Bernard Lewis: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nato in Gran Bretagna da famiglia ebrea, Bernard Lewis si è appassionato in gioventù agli studi e alle lingue del Medio Oriente. Ha servito nella Seconda guerra mondiale nell’intelligence militare.
 
Considerato uno dei massimi studiosi del [[Vicino Oriente]], è stato professore nella [[School of Oriental and African Studies]] dell'Università di Londra e professore emerito di ''Studi sul Vicino Oriente'' alla [[Princeton University]], arabista e turcologo specializzato sulla [[storia dei popoli islamici]] e sui rapporti tra l'[[Islam]] e l'[[Civiltà occidentale|Occidente]].
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È stato tra i curatori della ''[[Cambridge History of Islam]]'', strumento di riferimento fondamentale per gli studiosi.
 
== Pensiero ==
Le sue prese di posizioni assai critiche verso certe forme di pensiero dell'[[Islam]] moderno e contemporaneo gli sono valse alcune aspre contestazioni, specialmente in ambiente islamico.
 
Nel 1976, tre anni prima della Rivoluzione islamica a Teheran, Lewis, sulla rivista conservatrice Commentary, ha parlato di «Ritorno dell’Islam» in un momento in cui, ricorda in un recente articolo il discepolo Martin Kramer, la narrativa sul Medio Oriente era fondata sulle categorie politiche di destra e sinistra. Scrive Lewis di una «ricorrente riluttanza» a riconoscere «l’universalità della religione come un fattore nelle vite dei popoli musulmani»<ref>[http://www.lastampa.it/2016/06/08/cultura/luomo-che-previde-larrivo-della-jihad-eFgKb1cadTiBgA3zK7WdJI/pagina.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter Rolla Scolari, ''L’uomo che previde l’arrivo della Jihad'', La Stampa, 7 giugno 2016].</ref>.
 
In [[Francia]], negli [[Anni 1990|anni novanta]], la sua visione critica delle violenze perpetrate dai [[Giovani Turchi]] ai danni della minoranza [[Armeni|armena]] (che egli dubitava potessero essere bollate come "[[genocidio]]", limitandosi a qualificarle come "[[strage|massacri]]" in quanto non mossi dalla precisa volontà di eliminare tutti gli armeni) gli valsero una causa civile e la condanna alla simbolica multa di un franco.
 
Il tribunale in prima istanza non volle infatti tener conto della libertà d'indagine e di pensiero dello storico. Ad intentargli causa fu un'organizzazione che si batteva contro l'[[antisemitismo]], evidentemente non condizionata dal fatto che il grande studioso [[Regno Unito|britannico]] (che all'epoca già insegnava nella prestigiosa sede accademica di Princeton) fosse di estrazione ebraica.
 
== Opere ==
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* ''Notes on a Century'', Viking Press, New York, 2012
 
== Note ==
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== Altri progetti ==
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