Alfred Guillard: differenze tra le versioni

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==Biografia==
 
Figlio del portiere della Scuola di Musica di Caen, Alfred Guillard fu allievo di [[Antoine-Jean Gros]]. Espose al ''Salon di Parigi'' dal 1842 al 1850. Nel 1848 presentò ''Il testamento di [[Guglielmo il Conquistatore]]'' e nel 1849 ''La regina Matilde lavora all'[[Arazzo di Bayeux|arazzo di Bayeux]]''.<ref>LeLa dueprima teletela sonoè conservateconservata al [[Musée des Beaux-Arts (Caen)|Musée des Beaux-Arts di Caen]] e la seconda tela è stata acquistata dalla città di [[Bayeux]].</ref> Nel 1841 divenne titolare dei corsi di disegno, alla Scuola municipale di Belle Arti di Caen.
 
===Il Museo di Caen===
 
Alfred Guillard fu il successore del pittore e caricaturista di [[Caen]] [[Henri Elouis]] (1755-1840)<ref>Dipinse il ritratto di Henri Elouis, ora conservato nellonel stesso[[Musée Museodes Beaux-Arts (Caen)|Musée des Beaux-Arts di Caen]].</ref>, nell'incarico di direttore del [[Musée des Beaux-Arts (Caen)|Musée des Beaux-Arts di Caen]] e in questa veste, dal 1841 al 1880, in occasioni diverse acquistò un centinaio di tele, tra le quali tre dipinti di [[François Boucher]], una ventina di [[Théodore Gudin]] e una tela di [[Pierre Mignard]].
 
Nel 1872 ottenne la più importante donazione per il suo Museo: il libraio di Caen [[Bernard Mancel]] donò opere che, nel 1845, aveva acquistato, a Roma, da vendite delle famose collezioni del [[Cardinale Fesch]], zio di [[Napoleone Buonaparte]]. Si trattava di circa 50.000 opere d'arte, tra cui incisioni di [[Dürer]], di [[Rembrandt]] e di [[Jacques Callot|Callot]] e, inoltre, di una trentina di tele, tra cui lo ''[[Sposalizio della Vergine (Perugino)|Sposalizio della Vergine]]'' di [[Perugino]], la ''Tentazione di Sant'Antonio'' di [[Veronese]] e una ''Madonna con Bambino'' su tavola di [[Rogier van der Weyden]] che fa parte di un dittico contenente un ritratto. L'antica presenza a Perugia dello ''[[Sposalizio della Vergine (Perugino)|Sposalizio della Vergine]]'' del Perugino è documentata: di lì la tela fu consegnata a Napoleone Bonaparte che la regalò allo zio, il [[Cardinale Fesch]]. L'Italia ha rivendicato invano la proprietà della tela.