Operazione Overlord: differenze tra le versioni

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[[File:Bundesarchiv Bild 101II-MW-3722-03, St. Nazaire, Zerstörer 'HMS Campbeltown'.jpg|miniatura|left|Il [[cacciatorpediniere]] [[Royal Navy|britannico]] [[HMS Campbeltown (I42)|HMS ''Campbeltown'']] dopo l'impatto con la chiusa del [[bacino di carenaggio]] del [[porto]] [[Francia|francese]] di [[Saint-Nazaire (Loira Atlantica)|Saint-Nazaire]]]]
Nei mesi che seguirono ''Arcadia'' gli statunitensi cominciarono ad orientarsi verso un'invasione oltre [[canale della Manica|la Manica]] in tempi brevi; qui incominciò il dibattito e una considerevole quantità di discussioni politiche e militari tra gli Alleati. L'impazienza dei comandanti statunitensi si contrapponeva con la cautela da parte britannica, e questo scontro di vedute caratterizzò il crescente dissenso tra i capi dello stato maggiore combinato per tutto il 1942 e per gran parte del 1943. Vennero studiate alcune operazioni al fine di mettere alla prova le difese tedesche; l'[[operazione Chariot]] del marzo 1942 aveva lo scopo di rendere inutilizzabile il bacino di carenaggio di [[Saint-Nazaire (Loira Atlantica)|Saint Nazaire]] che poteva essere usato dalle navi da battaglia tedesche e di danneggiare le installazioni portuali, e riuscì parzialmente nell'intento sebbene con forti perdite tra i [[commando]] ed i marinai dimostrando anche le lacune nelle difese di un porto [[Fortificazione|fortificato]]<ref>{{cita|Bertin1972|Vol. 1, p. 19}}.</ref>. Poi si ebbe il [[raid su Dieppe]] dell'agosto 1942, nel quale venne sacrificata una intera brigata canadese e concesso un grosso vantaggio propagandistico ai tedeschi, ma anche testati i primi tentativi di mezzi speciali, dei [[Mk IV Churchill|carri Churchill]] con modifiche che dovevano renderli anfibi ma che si rivelarono inefficaci. Il risultato fu quello di rafforzare le convinzioni tedesche sull'impenetrabilità del [[Vallo Atlantico|Vallo]], ma anche di accelerare i lavori di fortificazione successivi<ref>{{cita|Bertin1972|Vol. 1, p. 20}}.</ref>.
 
In un primo momento l'atteggiamento statunitense fu determinato dal timore del rapido crollo dell'alleato sovietico se gli alleati non avessero creato al più presto una imponente azione diversiva ad occidente. Così fu avviato lo studio del piano ''Round-up'' che i britannici disapprovarono, e si impegnarono per spostare le risorse verso obiettivi più modesti ma più realistici. Con riluttanza, nel 1942 Washington acconsentì all'[[Operazione Torch|invasione dell'Africa settentrionale francese]], ma dal momento che il concentramento di truppe in Gran Bretagna non si stava svolgendo nei tempi stabiliti, la campagna nel Nordafrica iniziava a trascinarsi senza risultati e la disfatta del raid su Dieppe aveva dimostrato i rischi di uno sbarco anfibio contro coste fortificate, divenne evidente per i comandi angloamericani che nel 1943 non ci sarebbe potuta essere una campagna di Francia e l'apertura del secondo fronte<ref>{{cita|Hastings|p. 20}}.</ref>.
 
Dall'altra parte, i lavori sulle fortificazioni proseguivano, ma venivano anche rallentati dai [[Sabotaggio|sabotaggi]] francesi supportati dal [[Special Operations Executive|SOE]] britannico e dai bombardamenti delle forze aeree alleate, guidati dalle informazioni che pervenivano sempre dalla [[resistenza francese]]; von Rundstedt dopo diciotto mesi di comando inviò un rapporto al Fuhrer nel quale lamentava l'incidenza dei trasferimenti di divisioni scelte verso il fronte orientale, ipotizzando che senza una sufficiente riserva strategica in caso di invasione non ci sarebbe potuto essere nessun contrattacco e tanto meno vittoria. Hitler, sulla base di questo rapporto e dei riscontri forniti dall'Organizzazione Todt sui lavori di fortificazione, inviò il feldmaresciallo [[Erwin Rommel|Rommel]] nel novembre 1943 ad ispezionare il Vallo<ref>{{cita|Bertin1972|Vol. 1, pp. 20,21}}.</ref>.
 
== Pianificazione ==
[[File:D-Day Statement to Soldiers, Sailors, and Airmen of the Allied Expeditionary Force - NARA - 186473.jpg|miniatura|right|Le istruzioni dello SHAEF per il D-Day alle forze armate alleate.]]
Il reale processo di pianificazione dell'invasione dell'Europa continentale cominciò a partire dal gennaio 1943, quando durante la [[conferenza di Casablanca]] i capi militari angloamericani si incontrarono per la seconda volta per fare il punto della situazione. Anche in questo caso i britannici riuscirono a far prevalere i loro punti di vista sulla conduzione della guerra, e gli statunitensi aderirono per predisporre i piani dell'[[sbarco in Sicilia|operazione Husky]], ossia l'invasione della [[Sicilia]], con la prospettiva di ulteriori operazioni militari in Italia<ref name="Hastings21">{{cita|Hastings|p. 21}}.</ref>.
I capi di stato maggiore statunitensi tornarono a Washington alquanto irritati, ma decisi a evitare ulteriori rinvii e convinti ad aprire un varco nel [[Vallo Atlantico]]. Alla conferenza svoltasi nel maggio 1943 a Washington, denominata in codice ''Trident'', fu stabilito che nella primavera del 1944 ci sarebbe stata l'invasione dell'Europa nordoccidentale, l'operazione ''Overlord'', e fu deciso, nonostante i dubbi britannici, l'attuazione dell'[[Operazione Dragoon|operazione ''Anvil'']], ossia l'invasione della [[Francia meridionale]] da svolgere in concomitanza con ''Overlord'' e a prescindere dai costi della campagna d'Italia<ref>{{cita|Ambrose|p. 65}}.</ref>. In effetti, vi era molto scetticismo da parte statunitense sull'idea britannica riguardo all'ordine di grandezza delle forze impegnate nello sbarco; esisteva un forte conflitto di priorità nei piani di costruzioni navali tra le navi da trasporto che venivano falcidiate dai sommergibili tedeschi a livelli record<ref name="cita|Harrison|p. 64">{{cita|Harrison|p. 64}}.</ref> e necessitavano di rimpiazzi, e i [[Mezzo da sbarco|mezzi da sbarco]] leggeri (Landing''[[landing Craftcraft]]'') e pesanti (Landing''[[landing Shipship]]'') la cui produzione nel 1942 si attestò sulla media di 60.000 tonnellate mensili; su queste previsioni venne impostato il dialogo durante la conferenza<ref>{{cita|Harrison|pp. 62-63}}.</ref>. Le previsioni iniziali di una forza da sbarco variabile da cinque a dieci divisioni imponevano nel secondo caso un numero di mezzi da sbarco dei vari tipi pari a circa 8.500, secondo stime fatte dal comitato congiunto ETOUSA ma presentate dai britannici a Washington, nondimeno vennero giudicate dallo Stato Maggiore Congiunto statunitense totalmente irrealistiche, ed ignorandone la reale provenienza ritennero perciò che ci fosse da parte britannica una reale volontà di non effettuare lo sbarco, cosa che li portò a spingere per l'attuazione dell'Operazione Torch<ref name="cita|Harrison|p. 64"/>; comunque la necessità politica di preventivare l'assalto alla Fortezza Europa portò alla rivalutazione delle forze da sbarco che comportò la necessità di 4.000 mezzi<ref>{{cita|Harrison|p. 65}}.</ref>.
 
Alla [[conferenza di Teheran]] del novembre 1943 i piani vennero presentati a Stalin, il quale li approvò in pieno<ref name="Hastings21"/>. Per tutto l'autunno e l'inverno del 1943 i comandi britannici furono molto critici nei confronti di ''Overlord'', e preoccupati dal fatto che se l'operazione non si fosse svolta con una netta superiorità di uomini e mezzi, le combattive e ben equipaggiate unità tedesche presenti nel nord della Francia avrebbero rappresentato un serio problema nella riuscita dell'operazione. Ma i dubbi di Churchill e dei comandi militari non riguardavano la necessità di invadere l'Europa, bensì quando farlo. I britannici vedevano grandi rischi nella fretta e notevoli vantaggi nel prendere tempo. L'esercito tedesco stava subendo enormi perdite sul fronte orientale, e i responsabili dell'aeronautica erano convinti che l'offensiva dei bombardieri strategici sui cieli della Germania stesse rapidamente erodendo le capacità produttive delle industrie tedesche<ref>{{cita|Hastings|p. 24}}.</ref>.