Rosolino Pilo: differenze tra le versioni

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Il tentativo definitivo iniziò con la partenze di Pisacane e i suoi, il 25 giugno. Pilo si occupò nuovamente del trasporto delle armi e partì il giorno dopo a bordo di alcuni pescherecci, con l'accordo di unirsi a Pisacane successivamente. Ma, anche questa volta, per sfortuna o per inesperienza come navigatore, Pilo finì per sbagliare rotta e, non potendo più raggiungere Pisacane, tornò a Genova lasciandolo senza i rinforzi e le armi che erano a lui necessarie. A Genova, Pilo e Mazzini, non poterono altro che attendere fiduciosi notizie dal Sud Italia. Il governo piemontese, nel frattempo, attuò misure repressive nei confronti dei cospiratori e Mazzini dovette far ritorno a [[Londra]], mentre Pilo riuscì a rifugiarsi a [[Malta]].
 
Alla notizia di insurrezioni popolari a Palermo e le prime voci di una spedizione di [[Giuseppe Garibaldi]] alla guida de[[i Mille]], il 28 marzo [[1860]], Rosolino, insieme a [[Giovanni Corrao]]<ref>Imbarcandosi a Genova sulla tartana “Madonna del Soccorso” di Silvestro Palmerini, comandata da [[Raffaello Motto]]</ref>, si affrettò a tornare nella sua [[Sicilia]] dove sbarcò il 10 aprile. Organizzarono un gruppo di volontari di un migliaio di uomini e, dopo la [[battaglia di Calatafimi]], contemporaneamente alla colonna garibaldina che [[Insurrezione di Palermo|marciava su Palermo]], avanzò dal lato opposto verso la città, ma, in uno scontro a fuoco, cadde sei giorni prima della conclusione dell'[[insurrezione palermitanadi Palermo|Insurrezione di Palermo]] del maggio 1860, presso [[San Martino delle Scale]].<ref>{{Cita|Pieri|p. 664}}</ref>
 
Alla memoria fu conferita, il 30 settembre [[1862]], la medaglia d'oro al valor militare con questa motivazione: {{Citazione|Morto sul campo combattendo con valore a San Martino di Monreale il 21 maggio 1860.|}}