Teatro dell'Opera di Roma: differenze tra le versioni
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[[File:Palazzo Opera 40.jpg|upright=1.4|left|thumb|Il Palazzo dell'Opera nel [[1940]]]]
Nel [[1926]] il [[Comune di Roma]] acquistò il teatro e ne assunse la gestione. I lavori di completamento, ampliamento e ristrutturazione furono affidati all'architetto [[Marcello Piacentini]], che con la chiusura del teatro il 15 novembre 1926 rifece integralmente i prospetti esterni e aumentò di uno i tre ordini di palchi originali e fece installare uno straordinario lampadario di cristallo (Sei metri di
I 27 mila cristalli sono disposti su 560 strisce verticali. Sono 270 le lampadine utilizzate per far brillare i cristalli e 18 mila i watt di potenza necessari per poterle accendere). Questo lampadario è il più grande d’Europa.
Ogni cinque anni questo monumentale capolavoro dell’arte vetraia di Murano viene fatto calare con un argano dalla cupola del salone e sottoposto ad un Check up completo.
Il teatro assunse il nome di ''Teatro Reale dell'Opera'' e fu reinaugurato il 27 febbraio [[1928]] con il ''[[Nerone]]'' di [[Arrigo Boito]] diretto da [[Gino Marinuzzi (1882-1945)|Gino Marinuzzi]].
Fu poi eliminato l'ingresso di rappresentanza, che si affacciava sui giardini sul retro dell'hotel Quirinale, accessibile da un vicolo cieco oggi non più esistente. L'ingresso principale fu spostato da via Firenze a via del Viminale, ma non fu possibile, per la ristrettezza dei tempi, creare la nuova facciata sulla piazza secondo un progetto più radicale predisposto da Piacentini e rimasto tuttora inedito.
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