Franco Antonicelli: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:Antonicelli Germano.jpg|thumb|left|160pxupright=0.7|Con Renata Germano nel giorno del matrimonio]]
Figlio di Donato Antonicelli, un alto ufficiale pugliese, e di Maria Balladore, una borghese benestante, visse alcuni anni dell'infanzia a [[Gioia del Colle]], ospite dello zio paterno. Arrivato nel [[1908]] a [[Torino]], frequentò il [[Liceo classico Massimo d'Azeglio]], dove fu allievo di [[Umberto Cosmo]], e vi ottenne la [[Esame di maturità|maturità]]. All'[[Università degli Studi di Torino|Università]] si laureò prima in [[discipline umanistiche|lettere]] e successivamente, nel [[1931]], pensando di intraprendere la carriera diplomatica, anche in [[giurisprudenza]]. Durante i suoi studi conobbe molti esponenti dell'intellettualità torinese del tempo, come [[Augusto Monti]], [[Lalla Romano]], [[Leone Ginzburg]], [[Cesare Pavese]], [[Norberto Bobbio]], [[Massimo Mila]], [[Ludovico Geymonat]].
 
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Dopo il crollo del [[fascismo]], nel giugno del [[1945]], partecipò con [[Guido Seborga]], Norberto Bobbio, Massimo Mila, [[Francesco Menzio]], [[Giulio Einaudi]], Cesare Pavese e altri alla fondazione dell'« Unione Culturale » di Torino, che dopo la morte gli fu intitolata. La sua idea politica, favorevole a mantenere un'intesa con tutte le forze antifasciste nello spirito del [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]], e la sua scelta repubblicana vennero in conflitto con la linea del partito, sostenitore della monarchia e deciso a rompere l'unità antifascista. Così, nell'aprile del [[1946]], lasciò il Partito liberale per la « Concentrazione democratica repubblicana » di [[Ugo La Malfa]] e [[Ferruccio Parri]], confluita dopo il referendum del 2 giugno [[1946]] nel [[Partito Repubblicano Italiano|Partito repubblicano]], del quale divenne uno dei dirigenti con il congresso di [[Napoli]] del [[1948]]. Ma la scelta di allearsi con la [[Democrazia Cristiana]] alle elezioni del 18 aprile lo convinse ad abbandonare il partito.
 
[[File:Antonicelli-Trabucchi-Roveda.jpg|thumb|200px|Antonicelli, a sinistra, parla in piazza Vittorio a Torino il 6 maggio 1945. Al centro il generale [[Alessandro Trabucchi]] e a destra [[Giovanni Roveda]]]]
Con [[Alessandro Galante Garrone]], [[Paolo Greco]], [[Andrea Guglielminetti]], [[Amedeo Ugolini]] e [[Giorgio Vaccarino]] fondò il 25 aprile [[1947]] l'[[Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea "Giorgio Agosti"|Istituto Storico della Resistenza in Piemonte]] e ne divenne il primo presidente. In quell'anno pubblicò nella sua casa editrice ''[[Se questo è un uomo]]'', il capolavoro di [[Primo Levi]] che era stato rifiutato da altri editori, fra cui Einaudi. Fu una delle ultime pubblicazioni della casa editrice Da Silva, che l'Antonicelli chiuse nel [[1949]]. Collaborò in questo periodo alla [[Rai|RAI]] e al quotidiano torinese « [[La Stampa]] », con articoli sulla [[letteratura francese]] e sul [[decadentismo]] italiano.