I Raggruppamento Motorizzato: differenze tra le versioni

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Il '''Primo Raggruppamento Motorizzato''' fu un'unità da combattimento del [[Regio Esercito]] italiano, costituita a livello di [[brigata]] ad essere inquadrata nell'[[Esercito Cobelligerante Italiano]].
 
Creato a [[San Pietro Vernotico]] in [[provincia di Brindisi]] in piena [[Seconda guerra mondiale]], sulla base del [[58ª Divisione fanteria "Legnano"|Comando fanteria della Divisione "Legnano"]], il 26 settembre [[1943]]<ref>Ordine di Protocollo n. 761 del Comando LI Corpo d'Armata. Cfr. Riccardo Scarpa, ''Vecchio e nuovo nelle Forze Armate del Regno d'Italia'' in ''La riscossa dell'Esercito. Il Primo Raggruppamento Motorizzato - Monte Lungo'', atti del convegno del Centro Studi e Ricerche Storiche sulla Guerra di Liberazione.</ref> per partecipare alla [[Campagna d'Italia (1943-1945)|Campagna d'Italia]] al fianco degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]], il Raggruppamento fu comandato dal [[generale]] [[Vincenzo Dapino]], a cui succedette il generale [[Umberto Utili]] sotto il quale venne ingrandito e trasformato nel [[Corpo Italiano di Liberazione]].
 
Il Primo Raggruppamento Motorizzato fu la prima [[grande unità militare]] dell'[[Esercito Cobelligerante Italiano]] a prendere parte alle operazioni della Campagna d'Italia accanto alle forze alleate dopo i fatti seguiti alla [[proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943]]<ref>Enrico Boscardi, ''Monte Lungo: spunti e considerazioni'' in ''La riscossa dell'Esercito. Il Primo Raggruppamento Motorizzato - Monte Lungo'', atti del convegno del Centro Studi e Ricerche Storiche sulla Guerra di Liberazione, p. 204.</ref>.
 
La bandiera di guerra era quella della divisione ''Legnano''. Il simbolo del reparto era lo [[Scudo araldico|scudetto]] [[Casa Savoia|sabaudo]] bordato d'azzurro<ref>Boscardi, cit. p. 229. L'adozione di questo stemma, "con gradimento sovrano", provocò polemiche da parte dei partiti politici, sulla stampa italiana e fra alcune frange della popolazione di Avellino, dove il reparto era di stanza. Cfr. Boscardi, cit. pp. 228 e ss.</ref>.
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=== La formazione ===
[[File:Re brindisi.jpg|thumb|left|Puglia, settembre 1943: dopo l'armistizio, Vittorio Emanuele III passa in rassegna una formazione del Regio Esercito.]]
Già da metà settembre 1943 il [[Regio Esercito]] era in grado di fornire immediatamente allo sforzo alleato almeno un [[corpo d'armata]], il LI Corpo d'Armata, con a disposizione due divisioni di Fanteria (''Piceno'' e ''Legnano''), due costiere (209° e 210°) e una brigata costiera (XXXI)<ref>Fabrizio Braccini, ''La riorganizzazione del Regio Esercito - la "Relazione Cadorna", in ''Il Secondo Risorgimento. Riorganizzazione e contributo delle FFAA regolari italiane - La Cobelligeranza'', Atti del Convegno di Bari del 28, 29, 30 aprile 1994, Centro Studi e Ricerche Storiche sulla Guerra di Liberazione, p. 107.</ref>; nonostante questo, dal settembre 1943, le autorità d'occupazione decisero di non avvalersi del contributo militare italiano<ref>Braccini, cit. pp. 96 e ss. e p. 110.</ref>. Il 21 settembre Mac Farlane comunicava a [[Pietro Badoglio|Badoglio]] che "per ordine superiore le truppe italiane non avrebbero dovuto più partecipare a combattimenti fino a nuovo ordine"<ref>Braccini, cit. p. 110.</ref>. Le proteste del governo regio e le insistenze dei comandi italiani (in concomitanza con la creazione nel nord della [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]])<ref>Braccini, cit. p. 111.</ref> fecero sì che gli Alleati rivedessero questa decisione, e solo tre giorni dopo autorizzarono la costituzione di un'unità a livello di divisione leggera che sarebbe entrata in linea sull'[[Appennino]] inquadrata nelle forze americane. Il 26 settembre 1943 il sottocapo di [[stato maggiore dell'esercito]], generale De Stefanis, con l'ordine di operazioni n.761 Op. prevedeva che<ref name =amicistoria>{{citaCita libro|cognome= Ricchezza |nome= Giulio |titolo= Vita e morte del soldato italiano nella guerra senza fortuna, volume XVI, Il difficile mestiere di alleato|annooriginale= 1974 |edizione= I edizione |data= |anno= |editore= Edizioni Ferni |città= Ginevra |pagine= 73-102|capitolo= cap. 2 }}</ref>:
{{citazione|deve costituirsi il Primo Raggruppamento Motorizzato, con le seguenti unità: comando, un [[reggimento]] di [[fanteria motorizzata|fanteria motorizzato]], un reggimento di artiglieria motorizzato,un battaglione controcarri, una compagnia mista genio, una sezione [[carabinieri]], un nucleo sanità, un nucleo sussistenza}}
Il Raggruppamento venne posto alle dipendenze del [[II Corps (United States Army)|II Corpo d'Armata americano]] comandato dal generale [[Geoffrey Charles Tasker Keyes|Geoffrey Keyes]] il 14 novembre 1943, dopo una esercitazione sul campo dall'esito positivo<ref name="Boscardi, cit. p. 220">Boscardi, cit. p. 220.</ref>. La disponibilità di uomini era elevata, visto il numero di sbandati presenti nei campi di raccolta della Puglia, come [[Galatina]], [[Maglie]], [[Lecce]], ma mancavano gli armamenti, il vestiario e i mezzi di trasporto; per fornire una quantità sufficiente di scarpe, per esempio, il generale [[Vittorio Ambrosio|Ambrosio]] dispose che ''al personale di truppa della [[Regia Marina]] e della [[Regia Aeronautica]] sia lasciato un solo paio di calzature...''<ref name =amicistoria/>.
 
A metà novembre dallo Stato Maggiore del Regio Esercito giunse l'ordine di inviare in licenza illimitata i sottufficiali non di carriera e i militari di truppa delle classi 1911 e 1912. Per il Raggruppamento significò la perdita di circa 600 uomini fra i più addestrati, a tre-quattro settimane dal previsto impiego operativo<ref>Questo provvedimento spinse Dapino a precipitarsi a Brindisi per protestare con il maresciallo Messe - da poco succeduto a D'Ambrosio al Comando Supremo. Cfr. Boscardi, cit. pp. 213 e 214.</ref>. Il generale [[Vincenzo Dapino]] non riuscì ad ottenere dal governo l'assegnazione di una indennità speciale di operazioni, in maniera da rendere il soldo percepito dai combattenti italiani non troppo inferiore a quello elargito dalla 5ª Armata USA ai propri militari: un fatto che incise negativamente sul morale, tanto da spingere il comandante a concedere di sua iniziativa un assegno straordinario di 10 lire per la truppa e 18 per i marescialli<ref>Lo SMRE approvò il fatto compiuto appena prima di far entrare in linea l'unità. Cfr. Boscardi, cit. 214.</ref>. In compenso - dal comando USA della 5ª Armata - Dapino ottenne una tabella viveri simile a quella americana, ma che non comprendeva alcuni generi di conforto, come il vino e le sigarette. Per questa necessità tuttavia il ministero della Guerra di Brindisi rifiutò (l'11 dicembre, dopo il primo combattimento a Monte Lungo) un invio - poiché "codesto Raggruppamento svolge attività a favore degli Alleati ed è da questi vettovagliato". Dapino anche in questo caso dichiarò che in mancanza di rifornimenti, avrebbe provveduto a comprare di sua iniziativa quanto necessario alla truppa<ref>Boscardi, cit. pp. 214 e 215.</ref>. Dapino rispose con una protesta formale il 19 dicembre. Contestò la decisione del Ministero e annunciò che avrebbe continuato a distribuire generi di conforto "ogni qual volta le truppe ne abbiano la necessità. Soldati che vivono per più giorni in posizioni di montagna, al freddo e alla pioggia, senza poter fare la tenda e confezionare il rancio e sottoposti a continue azioni di fuoco dell'avversario, e reparti che fanno faticose corveès notturne per trasportare in linea munizioni, viveri ed acqua non svolgono attività a favore degli Alleati ma rappresentano le sole truppe dell'Esercito Italiano che presentemente stanno combattendo"<ref>Boscardi, cit. p. 215.</ref>. In generale - tuttavia - il morale delle truppe veniva considerato alto tanto dai comandi italiani che da quelli alleati<ref>Boscardi, cit. pp. 217 e ss.</ref>
 
=== L'impiego operativo ===
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[[File:Fanti Montelungo 1943.jpg|thumb|left|Fanti italiani all'assalto sulle pendici di Montelungo, Caserta, dicembre 1943]]
Per valutare le capacità del reparto, il comando della V Armata statunitense fece predisporre una esercitazione tattica a [[Montesarchio]] il 26 novembre, che eccettuato il morale non soddisfece le aspettative degli Alleati, tranne che per la 51ª sezione di sanità (lodata per la prontezza degli allestimenti e l'affiatamento dei portaferiti), ma li convinse ad accettarne l'impiego operativo<ref name =amicistoria/>.
Il 29 novembre 1943 Keyes comunicò a Dapino l'intenzione di utilizzare l'unità in un'azione offensiva a Monte Lungo. Il 3 dicembre il Raggruppamento venne aggregato operativamente alla 36ª Divisione americana ''Texas''<ref>Boscardi, cit. p. 222.</ref> e venne inizialmente incaricato di partecipare allo sfondamento della [[Linea Bernhardt]], nel settore di [[Caserta]]. Qui, a [[Battaglia di Montelungo|Montelungo]], il reparto ebbe il battesimo del fuoco, con perdite sanguinose e soprattutto un alto numero di dispersi<ref>{{Cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/root/storia/1rgpt_sto_lungo.asp|titolo=1° Rgpt. Motorizzato - La battaglia di Monte Lungo|sito=sito dell'Esercito Italiano|accesso=26 aprile 2008}}</ref>; l'8 dicembre 1943 venne effettuato un primo assalto, andato a vuoto a causa della scarsa coordinazione con gli americani, la mancanza di informazioni precise sull'effettiva consistenza delle difese tedesche e di una adeguata preparazione e copertura d'artiglieria<ref>Boscardi, cit. p. 223 e ss.</ref>, che costò alla sola 2ª compagnia allievi ufficiali [[bersaglieri]] 32 morti, 40 feriti e 12 dispersi, con 4 ufficiali su 5 morti<ref name =amicistoria/>, oltre a varie perdite tra i due battaglioni di fanteria del 67º reggimento impegnati. In seguito alle considerazioni espresse da Dapino<ref>Boscardi, cit. pp. 225 e 226.</ref> al suo comando americano di riferimento, venne migliorata la coordinazione e l'appoggio d'artiglieria, e il Raggruppamento riuscì a conquistare Montelungo il 16 dicembre successivo. Il bilancio complessivo delle perdite tra le due azioni fu di 80 morti, 190 feriti e 160 dispersi ma impressionò gli Alleati che, secondo una frase del generale Utili, avevano impegnato gli italiani ''in funzione di cavie''<ref name =amicistoria/>.
 
L'episodio fu marginale dal punto di vista della [[Campagna d'Italia (1943-1945)|Campagna d'Italia]], ma fu la prima occasione per le truppe italiane di essere ammesse a combattere contro i tedeschi come unità organica accanto alle forze alleate. All'inizio del 1944 il generale Utili assunse il comando, ed oltre ad impedire il frazionamento dell'unità e l'impiego nelle retrovie come uomini di fatica del personale combattente, riorganizzò il reparto; venne effettuato l'avvicendamento del 67º reggimento fanteria con il [[68º Reggimento fanteria "Legnano"|68°]], reinquadrati i due battaglioni del [[4º Reggimento bersaglieri]] che erano stati aggregati ed inseriti un battaglione di [[paracadutisti]] (su tre compagnie) della [[184ª Divisione paracadutisti "Nembo"|divisione Nembo]], un reparto di [[alpini]] e [[10º Reggimento arditi|uno di incursori]], che portarono la consistenza numerica del Raggruppamento a 9500 uomini<ref name = roggero>{{cita libro | titolo = Le verità militari e politiche della guerra di liberazione in Italia | cognome = Roberto | nome = Roggero | url = http://books.google.it/books?id=BIVzVZoh8moC&pg=PA309&lpg=PA309&dq=primo+raggruppamento+motorizzato&source=bl&ots=j-oW7K2P_i&sig=2G7-vMun7UJH7ZLp9PYoHymNZtg&hl=it&ei=3Au2TYKjMoXHsga597TDDQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=10&ved=0CFwQ6AEwCQ#v=onepage&q=primo%20raggruppamento%20motorizzato&f=false| editore = Greco & Greco | anno = 2006 | isbn = 88-7980-417-0 | pagine = 720}} pp. 309-312.</ref>. Il 5 febbraio il Raggruppamento viene aggregato al Corpo di Spedizione francese nella parte di [[Abruzzo]] vicina a monte Marrone, e il 4 marzo respinge un attacco tedesco<ref name = roggero/>. Il 26 marzo il corpo francese viene ritirato dalla linea del fronte e gli italiani posti alle dipendenze del [[Secondo corpo polacco]] del generale [[Władysław Anders|Anders]], ed il 31 marzo alcuni reparti, tra i quali il [[Battaglione alpini "Piemonte"]] e i paracadutisti, vengono impegnati nella [[battaglia di Monte Marrone]] senza però riuscire a scalzare i reparti tedeschi dalla vetta<ref name = roggero/>.
 
=== La confluenza nel ''Corpo Italiano di Liberazione'' ===
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==Organico ed equipaggiamenti==
[[File:Organigramma I rgpt mot.jpg|thumb|L'organigramma del Raggruppamento al dicembre 1943|left]]Il Raggruppamento aveva la consistenza di una [[brigata]]<ref>O anche di "brigata rinforzata" cfr. Giuseppe Conti ''Il Regio Esercito da Cassibile a Monte Lungo'' in ''La riscossa dell'Esercito. Il Primo Raggruppamento Motorizzato - Monte Lungo'', atti del convegno del Centro Studi e Ricerche Storiche sulla Guerra di Liberazione, p.14.</ref>, essendo costituito dal [[67º Reggimento fanteria "Legnano"|67º Reggimento di fanteria]] della divisione ''[[58ª Divisione fanteria "Legnano"|Legnano]]'', dal LI Battaglione [[bersaglieri]] allievi ufficiali di complemento, dall'11º Reggimento [[artiglieria]], dal V Battaglione controcarri, da aliquote del [[Genio militare|Genio]] e servizi<ref>{{Cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/root/storia/1rgpt_reparti.asp|titolo=1° Rgpt. Motorizzato - I reparti|sito=sito dell'Esercito Italiano|accesso=26 aprile 2008}}</ref>. Il 4 novembre il reparto ricevette dal II distretto militare alleato in Italia l'ordine di movimento da San Pietro Vernotico verso Avellino, con tabelle di marcia prefissate, che si sarebbe dovuto concludere entro l'8 novembre<ref name =amicistoria/>, ma che non vennero assolutamente rispettate a causa delle precarie condizioni dei mezzi, già normalmente non all'altezza degli omologhi alleati, e delle condizioni meteo che resero vari ponti provvisori pericolanti<ref name =amicistoria/>. I suoi organici comprendevano uomini di tutte le regioni d'[[Italia]] e di diverse Armi<ref name="Boscardi, cit. p. 219">Boscardi, cit. p. 219.</ref> Forze Armate<ref>Erano presenti anche uomini provenienti dalla Regia Marina e inquadrati fra gli Allievi Ufficiali.</ref>, per complessive 5.000 unità. Il Raggruppamento soffriva di carenza di ufficiali esperti, anche a causa del fatto che ad una richiesta del generale Dapino di inviare al Rgpt alcuni ufficiali superiori, il comando della 7ª Armata rispose che "nessun ufficiale in SPE dipendente dalla 7ª Armata gradisce l'incarico"<ref>Boscardi, cit. p. 213.</ref>, e per giunta il capo di Stato Maggiore dell'unità fu avvicendato durante la permanenza ad Avellino.
 
L'equipaggiamento dell'unità invece lasciava molto a desiderare. Secondo gli osservatori alleati, "...il materiale oltre che essere insufficiente, fa pietà" e in una nota degli osservatori alleati uno degli interpreti italiani colse la frase "...sono degli straccioni..."<ref name="Boscardi, cit. p. 219"/>. Contemporaneamente [[Radio Londra]] il 4 novembre parlava di un "forte e potente raggruppamento motorizzato" "dotato delle migliori e più potenti armi"<ref name="Boscardi, cit. p. 220"/> ma che verrà ironicamente denominato ''moto-appiedato''<ref name =amicistoria/>. La precarietà iniziava dalle uniformi, logore e raccogliticce. In una lettera che il generale Dapino inviò ai comandi del LI corpo e allo SMRE, veniva elencata la mancanza di depositi di munizioni, automezzi, pneumatici e pezzi di ricambio, strumentazione del battaglione Genio, scarpe, giubbe per i motociclisti e impermeabili. La lettera rimase senza risposta<ref>Boscardi, cit. pp. 221 e 222.</ref>.
 
Il Raggruppamento per essere effettivamente "motorizzato" era stato dotato di tutti i camion reperiti, molti dei quali in condizioni più che precarie. Tuttavia forti problemi furono causati dalla requisizione dei mezzi efficienti del LI Corpo d'Armata ordinata dagli Alleati<ref>Braccini, cit. p. 99 e Boscardi, cit. pp. 211 e ss.</ref>. Inoltre gli Alleati - i britannici in particolare - avevano requisito al LI Corpo anche uniformi ed equipaggiamenti da destinare con urgenza ai partigiani iugoslavi, svuotando i magazzini della neonata Grande Unità<ref name="Boscardi, cit. p. 212">Boscardi, cit. p. 212.</ref> che in compenso non aveva avuto alcun aiuto alleato in termini di materiali. Gli americani proposero di assegnare all'unità un reparto salmerie someggiato, ma il Comando Supremo italiano rifiutò, ritenendo inapplicabile il binomio "mulo-autocarro". Una decisione su cui il Comando tornò in seguito, assegnando al Raggruppamento una batteria someggiata da 75/18 e il 250º Reparto Salmerie dopo i fatti d'arme a Monte Lungo (quando l'unità era passata, da gennaio 1944, sotto il comando di [[Umberto Utili]])<ref name="Boscardi, cit. p. 212"/>.
 
==== Ordine di battaglia ====