Teoria semiclassica: differenze tra le versioni

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In [[fisica]], una '''teoria semiclassica''' è un modello della [[fisica classica]] che include solo parzialmente alcune correzioni della [[meccanica quantistica]] o della [[teoria della relatività]], oppure una teoria in cui solo alcune entità o sistemi sono considerati quantistici o relativistici.
 
==Teorie semiclassiche quantistiche==
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A seguito della nascita della [[meccanica quantistica]] e in assenza di una teoria quantistica che spiegasse il comportamento dei campi (ad esempio, dell'[[elettrodinamica quantistica]] per il campo elettromagnetico) si svilupparono teorie dette semiclassiche<ref>Per un esempio dell'utilizzo del termine semiclassico si veda {{cita web|url=http://www.pv.infn.it/~rimini/MeccanicaQuantistica/MeccanicaQuantistica0708/14_3_TeoRad.pdf|titolo=Teoria semiclassica della radiazione|accesso=5 novembre 2008}}</ref> che, pur trattando i sistemi [[Modello atomico di Bohr|atomici]] da un punto di vista quantistico, non speculavano sulla natura della radiazione, salvo ammettere che questa si comportasse come se fosse composta da particelle (dette [[fotone|fotoni]]) che avevano la bizzarra proprietà di comportarsi sia come [[dualismo onda-particella|particelle che come onde]].
 
La teoria più nota è la teoria semiclassica della radiazione, proposta per spiegare l'intensità delle righe di emissione e di assorbimento di uno [[spettro atomico]]. In particolare, secondo questo modello, assumendo che gli [[elettrone|elettroni]] [[orbitale atomico|orbitassero]] intorno al [[nucleo atomico]] a energie ben definite e [[quanto|quantizzate]] (cioè tali che solo quei valori, a intervalli discreti gli uni dagli altri, fossero permessi dalla natura), prevedeva che gli elettroni potessero passare da un livello a un altro solamente in tre modi: [[emissione spontanea]], [[emissione stimolata]] e [[Assorbimento (chimica)|assorbimento]].
 
Secondo questa teoria, a ciascun modo è associato un coefficiente, detto [[coefficiente di Einstein|di Einstein]], che viene indicato con la lettera <math>A</math> per il processo stimolato e con la lettera <math>B</math> per i processi spontanei. Allo scopo di distinguere fra i due processi la lettera <math>B</math> è seguita da un pedice a due cifre, che indica se il processo è di emissione (<math>21</math>) o di assorbimento (<math>12</math>)<ref>Si indica convenzionalmente con ''1'' il livello più interno e con ''2'' il livello più esterno.</ref> Seguendo il metodo introdotto da [[Albert Einstein]], è quindi possibile stabilire una relazione matematica tra il coefficiente <math>A</math> e ciascuno dei coefficienti <math>B</math>, e dimostrare che i due coefficienti <math>B</math> sono uguali. Applicando questo modello si riesce a calcolare la [[probabilità di transizione]] spontanea fra due livelli di un elettrone, e da questa si può ricavare l'intensità di riga senza aver precedentemente quantizzato il campo elettromagnetico. In assenza di questa teoria e dell'elettrodinamica quantistica, invece non si saprebbe come procedere, poiché, essendo il campo elettromagnetico descritto classicamente, non è possibile ricavare una formula che partendo da un sistema puramente quantistico produca un risultato che contempli contemporaneamente nozioni di fisica classica e quantistica.