Ignacy Łukasiewicz: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m →‎Collegamenti esterni: Bot: fix citazione web (v. discussione)
Botcrux (discussione | contributi)
m →‎Biografia: Bot: Markup immagini, accessibilità
Riga 24:
 
== Biografia ==
[[File:AptekaMikolaschaLwow.jpg|thumb|left|250px|La farmacia di Piotr Mikolasch]]
[[File:Galicja1881.jpg|thumb|right|250px|Pozzi di petrolio in Galizia]]
[[File:Grabownicastarzenska 30XXw.jpg|thumb|right|250px|Pozzi di petrolio a Grabownica Starzeńska, anni Trenta]]
Ignacy Łukasiewicz nacque l'8 marzo 1822 a Zaduszniki, presso la cittadina polacca di [[Mielec]], allora facente parte dell'impero austriaco, a seguito della [[Spartizioni della Polonia|spartizione della Polonia]]. Suoi genitori erano Apolonia nata Swietlik e Józef Łukasiewicz, membro della ''[[intelligencija]]'' locale e veterano della [[Rivolta di Kościuszko]]. I suoi genitori affittarono una casa di campagna a Zaduszniki, ma poco dopo la nascita di Ignacy si dovettero trasferire a [[Rzeszów]] a causa di difficoltà economiche. Là Ignacy iniziò i suoi studi presso il ''Gymnasium'' locale, ma dovette abbandonarlo nel 1836. Per aiutare i suoi genitori, Ignacy Łukasiewicz si trasferì a [[Łańcut]] dove iniziò a lavorare come assistente di un farmacista. Quel periodo lo vide impegnarsi in varie organizzazioni politiche che sostenevano l'idea della restaurazione della sovranità polacca. Nel 1840 tornò a Rzeszów, dove continuò a praticare presso la farmacia di Edward Hübl. Nel 1845 incontrò [[Edward Dembowski]], che ammise Łukasiewicz al comitato direttivo (''Centralizacja'') dell'associazione illegale ''Towarzystwo Demokratyczne Polskie'' ("società democratica polacca"); l'obiettivo di questa organizzazione era quello di preparare una rivolta nazionale contro le potenze che avevano effettuato la spartizione della Polonia. A causa di ciò, il 19 febbraio 1846 Łukasiewicz fu arrestato dalle autorità austriache e imprigionato a [[Leopoli]]. Il 27 dicembre 1847 fu scarcerato per mancanza di prove ma per il resto della sua vita egli fu considerato politicamente sospetto. Gli venne anche ordinato di rimanere a Leopoli.