Pak Fauj: differenze tra le versioni

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L''''Esercito pakistano''' (in [[Urdu]] پاک فوج '''Pak Fauj''') è la [[Esercito|componente terrestre]] delle [[forze armate pakistane]]. Si è costituito dopo l'[[Partizione dell'India|indipendenza]] del [[Pakistan]] a partire dal 1947. È una forza armata professionalizzata che non prevede la [[Servizio militare|leva obbligatoria]].<ref>{{citaCita news| url=http://www.guardian.co.uk/world/2007/may/31/books.pakistan |città=London |pubblicazione=The Guardian | titolo=Book shines light on Pakistan military's '£10bn empire' | autore=Declan Walsh | data=31 maggio 2007}}</ref> Il Pakistan è l'unica nazione del [[mondo islamico]] che ha delle donne in posizioni di comando militare importanti e che rivestono il grado di [[generale|ufficiale generale]].<ref name="Indian Express Group of Newspapers"/> Le donne possono svolgere il loro servizio anche in territorio ostile e partecipare a operazioni militari.<ref name="Indian Express Group of Newspapers">{{citaCita news | autore =ISPR Officials | titolo =Pakistan: Woman in running to become first 3 star general | pubblicazione=Indian Express | città =New Delhi | p =1 | editore =Indian Express Group of Newspapers | data =2 settembre 2012 | url =http://www.indianexpress.com/news/pakistan-woman-in-running-to-become-first-3-star-general/845360/ }}</ref> Secondo le stime dell'[[International Institute for Strategic Studies]] (IISS) nel 2012 gli effettivi dell'esercito erano {{tutto attaccato|642 892}} ai quali andavano aggiunti circa {{tutto attaccato|500 000}} riservisti che portavano il totale del personale a disposizione a {{tutto attaccato|1 142 000}}.<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|titolo = International Institute for Strategic Studies; Hackett, James (ed.) (7 marzo 2012). The Military Balance 2012. London: Routledge. ISBN 1857436423. |data = 7 marzo 2012|rivista = International Institute for Strategic Studies}}</ref> La [[Costituzione del Pakistan]] prevede la possibilità di ricorrere alla [[Coscrizione|coscrizione obbligatoria]] in caso di necessità, ma l'istituto non è mai stato adottato.
 
Il [[Presidente del Pakistan]] ricopre l'incarico di comandante in capo civile. Il [[Capo di stato maggiore dell'esercito pakistano]] è un [[generale]] a quattro stelle ed è nominato dal presidente che deve consultarsi e ricevere la conferma dal [[Primo ministro del Pakistan|primo ministro]].<ref>{{citaCita web|titolo=Article 243|url=http://www.pakistani.org/pakistan/constitution/part12.ch2.html|accesso=18 gennaio 2013}}</ref> L'esercito del Pakistan è attualmente comandato dal generale [[Raheel Sharif]].<ref name="ABC news">{{citaCita news|autore=Amir Qureshi|titolo=Pakistan's Top Military Officer Cancels Trip to US|url=http://abcnewsradioonline.com/world-news/pakistans-top-military-officer-cancels-trip-to-us.html|accesso=18 gennaio 2013|pubblicazione=ABC news|data=2011}}</ref><ref name="BBC Pakistan">{{citaCita news|autore=BBC|titolo=New Pakistan Chairman of Joint Chiefs of Staff named|url=http://www.bbc.co.uk/news/world-south-asia-11436838|accesso=18 gennaio 2013|pubblicazione=BBC Pakistan|data=29 settembre 2010}}</ref>
 
A partire dalla sua costituzione nel 1947, l'esercito insieme insieme con le altre forze armate nazionali, la [[Pak Bahr'ya|marina militare]], i [[Pakistan Marines|Marines]] e l'[[Pakistani Fida'iyye|aeronautica militare]], ha preso parte a [[Guerre indo-pakistane|tre conflitti]] con la confinante [[India]] e a numerosi [[scontri di frontiera Afghanistan–Pakistan|scontri di frontiera]] con l'[[Afghanistan]].<ref>{{citaCita web|titolo=History of Pakistan Army|url=http://www.pakistanarmy.gov.pk/|accesso=18 gennaio 2013}}</ref>. Alcuni contingenti hanno fatto parte delle coalizioni arabe che hanno combattuto nei [[conflitti arabo-israeliani]] e sono stati inseriti nelle forze della coalizione contro l'[[Iraq]] nella prima [[Guerra del Golfo]]. Più recentemente, le principali operazioni belliche dell'esercito pakistano sono state l'[[Operazione Zarb-e-Azb]], l'[[Operazione Toar-e-Tander]] e l'[[Operazione Rah-e-Nijat]] contro i [[Talebani]]. Oltre che in questi conflitti, il Pak Fauj è stato impegnato attivamente in forze di [[peacekeeping]] sotto l'[[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|egida dell'ONU]], rivestendo un ruolo importante nel salvataggio dei militari statunitensi che presero parte alla [[battaglia di Mogadiscio]] del 1993, rimanendo intrappolati in città.
 
==Missione==
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L'esercito del Pakistan venne assunto da parte dei politici per la prima volta in cui il generale [[Ayyub Khan]] salì al potere attraverso un [[colpo di stato pakistano del 1958|incruento colpo di stato nel 1958]]. Formò la Convenzione della Lega musulmana che comprendeva [[Zulfikar Ali Bhutto]], che sarebbe poi diventato il primo Primo Ministro democraticamente eletto del Pakistan. Le tensioni con l'India divamparono nel 1960 e una breve scaramuccia di confine fu combattuta nei pressi della zona di [[Rann di Kutch]] nel mese di aprile 1965. La guerra iniziò dopo il fallimento dell'[[Operazione Gibilterra]] il 5 agosto 1965. La notte del 6 settembre 1965, l'[[esercito indiano]] aprì il fronte di guerra nella [[Punjab (Pakistan)|Provincia del Punjab]] del Pakistan. L'esercito indiano arrivò quasi vicino alla città pakistana di [[Lahore]], anche se la battaglia ([[Fronte di Lahore]]) si concluse con una vittoria tattica pakistana. Le forze indiane persero 360<ref name="praagh_1965">{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=kCI4492cHTEC&lpg=PP1&ots=Qd9dN0uKiT&dq=The%20greater%20game%3A%20India%27s%20race%20with%20destiny%20and%20China&pg=PP1#v=onepage&q&f=false|cognome= Praagh|nome= David|titolo= The greater game: India's race with destiny and China |editore=McGill-Queen's Press – MQUP, 2003 |p= 294 |isbn = 978-0-7735-2639-6|id = ISBN 0-7735-2639-0 }}</ref>-500<ref name=fire>Musharraf, ''In the Line of Fire'', page 45.</ref> chilometri quadrati di territorio pakistano, alla periferia di Lahore.<ref name="Mellow 1965">Melville de Mellow (28, November 1965). "Battle of Burki was another outstanding infantry operation". Sainik Samachar.</ref> Tuttavia le forze indiane fermarono il loro assalto a Lahore, una volta che raggiunsero nel villaggio conquistato di [[Battaglia di Burki|Burki]].<ref name="Mellow 1965"/><ref name="Hagerty2005">{{Cita libro|cognome=Hagerty |nome=Devin T. |data=2005 |titolo=South Asia in World Politics |editore=Rowman & Littlefield |isbn=0-7425-2587-2}}</ref><ref name="William M. Carpenter 2005">William M. Carpenter, David G. Wiencek. Asian security handbook: terrorism and the new security environment. M.E. Sharpe, 2005. ISBN 0-7656-1553-3.</ref><ref name="John Keay 2001">John Keay. India: A History. Grove Press, 2001. ISBN 0-275-97779-X.</ref> La logica di ciò è che doveva essere firmato presto un cessate il fuoco, e ciò che l'India aveva acquisito a Lahore sarebbe stato probabilmente restituito nei negoziati di cessate il fuoco.<ref name="Hagerty2005" /><ref name="William M. Carpenter 2005"/><ref name="John Keay 2001"/> La guerra finì con un cessate il fuoco sostenuto dalle [[Nazioni Unite]] (ONU) e venne seguita dalla [[dichiarazione di Tashkent]]. Secondo la Library of Congress Country Studies condotti dalla Divisione Federale di Ricerca degli Stati Uniti-
 
{{citazioneCitazione|La guerra è stata militarmente inconcludente; ogni lato ha tenuto prigionieri e un territorio appartenente all'altro. Le perdite sono state relativamente pesanti sul lato pakistano, venti aerei, 200 carri armati e 3.800 soldati. L'esercito del Pakistan è stato in grado di sopportare la pressione indiana, ma la continuazione dei combattimenti avrebbe solo portato ad ulteriori perdite e alla sconfitta finale per il Pakistan. La maggior parte dei pakistani, istruiti nella convinzione della loro abilità marziali, ha rifiutato di accettare la possibilità della sconfitta militare del loro paese da parte dell'"Hindu India" e sono stati, invece, pronti a biasimare la loro incapacità di raggiungere i loro obiettivi militari in quella che considerano l'inettitudine di Ayyub Khan e del suo governo.<ref>{{Cita web|url=http://memory.loc.gov/cgi-bin/query/r?frd/cstdy:@field%28DOCID+pk0152%29 |titolo=The Indo-Pakistani War of 1965 |editore=Memory.loc.gov |data=5 luglio 1977 |accesso=15 maggio 2012}}</ref>}}
 
Al momento della dichiarazione di cessate il fuoco, l'India ha registrato perdite pari a circa 3.000 morti. D'altra parte, più di 4.000 soldati pakistani vennero uccisi in battaglia.<ref>Sumit Ganguly. "Pakistan". In [http://lcweb2.loc.gov/frd/cs/intoc.html ''India: A Country [[Study'']] (James Heitzman and Robert L. Worden, editors). [[Library of Congress]] [[Federal Research Division]] (September 1995).</ref><ref name=encarta>[http://uk.encarta.msn.com/encyclopedia_781531179/indo-pakistan_wars.html "Indo-Pakistan Wars"]. [[Microsoft Encarta]] 2008. also [http://www.webcitation.org/5kwrG0An8 Archived] 31 October 2009.</ref><ref>{{Cita libro|cognome= Thomas M. Leonard |titolo= Encyclopedia of the developing world, Volume 2 |editore= Taylor & Francis, 2006 |isbn = 978-0-415-97663-3}}</ref> Fonti indiane sostengono che circa 471 carri armati pakistani sono stati distrutti o catturati dall'India. L'India ha perso un totale di 128 carri armati durante il conflitto.<ref name=pradhan>{{Cita libro|cognome=R.D. Pradhan & Yashwantrao Balwantrao Chavan|titolo=1965 War, the Inside Story: Defence Minister Y.B. Chavan's Diary of India-Pakistan War''.|anno=2007|editore=Atlantic Publishers & Distributors|isbn=978-81-269-0762-5|p=47|url=https://books.google.com/books?id=ymYCJQjEGBUC&pg=PA47}}</ref><ref>Spencer Tucker. ''Tanks: An Illustrated History of Their Impact''. ABC-CLIO (2004), [https://books.google.com/books?id=N481TmqiSiUC&pg=PA172 p. 172]. ISBN 978-1-57607-995-9.</ref>
 
Tuttavia, valutazioni più neutre concordano che l'India ha avuto il [[guerra indo-pakistana del 1965#Perdite|sopravvento sul Pakistan quando venne dichiarato il cessate il fuoco]].<ref>{{Cita libro|cognome=Hagerty |nome=Devin T. |data=2005 |titolo=South Asia in World Politics |url=https://books.google.com/books?id=ln3qChyrmIQC&printsec=frontcover&dq=isbn:0742525872&hl=en&sa=X&ei=aXEOUoW3HdCtrAfhnYGADA&redir_esc=y#v=snippet&q=outfought%20their%20Pakistani&f=false |editore=Rowman & Littlefield |p=26 |isbn=0-7425-2587-2 |citazione=The invading Indian forces outfought their Pakistani counterparts and halted their attack on the outskirts of Lahore, Pakistan's second-largest city. By the time United Nations intervened on 22 September, Pakistan had suffered a clear defeat.}}</ref><ref name="USLib">{{Cita web|url=http://memory.loc.gov/cgi-bin/query/r?frd/cstdy:@field(DOCID+pk0152)|titolo=Pakistan :: The Indo-Pakistani War of 1965|sito=[[Library of Congress Country Studies]], United States of America|data=aprile 1994|accesso=2 ottobre 2010}} Quote: Losses were relatively heavy--on the Pakistani side, twenty aircraft, 200 tanks, and 3,800 troops. Pakistan's army had been able to withstand Indian pressure, but a continuation of the fighting would only have led to further losses and ultimate defeat for Pakistan.</ref><ref>{{Cita libro|cognome=Wolpert|nome=Stanley|titolo=India|anno=2005|editore=University of California Press|città=Berkeley|isbn=0-520-24696-9|p=235|url=https://books.google.com/books?id=HmkL1tp2Nl4C&q=won+a+clear+victory#v=snippet&q=won%20a%20clear%20victory&f=false|edizione=3rd ed. with a new preface.}} Quote: India, however, was in a position to inflict grave damage to, if not capture, Pakistan's capital of the Punjab when the cease-fire was called, and controlled Kashmir's strategic Uri-Poonch bulge, much to Ayub's chagrin.</ref><ref>{{Cita libro|nome=Dennis |cognome=Kux |titolo=India and the United States : Estranged democracies, 1941-1991|anno=1992|editore=National Defense University Press|città=Washington, DC|isbn=0-7881-0279-6|p=238|url=https://books.google.com/books?id=zcylFXH9_z8C&q=India+had+most+to+celebrate#v=snippet&q=pakistan%20made%20gains&f=false}} Quote: India had the better of the war.</ref><ref>{{Cita news|titolo=Asia: Silent Guns, Wary Combatants|url=http://content.time.com/time/subscriber/article/0,33009,834413-2,00.html|accesso=30 agosto 2013|giornale=Time|data=1º ottobre 1965}} Quote: India, by contrast, is still the big gainer in the war. Alternate link: http://content.time.com/time/subscriber/printout/0,8816,834413,00.html.</ref> At the end of the war the Indian army was in possession of 758.9 miles² (1,920&nbsp;km²) of Pakistani territory and the Pakistan army held 210 mile² (550&nbsp;km²) of Indian territory.<ref>{{Cita web|url=http://www.telegraphindia.com/1150602/jsp/frontpage/story_23452.jsp#.VW8Tt4uUdyx|titolo=Delhi plans carnival on Pakistan war- Focus on 1965 conflict and outcome}}</ref> Il territorio occupato dall'India era principalmente nei fertili settori di Sialkot, Lahore e del Kashmir,<ref>{{Cita web|url=http://www.dawn.com/news/1185845/modi-govt-plans-1965-war-carnival|titolo=Modi govt plans 1965 war carnival}}</ref><ref>The Story of My Struggle By Tajammal Hussain Malik 1991, Jang Publishers, p. 78.</ref> mentre i territori pakistani guadagnati erano principalmente i [[Deserto|deserti]] meridionali opposti ai settori di [[Sindh]] e [[Chumb]] vicino il [[Kashmir]] settentrionale.<ref>Khaki Shadows by General K.M. Arif, Oxford University Press, ISBN 0-19-579396-X, 2001.</ref>
Una rivolta contro il generale Ayyub Khan durante il 1968 e nel 1969 portò Ayyub Khan a rinunciare al suo ufficio di presidente e comandante in capo dell'esercito a favore del generale [[Yahya Khan]], che assunse il potere nel 1969. La 16a, la 18ª e la 23ª Divisione vennero sollevate a un certo punto tra il 1966 e il 1969 ed anche la 9ª Divisione venne risollevata durante questo periodo.
 
===1969–1971===
{{Vedi anche|Genocidio in Bangladesh del 1971|Operazione Searchlight|Guerra di liberazione bengalese}}
Durante il governo di Yahya Khan, il popolo del [[Pakistan orientale]] protestò contro varie disparità politiche ed economiche che erano state loro imposte dal [[Pakistan Occidentale]] e una massiccia agitazione civile scoppiò nel Pakistan orientale. Durante le operazioni contro questi ribelli, che vennero chiamate [[Operazione Searchlight]], alcune fazioni dell'esercito del Pakistan furono responsabili per il [[genocidio in Bangladesh del 1971]].<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Bose |nome=Sarmila |data=8 ottobre 2005 |titolo=Anatomy of Violence: Analysis of Civil War in East Pakistan in 1971 |url=http://www.epw.org.in/showArticles.php?root=2005&leaf=10&filename=9223&filetype=html |rivista=[[Economic and Political Weekly]] |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070301084941/http://www.epw.org.in/showArticles.php?root=2005&leaf=10&filename=9223&filetype=html |dataarchivio=1º marzo 2007}}''.</ref> Cominciando con l'inizio dell'[[Operazione Searchlight]] il 25 marzo 1971 e a causa della [[guerra di liberazione bengalese]], ci furono numerose [[violazioni dei diritti umani]] nel [[Pakistan orientale]] (ora [[Bangladesh]]) perpetrati dall'esercito del Pakistan, con il sostegno di milizie politiche e religiose locali, soprattutto contro gli [[indù]].<ref name="usconsulate_cable_march31">U.S. Consulate (Dacca) Cable, Sitrep: [http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB79/BEBB6.pdf Army Terror Campaign Continues in Dacca; Evidence Military Faces Some Difficulties Elsewhere], 31 March 1971, Confidential.</ref><ref name=Blood978>[http://web.archive.org/web/20090212114450/http://www.state.gov/documents/organization/48049.pdf Telegram 978 From the Consulate General in Dacca to the Department of State, 29 March 1971]. state.gov.</ref> ''[[Time (magazine)|Time]]'' citò un ufficiale americano di alto rango che disse "È la più incredibile cosa calcolata dai tempi dei [[Occupazione della Polonia|nazisti in Polonia]]."<ref name="PakistanThe">[http://www.time.com/time/printout/0,8816,878408,00.html Pakistan: The Ravaging of Golden Bengal], [[Time (magazine)|Time]], 2 August 1971.</ref>
 
Il piano originale prevedeva di prendere il controllo delle principali città il 26 marzo 1971 e quindi eliminare ogni opposizione, politica o militare,<ref>{{Cita libro|autore=Ṣiddīq Sālik|titolo=Witness to surrender|url=https://books.google.com/books?id=ewxuAAAAMAAJ|accesso=4 giugno 2011|anno=1977|editore=Oxford University Press|isbn=978-0-19-577257-9|pp=63, 228, 229}}</ref> entro un mese. La prolungata resistenza bengalese non era prevista dai pianificatori pakistani.<ref>Pakistan Defence Journal, 1977, Vol 2, pp. 2–3.</ref> La fase principale dell'Operazione Searchlight si concluse con la caduta dell'ultima città importante in mano bengalese verso la metà di maggio.
 
Presto scoppiarono pesanti combattimenti tra l'esercito del Pakistan e i ribelli bengalesi appoggiati dagli indiani. In questo periodo l'esercito pakistano uccise una stima che va da 26,000 ad un massimo di 3 milioni di persone. Nel dicembre 1971, il Pakistan attaccò le basi aeree occidentali dell'India, nel tentativo di contrastare il sostegno indiano ai ribelli. Questo portò ufficialmente all'inizio della guerra indo-pakistana del 1971 (chiamata anche guerra di liberazione bengalese). Sul fronte orientale, l'esercito pakistano venne decimato da parte dell'esercito indiano e dai ribelli, mentre sul fronte occidentale l'esercito pakistano venne sconfitto nelle battaglie di Basanter e Longewalla.
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Estimates, Calculations, And Sources", guarda la [[guerra di liberazione bengalese]] del 1971. Rummel scrisse:
 
:Nel [[Pakistan orientale]] (ora Bangladesh) il [[Presidente del Pakistan]], generale [[Yahya Khan|Agha Mohammed Yahya Khan]], ed i suoi alti generali programmarono anche di uccidere l'elite intellettuale, culturale e politica bengalese. Progettarono anche di uccidere indiscriminatamente centinaia di migliaia di loro indù e cacciare il resto in India. E avevano progettato di distruggere la loro base economica per assicurarsi che sarebbero stati subordinati al Pakistan Occidentale per almeno una generazione a venire. Questo piano può essere percepito come un genocidio.<ref name="Rummel">Rummel, Rudolph J., [http://www.Hawaii.edu/powerkills/SOD.CHAP8.HTM "Statistics of Democide: Genocide and Mass Murder Since 1900"], ISBN 3-8258-4010-7, Chapter 8, table 8.1.</ref>
 
Secondo il Magg. (in pensione) Agha Humayun Amin, i comandanti dell'esercito del Pakistan non avevano preso in considerazione seriamente un'invasione indiana del Pakistan orientale fino al dicembre del 1971, in quanto si presumeva che l'esercito indiano non avrebbe rischiato l'intervento della [[Cina]] o degli [[Stati Uniti]] (USA), che erano generalmente stretti alleati pakistani. Il Magg. Mazhar afferma che i comandanti superiori dell'esercito del Pakistan non riuscirono a rendersi conto che i cinesi non sarebbero stati in grado di intervenire durante i mesi invernali da novembre a dicembre, a causa della neve dei passi dell'Himalaya, e gli Stati Uniti non avevano fatto alcuno sforzo reale per persuadere l'India dall'attaccare il Pakistan orientale.<ref>Major (Ret) A.H. Amin, [http://www.defencejournal.com/2000/nov/pak-army.htm The Pakistan Army from 1965 to 1971], Defence Journal, November 2000.</ref>
 
===1971–1977===
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I militanti poi ampliarono la loro base operativa e si trasferirono nella vicina [[Distretto di Swat|Valle di Swat]], dove imposero la [[shari'a]]. L'esercito pakistano lanciò un'offensiva per riprendere la valle di Swat, nel 2007, ma non fu in grado di toglierla dai militanti che erano fuggiti nelle montagne e aspettarono che si ritirassero prima di riconquistare la valle. I militanti poi lanciarono una nuova ondata di attacchi terroristici all'interno del Pakistan. Il governo pakistano e i militari cercarono un altro accordo di pace con i militanti della Valle di Swat nel 2008. Questo venne sonoramente criticato in Occidente come abdicare ai militanti. Dopo essesi impegnati inizialmente a deporre le armi se la legge della Shari'a fosse stata implementata, i talebani pakistani successivamente utilizzarono la valle di Swat come un trampolino di lancio per lanciare ulteriori attacchi nelle regioni limitrofe, raggiungendo entro {{converti|60|km|mi}} da Islamabad.
 
L'opinione pubblica si voltò decisamente contro i terroristi talebani. Questo parere venne messo in evidenza dopo la pubblicazione di un video che mostrava la fustigazione di una ragazza dai talebani pakistani nella valle di Swat. Eventi simili e attacchi terroristici costrinsero infine l'esercito pakistano a lanciare un attacco decisivo contro i talebani che occupavano la Valle di Swat nel mese di aprile 2009, dopo che ricevettero ordini dalla leadership politica.<ref>Alexander, Paul (11 June 2009) [http://web.archive.org/web/20090615213812/http://news.yahoo.com/s/ap/20090611/ap_on_re_as/as_pakistan_turning_point Pakistan public opinion turning against Taliban]. Associated Press via Yahoo News.</ref> Dopo pesanti combattimenti, la valle dello Swat venne in gran parte pacificata entro il luglio 2009, anche se sono rimaste sacche isolate di talebani nella zona.
 
La fase successiva dell'offensiva dell'esercito pakistano era la formidabile regione del Waziristan. Un [[veicolo aereo senza pilota da combattimento]] (UCAV) statunitense [[attacchi dei droni in Pakistan|bombardò le FATA]] uccidendo il leader dei talebani, [[Baitullah Mehsud]], nel mese di agosto. Una lotta di potere travolse i talebani nel mese di settembre, ma entro ottobre era emerso un nuovo leader, [[Hakimullah Mehsud]]. Sotto la sua guida, i talebani lanciarono una nuova ondata di attacchi terroristici in tutto il Pakistan, uccidendo centinaia di persone. Dopo alcune settimane di attacchi aerei, artiglieria e attacchi di mortaio, 30.000 soldati passarono nel [[Waziristan meridionale]]. L'esercito poi riprese tutto il Waziristan meridionale.
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===Struttura di comando===
Il Presidente del Pakistan è il comandante supremo civile delle Forze Armate del Pakistan per legge. Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito (COAS), un generale a quattro stelle, è il più alto ufficiale generale (a meno che il generale a quattro stelle non sia il [[Presidente del Comitato di Capi di Stato Maggiore|Presidente]] del [[Comitato dei Capi di Stato Maggiore]]), un comandante da campo e operativo, nonché un alto ufficiale generale dell'esercito a quattro stelle, dirige il non combattimento e le operazioni di combattimento dal quartier generale di combattimento dell'esercito a Rawalpindi. Gli Ufficiali dello Stato Maggiore Principale (OSP) lo assistono nelle sue funzioni al livello di [[tenente generale]] che comprende un [[Capo di Stato Maggiore Generale (Pakistan)|Capo di Stato Maggiore Generale (CGS)]], sotto il quale esercitano le operazioni militari e le Direzioni d'Intelligence; il Capo di Stato Maggiore della Logistica (CLS); l'Aiutante Generale (AG); il Quartiermastro Generale (QMG); l'Ispettore Generale dell'Addestramento e della Valutazione (IGT ed E); il Segretario Militare (MS); e l'[[Ingegnere in capo (Pak Fauji)|Ingegnere in capo]], un topografo superiore dell'esercito. Una profonda riorganizzazione nel [[Quartier generale (Pak Fauji)|QG]] venne fatta nel settembre 2008 sotto il generale [[Ashfaq Parvez Kayani]], quando vennero introdotte due nuove posizioni OSP: l'Ispettore generale delle Armi e l'Ispettore Generale delle Comunicazioni ed IT, aumentando così il numero di PSO ad otto.<ref>Iftikhar A. Khan. [http://www.dawn.com/2008/09/30/top1.htm "Kayani shakes up army command"] ''Dawn'' (Pakistan), 30 September 2008.</ref>
 
La funzione del quartier generale comprende anche il [[Judge Advocate General (Pak Fauji)|Judge Advocate General]] (JAG), il Controllore del Personale Civile e l'Ingegnere in capo del [[Pakistan Army Corps of Engineers|Corpo del Genio]], che è anche capo del [[Servizio Militare d'Ingegneria]] (MES), anche tutti loro riferiscono al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.
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{{Vedi anche|Askari Bank}}
 
L'esercito del Pakistan ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella politica locale sin dal suo inizio principalmente con il pretesto della mancanza di buona leadership civile, corruzione ed inefficienza.<ref>Pamela Constable, Kamran Khan (16 October 1999). [http://pqasb.pqarchiver.com/washingtonpost/access/45610132.html?FMT=ABS&FMTS=ABS:FT&date=Oct+16%2C+1999&author=Pamela+Constable%3BKamran+Khan&pub=The+Washington+Post&edition=&startpage=A.19&desc=Army+Gets+A+Foothold+In+Pakistan%3B+Coup+Leader%2C+U.S.+Envoy+Discuss+New+Government "Army Gets A Foothold In Pakistan; Coup Leader, U.S. Envoy Discuss New Government"]. ''[[Washington Post]]''.</ref> Ha praticamente agito da terza parte che ha più volte preso il potere in nome della stabilità del Pakistan e ponente fine alla corruzione. Tuttavia, secondo gli osservatori politici, l'instabilità politica, l'illegalità e la corruzione sono le conseguenze dirette del dominio dell'esercito.<ref>Shaheen Sehbai [http://antisystemic.org/satribune/www.satribune.com/archives/200504/P1_ss3.htm Corrupt Musharraf's Generals, Exposed by Musharraf's Generals]. antisystemic.org.</ref><ref>Shyam Bhatia (17 September 2003) [http://web.archive.org/web/20130507091323/http://www.rediff.com/news/2003/sep/16pak3.htm Corruption rooted in Pak army: PPP]. Rediff.</ref>
La tradizione dell'insubordinazione dell'esercito verso la legittima leadership può essere fatta risalire al tenente generale Frank Messervy, che resistette agli ordini del padre fondatore del Pakistan Mohammed Ali Jinnah. Questo venne descritto come il motivo principale per il suo pensionamento anticipato. Tuttavia non gli impedì di essere onorato e promosso generale. Più tardi Douglas Gracey, il C. in C. dell'esercito del Pakistan non inviò truppe al fronte del Kashmir e rifiutò di obbedire all'ordine di farlo dato da Mohammad Ali Jinnah, governatore generale del Pakistan.<ref>{{Cita pubblicazione| doi = 10.1080/09592319708423174|titolo= Kashmir dispute and UN mediation efforts: An historical perspective|rivista= Small Wars & Insurgencies|volume= 8|numero= 2|pp= 61|anno= 1997|cognome1= Hilali |nome1= A. Z. }}</ref> Gracey sostenne che Jinnah rappresentava il Governatore Generale della Corona britannica di cui egli stesso era un incaricato. La stessa tradizione venne continuata dai loro successori, Ayub Khan, Zia e Musharraf, i quali ricevettero riconoscimenti, invece di essere processati per indisciplina, corruzione ed insubordinazione.
 
L'esercito gestisce il più grande business immobiliare in Pakistan sotto gli auspici della Defence Housing Society ed altre società del welfare. Tuttavia, di 46 progetti abitativi costruiti direttamente dalle forze armate, nessuno è per i soldati ordinari o per i funzionari civili e del personale assunto da parte dell'esercito.<ref>Siddiqa, Ayesha (2007) ''[[Military Inc.]]'' Karachi: Oxford University Press. ISBN 978-0-19-547495-4.</ref> L'esercito è anche impegnato in altre attività aziendali, quali allevamenti e prodotti lattiero-caseari destinati per uso personale dell'esercito. Altre imprese svolgono funzioni nell'economia civile locale, come panifici, servizi di sicurezza e bancari. Le fabbriche dell'esercito hanno prodotto tali beni come zucchero, fertilizzante, e stampi di ottone e li vendevano ai consumatori civili sia pure a prezzi superiori a quelli praticati dal personale militare.<ref name="ReferenceA">[http://www.globalsecurity.org/military/world/pakistan/army.htm Pakistan Army]. Globalsecurity.org.</ref>
 
L'esercito del Pakistan ha la quota maggiore nella borsa del Pakistan. Opera banche commerciali, compagnie aeree, acciaio, cemento, telecomunicazioni, petrolio ed energia, istruzione, sport, assistenza sanitaria e persino catene di negozi di alimentari e panifici.<ref>http://www.fascistarmy.org/.</ref>
 
Diverse organizzazioni dell'Esercito operano nel settore commerciale in tutto il paese. Ad esempio, il [[National Logistics Cell]] era responsabile per l'autotrasporto di prodotti alimentari ed altri beni in tutto il paese; la Frontier Works Organization costruì la Karakoram Highway in Cina; e la Special Communication Organization mantenne reti di comunicazione in parti remote del Pakistan.
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L'esercito ha dodici altri istituti di formazione e di istruzione, comprese le scuole concentrate su competenze specifiche, come la fanteria, l'artiglieria, l'intelligenza, l'ingegneria, o la guerra di montagna. L'[[National University of Sciences and Technology (Pakistan)|Università Nazionale delle Scienze e della Tecnologia]] (NUST) venne istituita assorbendo i collegi esistenti di Genio, comunicazioni, ingegneria elettrica e medicina. Al vertice del sistema di addestramento militare è il [[Command and Staff College]] a [[Quetta]], una delle poche istituzioni ereditate dal periodo coloniale. La scuola offre un corso di dieci mesi in tattiche, compiti di stato maggiore, amministrazione, e funzioni di comando attraverso il livello di divisione. Gli studenti provenienti da paesi stranieri, tra cui gli Stati Uniti, hanno frequentato la scuola, ma come riferito hanno criticato la sua attenzione e la mancata stretta di incoraggiare il pensiero speculativo o di dare adeguata attenzione ai soggetti meno glamour, come la logistica.{{Citazione necessaria}}
 
L'istituto d'addestramento di alto livello per tutte le armi di servizio è l'[[National Defence University (Pakistan)|Università nazionale di difesa]]. Originariamente fondata nel 1971 a [[Rawalpindi]], per fornire un addestramento in strategia militare più alto per gli ufficiali superiori, l'istituto venne trasferito a Islamabad nel 1995. Secondo Aqil Shah, il NDU è significativo per la comprensione delle norme istituzionali di tutela militare in Pakistan perché costituisce il "forum più alto dove la leadership militare si riunisce per l'istruzione comune." Senza la laurea presso la NDU (o un equivalente straniero), nessun ufficiale può diventare un generale. Inoltre, il programma di formazione NDU rappresenta un cambiamento radicale rispetto l'accento sulle funzioni operative e di stato maggiore nella formazione di giovani ufficiali (ad esempio, i maggiori allo Staff College) ad educare i colonnelli e i brigadieri generali su una vasta gamma di strategica politica, sociale, e fattori economici in quanto influenzano la sicurezza nazionale. In questo senso, esso costituisce il battesimo dell'ufficiale superiore del corpo in un quadro ideologico condiviso sul ruolo del caso, dello stato e del comportamento dei militari in materia di stato e di società. Questi valori condivisi influiscono su come questi ufficiali percepiscono e rispondono alle decisioni governative civili, politiche ed alle crisi politiche.<ref>Aqil Shah, The Army and Democracy: Military Politics in Pakistan (Harvard University Press, 2014), pp. 8–9 [http://www.hup.harvard.edu/catalog.php?isbn=9780674728936].</ref> Esso offre anche corsi che permettono ai civili di esplorare gli aspetti più ampi della sicurezza nazionale. In un programma avviato negli anni '80 per migliorare gli standard intellettuali del corpo degli ufficiali ed aumentare la consapevolezza del mondo esterno, un piccolo gruppo di ufficiali venne dettagliato all'addestramento accademico, ottenendo master e anche dottorati nelle università in Pakistan e all'estero.
 
Gli ufficiali pakistani vennero inviati all'estero nel corso degli anni '50 e '60 per l'addestramento in [[Regno Unito|Gran Bretagna]] ed altri paesi del [[Commonwealth delle Nazioni|Commonwealth]], e negli Stati Uniti, dove gli allievi numerosi a centinaia hanno partecipato ad una serie completa di istituzioni che vanno dalle scuole di corazzati e di fanteria alle istituzioni superiori di stato maggiore e di comando. Dopo il 1961 questa formazione venne coordinata nell'ambito del programma International Military Education and Training (IMET), ma i numeri variano con le vicende del rapporto militare di Stati Uniti e Pakistan. Di circa 200 ufficiali inviati ogni anno all'estero negli anni '80, più di due terzi andarono negli Stati Uniti, ma la cessazione degli aiuti degli Stati Uniti nel 1990 comportò la sospensione del programma IMET. Nel 1994 quasi tutta la formazione estera era nei paesi del Commonwealth. Tuttavia, dopo gli attacchi dell'[[Attentati dell'11 settembre 2001|11 settembre]], il Pakistan iniziò di nuovo l'invio di ufficiali nelle scuole dell'esercito degli Stati Uniti. Oggi ci sono più di 400 ufficiali in servizio nei paesi esteri. Gli ufficiali si ritirano tra i cinquantadue e i sessant'anni, a seconda del loro grado.
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===Donne e pakistani non-musulmani===
Le donne hanno servito nell'esercito del Pakistan fin dalla sua fondazione. Attualmente, vi è un numero considerevole di donne che servono nell'esercito del Pakistan. La maggior parte delle donne sono reclutate nell'esercito per svolgere lavoro medico ed educativo. Vi è anche la sezione Guardie Femminili della Guardia Nazionale del Pakistan dove le donne sono addestrati in scienze infermieristiche, welfare e lavoro d'ufficio e ci sono anche donne reclutate in numero molto limitato nella Janbaz Force. Solo recentemente il Pakistan ha cominciato a reclutare donne per la Forza di Polizia Elite anti-terrorismo nel 2007, diverse laureate vennero nominate per essere [[Sky Marshal]]s per le compagnie aeree situate in Pakistan.<ref name="Female Sky Marshals">{{citaCita news|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/south_asia/2144140.stm|titolo=Pakistan Female Sky Marshals|accesso=21 gennaio 2007 |editore=BBC News |data=23 luglio 2002}}</ref> Inoltre recentemente otto dei 41 allievi della Pakistan Military Academy di Kakul sono diventate prime donne guardie d'onore.<ref name="Female honour guards">{{citaCita web|url=http://www.ibnlive.com/news/pak-army-soon-have-women-officers/29471-2.html|titolo=Pakistan Female honour guards|accesso=21 gennaio 2007}}</ref> Il Pakistan è l'unico paese del mondo islamico ad avere '' [[maggiori generali]] '' femminili nell'esercito.<ref name="Female General">{{citaCita web|url=http://zahranaqvi.wordpress.com/2007/03/08/international-women%E2%80%99s-day-and-pakistan/|titolo=Pakistan is the only country in the Islamic world to have women Major Generals |accesso=16 aprile 2007}}</ref> Il maggior generale Shahida Malik, dottoressa dell'esercito, fu il primo generale a due stelle donna del Pakistan.{{Citazione necessaria}}
 
Pakistani non musulmani sono autorizzati a sedere in tutti gli esami e a servire in qualsiasi parte dell'esercito del Pakistan.
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Il Presidente sloveno presentò il tenente colonnello Rashid Ullah Beg e il tenente colonnello Khalid Amir Rana con l'Ordine d'Oro per i Servizi nella capitale del paese, Lubiana, per aver rischiato la vita durante la missione di soccorso, disse una dichiarazione del Pak Fauj.<ref>[http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/south_asia/6758251.stm BBC: Pakistan pilots get bravery award]. BBC News (15 June 2007).</ref>
 
Un team del Pak Fauj si è aggiudicato una medaglia d'oro al prestigioso Cambrian Patrol Exercise tenuta in Galles nel 2010. Secondo ISPR, "il team del X Corpo d'Armata, situato a Rawalpindi, ha rappresentato l'esercito del Pakistan nel Cambrian Patrol Exercise - 2010, tenutosi 11-13 ottobre 2010 e dalla grazia di Allah, la squadra ha dimostrato un'ottima prestazione vincendo una medaglia d'oro alla manifestazione, che è un grande onore, non solo per l'Esercito, ma per il Paese nel suo complesso."<ref>{{citaCita web|url=http://www.irandefence.net/showthread.php?p=923283 |titolo=Pakistan Army Wins Gold Medal @ International Cambrian Patrols Exercise – Page 3 – Iran Defense Forum |editore=Irandefence.net |accesso=15 maggio 2012}}</ref><ref>{{citaCita web|url=http://www.dailytimes.com.pk/default.asp?page=2010\10\21\story_21-10-2010_pg7_18 |titolo=Leading News Resource of Pakistan |sito=Daily Times |data=21 ottobre 2010 |accesso=15 maggio 2012}}</ref><ref>{{citaCita web|url=http://www.ispr.gov.pk/front/main.asp?o=t-press_release&id=1553 |titolo=Inter Services Public Relations – PAKISTAN |editore=ISPR |accesso=15 maggio 2012}}</ref><ref>{{citaCita web|autore=Times of Pakistan |url=http://timesofpakistan.pk/editorials/2010-10-23/when-going-gets-tough-tough-get-going/9298/ |titolo=When going gets tough, tough get going &#124; Times of Pakistan |editore=Timesofpakistan.pk |accesso=15 maggio 2012}}</ref>
 
==Equipaggiamento==