Etnonimo: differenze tra le versioni

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Per esempio, ''tedesco'' è un esoetnonimo, mentre ''Deutsche/die Deutschen'' è l'endoetnonimo. In questo caso l'origine è comune (germanico *''thiodisk-'');<ref>{{cita libro | cognome=Devoto | nome=Giacomo | titolo=Avviamento all'etimologia italiana | editore=Mondadori | città=Milano | anno=1979 | p=425 }}</ref> non è così nel caso del [[lingua polacca|polacco]] ''Niemiec'', probabilmente dalla tribù germanica dei ''Nemeti'',<ref>{{cita web|url=http://books.google.ca/books?id=3QIaAAAAIAAJ&q=nemeti+etymology&dq=nemeti+etymology&ei=JxttSZPaOIjWNsy5sMwJ&pgis=1|titolo=The Journal of Indo-European studies|accesso=19 dicembre 2010}}</ref> o da ''niemych'' (muto, per estensione "che non parla polacco").<ref>{{cita libro|cognome=Vasmer|nome=Max|titolo=Etymological dictionary of the Russian language|editore=Progress|anno=1986|città=Mosca|pagine= III, p. 62|url=http://etymolog.ruslang.ru/vasmer.php?id=62&vol=3 }}</ref> Analogamente ''ungherese'' (così come ''Hungarian'' e ''Ungarer'', probabilmente dal bulgaro ''Onogur'', nome di una tribù turca)<ref>{{cita web|url=http://www.britannica.com/EBchecked/topic/428617/On-Ogur|titolo=Encyclopædia Britannica – On-Ogur|accesso=19 dicembre 2010}}</ref> è l'esoetnonimo mentre ''magyar'' è l'endoetnonimo; stessa cosa per ''armeno'' (endoetnonimo ''hay'') e ''albanese'' (endoetnonimo ''shqiptar'').
 
== Etnocentrismo ==
 
Un perfetto esempio di utilizzo etnocentrico degli etnonimi lo offrono le culture cinese e giapponese. L’eso-etnonimo wo (d’ora in avanti riportato secondo la pronuncia sino-giapponese wa), utilizzato dai cinesi per descrivere il popolo giapponese, si scrive con il sinogramma 倭. Se si analizza la
composizione interna del carattere, si fa un’interessante scoperta. Wa è composto da tre elementi distinti. A sinistra il radicale亻, variante di 人, significa persona o persone. A destra, invece, troviamo: in alto 禾, che rappresenta la spiga dei cereali, in basso 女, che significa donna. Questi due caratteri riflettono l’immagine di una donna chinata a raccogliere delle spighe, probabilmente di riso. Per questo motivo, l’origine etimologica dell’etnonimo wa rimanda a delle persone piegate nelle risaie intente a lavorare, quindi docili e sottomesse. Gli Han, tuttavia, erano perfettamente consapevoli della lunga storia alle spalle dei cinesi e non solo, erano fermamente convinti di essere culturalmente superiori a tutti gli altri popoli loro vicini. Questo sinocentrismo fece prevalere l’immagine chinata e accucciata dell’etimologia di wa, dando un connotato dispregiativo alla parola,
che finì per significare “nano”3. L’arcipelago giapponese quindi, era abitato da una moltitudine di nani.
Viceversa, quando i giapponesi utilizzarono il termine shinajin, il governo nipponico fu ripreso più volte dalla Cina per l’utilizzo della parola, la quale dopo il conflitto aveva assunto una connotazione dubbia. Dopo insistenti tentativi, il governo cinese riuscì ad imporre ai “nani armoniosi”
la parola chūgokujin, in uso tutt’oggi. Chūgokujin si scrive 中国人 e si traduce più o meno come “popolo del paese che sta al centro del
mondo”<ref>Andrea Pancini, [http://www.latigredicarta.it/wordpress/2015/04/11/i-giapponesiun-esercito-di-nani-armoniosi/ "Un esercito di nani armoniosi"], in La Tigre di Carta, 11 aprile 2015, ISSN 2421-1214.</ref>.
 
== Note ==
<references />
http://www.latigredicarta.it/wordpress/2015/04/11/i-giapponesiun-esercito-di-nani-armoniosi/
 
== Voci correlate ==
* Andrea Pancini, "[http://www.latigredicarta.it/wordpress/2015/04/11/i-giapponesiun-esercito-di-nani-armoniosi/ Un esercito di nani armoniosi]", in La Tigre di Carta, 11 aprile 2015, ISSN 2421-1214.
*[[Etnico (onomastica)]]
*[[Onomastica]]