Assedio di Monopoli: differenze tra le versioni

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{{Campagnabox Battaglie della guerra della Lega di Cognac}}
L''''assedio di Monopoli''' del 1529 fu un episodio della [[guerra della Lega di Cognac]].
Nel dicembre del [[1528]], [[Alfonso III d'Avalos]], marchese di [[Vasto]] scese in Puglia con un forte esercito per soggiogare le città ancora occupate dai francesi e dai veneziani<ref>Lo storico monopolitano Nardelli erroneamente considera il 1528 l'anno dell'assedio spagnolo</ref>; il provveditore Vittori prevenne l'attacco a Monopoli rafforzandone le difese con due galee e 500 fanti al comando di [[Ricciardo da Pitignano]] e [[Felice da Perugia]]. Nel marzo del 1529 Alfonso d'Avalos, attaccò direttamente Monopoli con 4000 fanti spagnoli, 2000 italiani armati di 12 pezzi di artiglieria e con l'aiuto di mercenari al comando di [[Fabrizio Maramaldo]]. La difesa della città fu organizzata in maniera ferrea dal veneziano Andrea Gritti. Alla difesa della città, parteciparono il conte di Montebello, il provveditore Vittori con Riccardo da Pitigliano, Renzo da Ceri, [[Camillo Orsini]], Marchese di [[Atripalda]] e di [[Montefredane]] e 800 monopolitani. Camillo Orsini si distinse subito per la sua energica azione, lavorando giorno e notte con i soldati e gli abitanti al rafforzamento delle opere difensive. Gli imperiali, dopo un intenso fuoco di artiglieria, condussero un attacco che provocò loro la perdita di 500/1&#160;000 uomini (di cui un centinaio uccisi nelle trincee con i cosiddetti "fuochi artificiati") e la rottura di 3 cannoni. Le truppe imperiali cominciarono così la costruzione di una nuova trincea verso la porta vecchia della città. Orsini fece edificare a sua volta una trincea per ostacolare i guastatori nemici nell'avvicinamento al fossato. Dopo qualche giorno vi fu una nuova sortita di 100 fanti armati dalla parte delle mura chiamata ''delle Pignate'': un incendio divorò gli appostamenti nemici e fu vanificato il lavoro di un mese. Gli imperiali, il 28 aprile 1529, visti inutili i propri sforzi, scoraggiati dalla defezione di molti degli italiani e delle truppe di Maramaldo (che a corto di viveri e mal pagate nel frattempo si erano date al saccheggio del territorio<ref>è in questa occasione che il Maramaldo saccheggia Noci e assedia invano Martina Franca</ref>), abbandonarono il terreno e si trasferirono a [[Conversano]] e di là infine a Napoli.