Zabriskie Point (film): differenze tra le versioni

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Per le parti dei due protagonisti, Antonioni scelse due ragazzi privi di qualsiasi esperienza recitativa pregressa: [[Mark Frechette]] e [[Daria Halprin]]. La scelta di Antonioni per il protagonista maschile cadde su Frechette dopo che il regista vide per caso il ragazzo a una fermata dell'autobus imprecare pesantemente contro uno sconosciuto. La bella Daria era invece figlia della nota danzatrice post-moderna e kinesiterapeuta [[Anna Halprin]].{{cn}} Al contrario, molti dei ruoli comprimari furono affidati ad attori professionisti come, ad esempio, [[Rod Taylor]]<ref>Vagg, Stephen. ''Rod Taylor: An Aussie in Hollywood'', Bear Manor Media, 2010, pag. 144</ref>, [[G.D. Spradlin]] (in uno dei suoi primi ruoli importanti dopo molte apparizioni televisive negli Stati Uniti), e [[Paul Fix]], amico di [[John Wayne]] apparso in molti dei suoi film. Kathleen Cleaver, attivista membro delle [[Pantere Nere|Black Panthers]] e moglie di [[Eldridge Cleaver]], appare nella scena iniziale della riunione studentesca.
 
Le riprese iniziarono nel luglio 1968 a [[Los Angeles]], successivamente la produzione si spostò vicino [[Phoenix (Arizona)|Phoenix]] in [[Arizona]], e da lì nella [[Valle della Morte]].<ref name="making">chainedandperfumed.wordpress.com, ''[http://chainedandperfumed.wordpress.com/category/zabriskie-point/ Making Zabriskie Point]'', 17 November 2009, retrieved 29 January 2010</ref> Durante le riprese Antonioni rilasciò dichiarazioni polemiche nelle quali criticava l'industria cinematografica statunitense per il suo eccessivo sperpero di denaro, che egli riteneva "quasi immorale".<ref name="making" /> Antonioni richiese di ingaggiare diecimila comparse per la scena d'amore collettiva nel deserto. Scartata l'idea per ragioni di budget, fu deciso di far recitare la scena a membri della nota compagnia [[Teatro d'avanguardia|teatrale d'avanguardia]] ''The Open Theatre'', integrati da alcune comparse.{{cn}}
 
Fra le innumerevoli difficoltà incontrate nella produzione del film (protrattasi per oltre due anni), una delle più clamorose fu un'istanza del [[Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America|Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti]], che avanzò il sospetto che la scena di sesso nel deserto violasse una Leggelegge (il cosiddetto ''Mann Act'') che impediva il trasferimento di donne da uno Stato all'altro per scopi sessuali. Il fatto che la Death Valley si trovi in California, come Los Angeles, e che quindi nessuno degli "amanti" avesse varcato confini di Stato, fece cadere l'ipotesi di reato.{{cn}}
 
== Accoglienza e critica ==
Alla sua uscita nelle sale nel marzo del 1970, il film si rivelò un clamoroso [[flop]] al botteghino, incassando appenacirca 2 milioni di dollari circa,e dividendo pubblico e critica<ref>Bertoncelli, Riccardo. ''1969'', Giunti, 2009, pag. 158, ISBN 978-88-09-74203-1</ref>. I più rimproverarono al regista di aver visto l'America e i suoi conflitti interni in maniera semplicistica, riduttiva e parziale. Di aver, come si dice, "visto l'America da europeo", di aver piegato la realtà alle sue intenzioni, accusandolo infine di vaghezza, mistificazione e freddezza.
 
Particolarmente dura fu la critica americana. [[Vincent Canby]] sul ''[[The New York Times]]'' definisce il film come «un nobile impulso artistico cortocircuitato in una terra straniera»; i personaggi come puramente istintivi e privi di identità e il finale assurdo e ingiustificato. Canby, pur apprezzandone i lavori precedenti, punta il dito contro l'«austero e puritano Antonioni che ora sembra essersi dato all'erotico sfiorando la comicità involontaria»<ref>[[Vincent Canby]] ''[http://movies.nytimes.com/movie/review?res=9E04E2DB1F3FE034BC4852DFB466838B669EDE Screen: Antonioni's 'Zabriskie Point']'', ''[[The New York Times]]'', 10 febbraio 1970</ref>. Gli fece eco [[Roger Ebert]] che accusò il film di essere appesantito da ideologie che il regista non è stato in grado di comprendere<ref>[http://www.rogerebert.com/reviews/zabriskie-point-1970 "Zabriskiie Point."] ''Chicago Sun-Times.''</ref>. A queste critiche il regista così rispose: {{Citazione|Non sono un sociologo, il mio film non è un saggio sugli Stati Uniti ma si situa al di sopra dei problemi precisi e particolari di quel Paese. Ha essenzialmente un valore etico e poetico.<ref>Antonioni, Michelangelo. Intervista a ''Cinéma 70'', n. 147, giugno 1970.</ref>|Michelangelo Antonioni, giugno 1970}}
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La critica italiana invece appare più articolata. Alcuni condividono il giudizio degli statunitensi. [[Morando Morandini|Morandini]] liquida l'opera di Antonioni come «il film di un provinciale che punta al grandioso» e contesta la pochezza della storia<ref>''[[Il Morandini]]'', 2011</ref>. Secondo [[Paolo Mereghetti|Mereghetti]] «l'intepretazione del ribellismo giovanile già allora suonava enfatica e fasulla»<ref>''[[Il Mereghetti]]'', 2011</ref>. Altri invece apprezzarono il film. [[Lino Micciché]] polemizza direttamente con i critici americani:
 
{{Citazione|Sfortunati i popoli che hanno paura dei poeti. Rischiano di neppure riconoscerli. Alla maggior parte dei recensori statunitensi di Zabriskie Point sembra essere, infatti, totalmente sfuggito che l'ultimo film di Michelangelo Antonioni non è un "pamphhetpamphlet" contro l'America, ma un "poema" sull'America.<ref>''[http://www.mymovies.it/film/1970/zabriskiepoint/rassegnastampa/195389/ Zabriskie Point]'', [[Lino Micciché]]</ref>|[[Lino Micciché]]}}
 
[[Alberto Moravia]] giudica il film equilibrato se lo si interpreta non già come una mera storia d'amore, ma come una rappresentazione del conflitto tra due opposte visioni del mondo.
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Il finale, secondo Moravia, rappresenta la "punizione" per la civiltà consumistica per aver permesso che Tanatos prevalesse su Eros.<ref>[http://www.michelangeloantonioni.info/2013/08/22/zabriskie-point-di-alberto-moravia/ Zabriskie Point]'', [[Alberto Moravia]]</ref>
 
In retrospettiva ''Zabriskie Point'' è stato rivalutato anche come opera rappresentativa del lato trasgressivo e utopico degli anni sessanta, insieme a film come ''[[Easy Rider]]'', ''[[Il laureato]]'', o ''[[Punto zero]]'', diventando un [[Film di culto|cult movie]] principalmente grazie alla bellezza degli scenari paesaggistici, all'evocativa scena finale dell'esplosione immaginata della villa, e all'innovativo utilizzo della musica rock nella colonna sonora.
 
{{Citazione|I momenti più forti di Zabriskie Point sono quelli onirici, quando è la favola piuttosto che l'analisi che prende il sopravvento. Lo scoppio della villa di Taylor ed i frantumi che volano in aria e riempiono lo schermo al rallentatore producono ancora un impatto visivo potente. Zabriskie Point è, in fin di conti, una favola che termina in apocalissi|Filippo Salvatore<ref>[http://www.orizzonticulturali.it/it_interventi_Filippo-Salvatore-su-Antonioni.html orizzonticulturali.it] febbraio 2013</ref>}}