza di schiavi da opporre a Ottaviano, per raggiungere [[Sesto Pompeo]], che teneva la [[Sicilia]] come rappresentante dell'opposizione senatoriale a Ottaviano; infine raggiunse Marco Antonio, assieme alla propria famiglia, in [[Achea]].
Nel [[40 a.C.]], Ottaviano e Marco Antonio si riconciliarono, dopo una guerra di tre anni. Finalmente Nerone poté tornare a Roma con la famiglia. Ciò che accadde fu che, nell'arco di brevissimo tempo, Ottaviano divorziò dalla moglie [[Scribonia]] nello stesso giorno in cui questa dava alla luce la loro figlia [[Giulia maggiore]],<ref>Cassio Dione, ''Storia romana'', xlviii.34.3.</ref> Nerone fu convinto o costretto dal futuro imperatore a divorziare da Livia, nacque il secondo figlio di Nerone e Livia ([[Druso maggiore|Nerone Claudio Druso]], [[14 gennaio]] [[39 a.C.]]), e Ottaviano e Livia si sposarono ([[17 gennaio]]) senza aspettare il periodo di interdizione dopo il divorzio e con Nerone che partecitò alla cerimonia presentando la sposa così come avrebbe fatto un padre.<ref>Cassio Dione, ''Storia romana'', xlviii.44.1-3.</ref> Sebbene sia stata tramandata la storia che Ottaviano si innamorò immediatamente di Livia, non appene la incontrò, e volle quindi fortemente sposarla, in realtà è plausibile che il loro rapido matrimonio fosse suggerito da convenienze politiche: a Ottaviano faceva infatti comodo il sostegno della ''gens'' patrizia dei [[Claudii]]; allo stesso tempo, i compromessi ''Claudii Nerones'' necessitavano del sostegno del promettente Ottaviano per sopravvivere politicamente.
Come da accordi, Nerone accolse in casa i due figli e li allevò. Quando morì, nel 33 a.C., fu Tiberio a pronunciare l'orazione funebre, prima di raggiungere assieme a Druso la casa della madre e del padre adottivo.
== Note ==
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