Branda de Lucioni: differenze tra le versioni

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Figlio secondogenito di Giuseppe Lucioni, tenente dell'esercito austriaco originario di [[Abbiate Guazzone]], e di Francesca Uslenghi, originaria di [[Castiglione Olona]], fu educato dallo zio paterno Pietro Lucioni, parroco di [[Limido Comasco]]. Si arruolò diciassettenne nell'esercito austriaco. Nel 1773 sposò a [[Gallarate]] Maria Teresa Landriani, figlia del conte Pietro Paolo e nipote di Marsilio Landriani.
 
Ex ufficiale dell'esercito austriaco e prigioniero dei francesi nel 1796, fu condannato a morte e poi graziato. In occasione della campagna austro-russa del [[1799]] nel Nord Italia, Branda de' Lucioni si mise al comando delle colonne dirette in [[Piemonte]]. Vedendo che la popolazione era insorta contro gli occupanti francesi, prese il comando delle operazioni. Si autodefinì "comandante dell'ordinata [[Massa cristiana]]", emanò proclami e costituì di fatto un esercito personale (i "brandalucioni", come furono chiamati). Pose l'assedio a [[Torino]], conquistata dai russi di [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov|Suvorov]] ma poi venne scaricato dagli stessi alleati, che disarmarono i "brandalucioni" e ne arrestarono il comandante.<br/>
 
Branda de Lucioni riuscì ad evadere, scappò oltre [[Appennino]] e fece perdere le proprie tracce.
Il quartier generale della Massa cristiana venne posto nei pressi di Torino: Lucioni e i suoi effettuarono continue sortite, provocando i francesi che governavano la cittadella. [[Pasquale Antonio Fiorella|Pasquale Fiorella]], il comandante della piazza, sembrò non curarsi della Massa di Lucioni: tentò di tranquillizzare la popolazione con diversi proclami, definendo in maniera sprezzante Lucioni e gli insorti come semplici briganti<ref>{{Cita libro|autore=Giorgio Enrico Cavallo|titolo=La tirannia della libertà, il Piemonte dai Savoia a Napoleone|anno=2016|editore=Chiaramonte Editore|città=Collegno|p=171|pp=|ISBN=978-88-95721-54-5}}</ref>.
 
Lucioni riuscì a tenere sotto scacco i francesi, ponendo di fatto l'assedio a [[Torino]] fino all'arrivo degli austro-russi comandati da [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov|Suvorov]]. Una volta conquistata la città e cacciati i francesi, tuttavia, Lucioni venne scaricato dagli stessi alleati, che obbligarono i "brandalucioni" al disarmo. Branda de Lucioni, insieme alle ultime sue forze, si diresse verso l'[[Appennino]] inseguendo le ultime forze francesi. Dopo questi ultimi episodi, le sue tracce si perdono.
 
==Note==