Teatro di Pompeo: differenze tra le versioni

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Benché [[Augusto]] avesse fatto murare la Curia come ''locus sceleratus'', il teatro rimase in uso e venne restaurato dagli imperatori fino al [[V secolo]] (ancora al tempo del re goto [[Teodorico il Grande|Teodorico]], un cancelliere di corte ricordava con parole piene di ammirazione il Teatro di Pompeo, ricco di marmi, sculture ed affreschi, con “caverne" coperte a volta con pietre pendenti collegate "in forme bellissime”).
 
Teatro e tempio furono più volte danneggiati da incendi<ref name="Borsari">Luigi Borsari, ''Topografia di Roma antica'', Ulrico Hoepli Editore, Milano, 1897, pp. 283-284.</ref>.
Attorno al 22 d.C. subì un primo incendio: i restauri furono compiuti da [[Tiberio]] e [[Caligola]] e il teatro fu nuovamente dedicato da [[Claudio]]<ref name="Borsari"/>. In occasione della visita del re armeno [[Tiridate I di Armenia|Tiridate]] a Roma, [[Nerone]] fece dorare tutto l'edificio in un solo giorno<ref name="Borsari"/>.
Nell'incendio dell'80 d.C., che tra l'altro distrusse il [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] di Agrippa, fu nuovamente danneggiato; il restauro fu eseguito da [[Tito (imperatore romano)|Tito]] e [[Domiziano]]<ref name="Borsari"/>. Gli ultimi incendi, dopo i quali il teatro non fu più restaurato, avvennero sotto gli imperatori [[Filippo l'Arabo|Filippo]] e [[Marco Aurelio Carino|Carino]]<ref name="Borsari"/>.
 
Nel Medioevo anche questo impianto divenne cava di materiali edilizi e fondamento di successivi edifici. Sulle rovine della cavea vennero edificate le dimore degli [[Orsini]] e la [[Chiesa di Santa Barbara dei Librai]].