Il ciclope (Euripide): differenze tra le versioni

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[[File:Odysseus Polyphemos Cdm Paris 190.jpg|thumb|Odisseo e i suoi compagni accecano Polifemo. Coppa a figure nere, [[565 a.C.|565]]-[[560 a.C.]]]]
=== La parodia ===
In linea con il tono parodistico tipico dei drammi satireschi, il ciclope presentato nell'opera è assai diverso dal suo modello, il terribile Polifemo del [[trama dell'Odissea#Libro IX| canto IX dell’''Odissea'']]. Quest'ultimo è infatti un essere mostruoso, primitivo, privo di qualsiasi scrupolo morale e a cui è ignota qualsiasi forma di progresso. Persino la sua dieta è composta esclusivamente di latte e formaggio (a meno che non gli capiti di divorare qualche umano), ed ignora cibi più elaborati come pane e vino.
 
Il ciclope di Euripide è invece più civilizzato, e pur vivendo ai margini della società non ha nulla di bestiale. Vuole che i satiri gli puliscano bene la grotta, e mentre le sue greggi pascolano nei campi, lui se ne va a caccia, non per procurarsi il cibo, ma solo per divertimento. Mangia carne umana, è vero, ma desidera che sia cotta a puntino. Insomma non rappresenta più la selvaggia bestialità del ciclope dell’''Odissea'', ma una sua forma più moderna e più cittadina, al punto che i satiri restano, in quest'opera, le uniche creature veramente legate alla natura.