Giovanni Gerolamo Savoldo: differenze tra le versioni

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=== La Pala di San Domenico di Pesaro ===
[[File:Giovanni Gerolamo Savoldo 004.jpg|thumb|left|''[[Ritratto d'uomo in armatura]]'' (1529 circa), [[Parigi]], [[Louvre]]]]
Il 15 giugno [[1524]], Savoldo firmò il contratto col frate priore Innocenzo da Pesaro per la realizzazione di una ''[[Pala di San Domenico di Pesaro|Pala]]'', da destinare all’altareall'altare maggiore della [[chiesa di San Domenico (Pesaro)|chiesa conventuale di San Domenico]] a [[Pesaro]], opera dal [[1811]] conservata nella [[Pinacoteca di Brera]] a [[Milano]]. La pala, venne realizzata tra il 1524 ed il [[1526]], con una ''Madonna in gloria col Bambino, due angeli musicanti e i santi Pietro, Domenico, Paolo e Gerolamo'' e sullo sfondo un paesaggio, identificabile con [[Venezia]] vista dalle [[Fondamenta Nuove]]. La commissione comprendeva anche l’esecuzionel'esecuzione di una [[cimasa]] con una "''Pietà di Nostro Signore Yhesu Cristo''", identificata con il ''Cristo morto sorretto da Giuseppe d’Arimatead'Arimatea'', conservato al [[Cleveland Museum of Art]] di [[Cleveland]], e una [[predella]], ora perduta, costituita da due "quadricti" e da uno sportello per il [[Eucaristia|Santissimo Sacramento]] con dipinta una ''Testa di san Pietro Martire''. Coevo è anche il ''Riposo durante la fuga in Egitto'' della [[collezione Castelbarco Albani]] di [[Milano]], già nella stessa chiesa di San Domenico a Pesaro.
 
Nell’ottobreNell'ottobre del [[1526]] il Savoldo fece testamento a [[Venezia]], nominando erede universale la moglie, "Marija fijamenga de Tilandrija": tale documento si redigeva solitamente o prima di partire per un viaggio o durante un'apparentemente grave malattia. Nel [[1527]] datò l’''Adorazione del Bambino'' delle collezioni reali di [[Hampton Court]] e sempre in quell'anno eseguì a [[Venezia]] un ''San Girolamo'' per la famiglia bresciana [[Averoldi]], probabilmente quello conservato alla [[National Gallery (Londra)|National Gallery di Londra]].
 
Verso il [[1529]] Savoldo realizzò il ''[[Ritratto d'uomo in armatura]]'', identificato erroneamente col condottiere [[Gaston de Foix]], che presenta che si protende lungo una diagonale tra due specchi che permettono di vederlo anche di lato e di spalle: uno dei contributi più noti per la disputa sul [[Paragone delle arti]], ripreso da un eprduto dipinto di [[Giorgione]], in cui si voleva dimostrare che la pittura, al pari della scultura, era capace di offrire molteplici vedute di un soggetto.
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=== A Milano ===
[[File:Savoldo, san matteo e l'angelo.jpg|thumb|upright=1.3|''[[San Matteo e l'angelo (Savoldo)|San Matteo e l'angelo]]'' (1534), [[New York]], [[Metropolitan Museum of Art]]]]
Secondo l’allievol'allievo [[Paolo Pino]], nel suo ''Dialogo della pittura'', intorno al [[1530]] Savoldo fu menzionato in una lettera di [[Gerolamo Genga]] come al lavoro per [[Francesco II Sforza]], duca di Milano: [[Giorgio Vasari]] ricordò alla [[Zecca di Milano]] "quattro quadri di notte e di fuochi"; alcuni identificano come opere facente parte di questa serie l<nowiki>'</nowiki>''Adorazione dei pastori'', nella National Gallery of Art di [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]] e il ''[[San Matteo e l'angelo (Savoldo)|San Matteo e l'angelo]]'', realizzato nel [[1534]] e ora conservato al [[Metropolitan Museum]] di [[New York]], ambientato in un notturno con una fonte di luce interna al dipinto, che accentua gli affetti chiaroscurali.
 
In questo periodo i bagliori tendono a diminuire, all'insegna di toni più smorzati e di passaggi di intima e delicata poesia<ref name=Z349>Zuffi, cit., pag. 349.</ref>.