Sirmione: differenze tra le versioni

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Il termine "Grotte" deriva da una tradizione [[XV secolo|quattrocentesca]], quando le rovine, prima degli scavi, apparivano sotto forma di caverne. La tradizione, a partire da [[Marin Sanudo il Giovane]], identifica la villa come appartenuta a [[Gaio Valerio Catullo]] che in un carme sostenne di possedere proprietà a Sirmione. Non vi è tuttavia alcuna certezza che la costruzione fosse la stessa dove visse il poeta latino, anche per l'accertata presenza di altre ville lungo la penisola<ref>Ad esempio, la De Franceschini (1999) riporta la villa di piazzetta Mosaici, quella del colle di Cortine e i resti rilevati nei pressi dell'albergo Regina. Cfr {{cita libro| autore=Marina De Franceschini| titolo=Le ville romane della X Regio (Venetia et Histria)| editore=L'Erma di Bretschneider| città=Roma| anno=1999| pagine=185-189| isbn=978-88-8265-019-3}}</ref>.
 
Il sito copre un'area di circa due ettari. La struttura ha una pianta rettangolare lunga 167 metri e larga 105 m con due avancorpi sui due lati corti e un giardino, ora utilizzato come oliveto, al centro. Gli ambienti della villa che sono visibili sono identificati da nomi convenzionali, derivati sia da una tradizione locale che da interpretazioni fornite dagli studiosi durante i primi scavi.
 
== Società ==