Wikipedia:Bar/Discussioni/Graffiti blasfemi e Wikipedia: differenze tra le versioni

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Ilaria578 (discussione | contributi)
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::Caro professore, permettimi di dire che hai sfondato una porta aperta. Soltanto, una domanda: chi oserebbe scrivere oggidì – senza cadere nel ridicolo - che Tertulliano, Clemente Alessandrino, Origene, Lattanzio, Gerolamo, Agostino e tanti altri sono dei ''bestemmiatori'' perché hanno irriso i vecchi dei? Eppure il ''lessema'' si attaglierebbe perfettamente a diversi loro scritti, ma io non mi sogno nemmeno di definirli tali. Per lo stesso motivo trovo ridicolo definire ''blasfemo'' quel graffito. ''Voilà tout''. La ''sfibrante vis polemica'' non c’entra nulla. Buona domenica da --[[Utente:Ilaria578|Ilaria]] 12:28, 15 apr 2007 (CEST)
:::Grazie per il professore (sarebbe del tutto ridicolo pensare che tale termine sia dispregiativo) e per il mio sfondamento d'una porta che tu mi assicura aperta e che a me sembrava invece riservare una trappola semantica che non debbe neppure spiegare per evitare di aprire un'altra (?) porta già aperta e per rispetto dell'intelligenza dei lettori.<br/>
:::Nelle mie non occasionali frequentazioni relative alla storia delle religioni e alla religiosità islamica in particolare, ti assicuro che l'uso di termini offensivi e/o irridenti rivolti a una qualsiasi divinità viene definito "blasfemia" o "bestemmia". Fu accusato di blasfemia ( ''mujaddif'' ) Salman Rashdie coi suoi "versetti satanici" e il peccato capitale di bestemmia è previsto in ambito israelitico. <br/>
:::Mi sembra di capire (ma forse sbaglio) che, secondo te, l'uso di un termine e di un concetto come quello di blasfemia conoscerebbe un crinale cronologico, al di qua del quale l'uso del termine sarebbe legittimo e al di là del quale diventerebbe improponibile perché non scientifico. Temo - se ho capito bene - che questo non risponda affatto alla realtà terminologica in uso per quella branca disciplinare che si chiama "storia delle religioni". ''Ergo'' l'uso del termine blasfemo è perfettamente lecito e scientifico in ogni epoca. Anche in contesto romano o greco e inferire che esso non sia applicabile al graffito in esame è del tutto infondato. Che l'intera espressione non sia invece quella normalmente impiegata fra epigrafisti e storici dell'arte, questo è ben possibile ma, come detto, sulla questione non posso entrare. Debbo per tutto ciò rimettermi alla miglior letteratura scientifica che studia la questione. Letteratura accademica, ebbene si!, ovvero "professorale". --[[Utente:Cloj|<span style="color:green;">'''Cl'''</span>]][[Discussioni utente:Cloj|<span style="color:red;">'''oj'''</span>]] 23:35, 15 apr 2007 (CEST)
 
Caro Cloj, chiarisco che ti ho dato del professore ritenendo che tu lo fossi realmente, non certo per fare dell’ironia; se così non è, non ho comunque bisogno di scusarmi, non sussistendo, come giustamente sottolinei, alcuna offesa. La porta aperta da me citata si riferiva alle definizioni di bestemmia e bestemmiatore, sulle quali non c’era bisogno di chiarimenti.
 
Nel merito: sostengo che la storia – sottolineo la storia – fa giustizia di definizioni irridenti e di polemiche che non hanno più senso. Oggi leggiamo con curiosità, mista a tenerezza, non certo con scandalo, i passi del ''Contra christianos'' di Celso - che insinua che Maria fosse una prostituta - o l’episodio delle ''Metamorfosi'' di Apuleio sulla vecchia cristiana presentata come una megera o i passi di Suetonio o di Tacito. Così il famoso graffito lo possiamo anche guardare con una qualche commozione, se pensiamo che proprio quel presente, l’episodio che determinò il gesto di quel vigile – allora scandaloso per l’Alexandros contro il quale era indirizzato – è cristallizzato in quella piccola incisione e l’intima ragione che lo determinò non potrà più tornare e quello scandalo è ormai soltanto una curiosità archeologica. Per questo motivo, definirlo blasfemo è assurdo per chi non sia un fanatico, non però, purtroppo, per chi pensi che il tempo e le ideologie ad esso legate siano un presente eterno e che la polvere che vi cade sopra si siano accumulate invano.
Allo stesso modo ci sono emotivamente indifferenti i passi di Lattanzio o di Agostino contro la vecchia religione, perché a quella religione non siamo mai appartenuti, ma neanche intellettualmente riusciamo a considerare blasfeme affermazioni scritte 1.800 anni fa, in una polemica che allora aveva un senso ma della quale la storia ha fatto – a torto o a ragione - giustizia. Sembra che per te la blasfemia non conosca confini di tempo; se è così, ne prendo atto, ma mi permetto di non seguire su questa strada nessuna siffatta letteratura, accademica e non. Mi aspetto allora – ripeto -. che quella letteratura giudichi blasfemi gli apologisti cristiani. Ma sono certa che, per fortuna, come non lo ha mai fatto, continuerà a non farlo.
 
Se poi vi è una letteratura nella quale ''l'uso del termine blasfemo è perfettamente lecito e scientifico in ogni epoca'', ti assicuro che ve n'è un'altra per la quale non che nulla sia considerato lecito e scientifico in una particolare epoca, ma che ciò che era lecito e scientifico in quella epoca, non è più lecito e scientifico in un'altra. Blasfemia compresa, grazie a Dio. --[[Utente:Ilaria578|Ilaria]] 01:15, 16 apr 2007 (CEST)