BHF-Bank: differenze tra le versioni

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|nazione = GERDEU
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|sito=www.bhf-bank.com/
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La '''BHF-Bank''' è una [[banca]] [[Germania|tedesca]] nata nel [[1970]] dalla fusione della ''Berliner Handelsgesellschaft'' con la ''Frankfurter Bank''. La Banca vanta una presenza internazionale con filiali in [[Lussemburgo]], [[Svizzera]], [[Emirati Arabi Uniti]], [[Egitto]] e [[Vietnam]].
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===''Berliner Handels-Gesellschaft''===
La '''Berliner Handels-Gesellschaft''' fu fondata a [[Berlino]] nel [[1856]] da importanti case bancarie, come ''[[Bankhaus S. Bleichröder|S. Bleichröder]]'', ''Breest & Gelpcke'', ''Bankhaus Magnus'', ''[[Mendelssohn (famiglia)|Mendelssohn & Co.]]'' e ''[[Oppenheim (famiglia)|Sal. Oppenheim]]'' in forma di [[società in accomandita per azioni]].
[[File:Berlin, Mitte, Behrenstrasse, Berliner Handelsgesellschaft 01.jpg|left|300 pxupright=1.4|thumb|La sede della ''Berliner Handels-Gesellschaft'' in Behrenstraße, 32,33]]
La giovane banca si impegnò nel finanziamento delle ferrovie nell'[[Impero germanico]], nell'[[Impero austro-ungarico]] e nell' [[Impero russo]]. Ma dopo qualche anno il finanziamento alle industrie divenne l'attività prevalente.
 
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Durante la [[repubblica di Weimar]] la banca conservò i suoi tradizionali legami con la grande industria. Dal momento che [[Walther Rathenau]] era il proprietario dell'AEG, secondo tradizione, il presidente del consigio d'amministrazione della società aveva anche la presidenza del consiglio d'amministrazione della ''Berliner Handels-Gesellschaft. La Banca, inoltre, non aveva nemmeno perso il suo carattere di banca d'affari della grande industria per le emissioni di strumenti finanziari.
 
Alla morte di Carl Fürstenberg, nel [[1933]] venne per la ''Berliner Handels-Gesellschaft'' il tempo della fine. La politica razzista del [[Nazionalsocialismo]] fece perdere tre dei quattro proprietari della Banca: tutti tre poterono lasciare la Germania in tempo.
 
Dopo la [[seconda Guerra mondiale]],la ''Berliner Handels-Gesellschaft'', che prima dell'inizio della Guerra era era annoverata fra le cinque ''Großbanken'' tedesche, trasferì la sede a [[Francoforte]]. La banca aveva il vantaggio di aver potuto conservare il proprio valore invirtù dei propri intrecci azionari con le industrie. La vicinanza con il mondo industriale fu per la ''Berliner Handels-Gesellschaft'' il fattore di successo anche durante la "Ricostruzione" degli [[anni Cinquanta]], e in particolare l'emissione e il collocamento di titoli giocò di nuovo un ruolo importante per la Banca.
 
Da quest'epoca sviluppò anche un consistente volume di attività nell'[[amministrazione di patrimoni]].
 
===''Frankfurter Bank''===
[[File:FrankfurterBank.jpg|250 px|thumb|La sede della ''Frankfurter Bank'' negli anni Cinquanta]]
La '''Frankfurter Bank''' fu fondata nel [[1854]] come [[banca centrale|banca d'emissione]] della [[Città libera di Francoforte]]. Si trattava di una banca privata di cui erano soci fondatori le banche ''Bethmann Bank'', ''Grunelius & Co.'', ''[[Rothschild]] & Söhne'' e la ''Frankfurter Vereinskasse'', che aveva lo scopo di facilitare la circolazione monetaria. Il nuovo istituto ottenne dalla Città il diritto di stampare banconote in fiorini dello Zollverein della Germania meridionale. Come requisito per svolgere tale funzione la ''Frankfurter Bank'' doveva essere finanziariamente solida e rinunciare alle operazioni rischiose: conseguentemente non le erano concesse le operazioni di deposito e di credito.
 
L'unificazione delle valute tedesche e la conseguente fondazione della ''[[Reichsbank]]'' nel [[1875]] limitò la la ''Frankfurter Bank' nella sua funzione originaria: essa rimaneva autorizzata a emettere banconote solo da cento marchi in su. I nuovi regolamenti autorizzavano, d'altra parte, la concessione di prestiti su interesse e in questo ambito la Banca trovò negli anni seguenti un nuovo sbocco.
 
La crescente limitazione dell'emissione di cartamoneta sotto la ''[[Reichsbank]]'' spinsero la ''Frankfurter Bank'' a rinunciare al proprio diritto di emissione nel [[1901]]. Nello stesso tempo, il privilegio accordatole dallo stato prussiano sin dal [[1866]] di negoziare obbligazioni pubbliche o garantite da enti pubblici rappresentò la base della attività della Banca fino alla fine della [[seconda Guerra mondiale]]. La cosiddetta "Mündelsicherheit" (letteralmente "sicurezza dell'orfano"<ref>concetto previsto dall'art. 1807 del [[Bürgerliches Gesetzbuch|BGB]]</ref>) significava che la Banca poteva fungere da deposito di somme collocate in impieghi molto sicuri. Da banco d'emissione, perciò, la ''Frankfurter Bank'' divenne una banca di gestione di patrimoni con una significativo volume di depositi di valori e di negoziazione di effetti. Inoltre la Banca era piuttosto attiva nel commercio dell'oro. Gli impegni nel credito all'industria e le operazioni di collocamento dei titoli e con l'estero, invece, le rimasero vietati.
 
Durante la [[crisi economica del 1929]] la ''Frankfurter Bank'', al contrario di molte altre banche, non si trovò in pericolo di chiusura, proprio perché non poteva intrattenere relazioni di credito con le industrie.
 
Dopo la [[seconda Guerra mondiale]] e la [[Marco tedesco|Riforma monetaria]] del [[1948]] la casa bancaria fu completamente ristrutturata. Dopo
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===''BHF-Bank''===
[[File:Frankfurt BHF-Bank.20130603.jpg|thumb|Il grattacielo ''BHF-Bank Hochhaus'']]
Nel [[1970]] la ''Frankfurter Bank'' e la ''Berliner Handels-Gesellschaft'' si fusero nella '''Berliner Handels- und Frankfurter Bank'''<ref>{{CiteCita booklibro|title titolo= Handbook on the History of European Banks|url = https://books.google.com/books?id=eXvfNDHpfWwC|publisher editore= Edward Elgar Publishing|date data=1 gennaio 1994-01-01|isbn = 9781781954218|first nome= Manfred|last cognome= Pohl|first2 nome2= Sabine|last2 cognome2= Freitag|first3 nome3= European Association for Banking|last3 cognome3= History}}</ref>. In tale occasione fu costruito il grattacielo ''BHF-Bank Hochhaus'' su progetto dell'architetto tedesco [[Sep Ruf]]: in quel momento era il più alto edificio di Frabcoforte. Nel [[1975]] la banca cambiò il nome in '''BHF-Bank'''. Durante gli [[anni Settanta]] e [[anni Ottanta|Ottanta]] la BHF era fra le maggiori banche d'investimento in Germania ed aveva la prima posizione nel [[mercato valutario]]. . Inoltre aveva estese partecipazioni nelle industrie.
 
Nel [[1995]] la BHF fu quotata in borsa, trasformandosi da società in accomandita per azioni a società per azioni. Dal [[1999]] al [[2004]] fu controllata dalla olandese ''[[ING Group]]'' e ribattezzata dal [[2002]] ''ING BHF-Bank''. Nello stesso anno la società uscì dal listino, dopo aver effettuato un'[[offerta pubblica d'acquisto]] sulle azioni rimanenti.
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==Note==
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==Altri progetti==