Diritto dell'Unione europea: differenze tra le versioni

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Il diritto sovranazionale dell'Unione europea non produce un effetto invalidante e derogatorio del diritto nazionale. Il primato di applicazione del diritto europeo non investe le disposizioni contrastanti del diritto dello Stato membro nella loro pretesa di validità, ma si limita a inibirne l'applicazione nella misura in cui i trattati lo prescrivono e nella misura in cui l'[[Adattamento_del_diritto_italiano_al_diritto_internazionale#La_dottrina_sull.27adattamento_delle_norme_europee|ordine di esecuzione]] nazionale, dato dalla legge di ratifica, lo consente. Il diritto nazionale in contrasto con quello comunitario e dell'Unione è disapplicabile solo nella misura in cui lo pretende il contenuto normativo opposto del diritto comunitario e dell'Unione <ref>[http://www.cortecostituzionale.it/documenti/convegni_seminari/Traduzione_sentenza.pdf Corte costituzionale tedesca, Sentenza del 30 giugno 2009]</ref>.
 
Il primato di applicazione del diritto europeo<ref> Per la primazia del diritto unionale rispetto alle norme interne confliggenti anche anteriori v., tra le tante, Corte di Giustizia, 5 febbraio 1963, causa 26/62, Van Gend en Loos; Corte di Giustizia, 15 luglio 1964, causa 6/64, Costa c. Enel; Corte di Giustizia, 16 giugno 1966, causa Lutticke; Corte di Giustizia, 21 giugno 1974, causa Reyners; Corte di Giustizia, 17 dicembre 1970, causa 11/70, Internationale Handelsgesellschaft; Corte di Giustizia, 9 marzo 1978, causa 106/77, Simmenthal; Corte di Giustizia, 22 giugno 1989, causa 103/88, Fratelli Costanzo, in cui la [[Corte di giustizia dell'Unione europea|Corte]] ha precisato che la prevalenza del diritto comunitario vincola non solo i giudici nazionali, ma "tutti gli organi dell'amministrazione, compresi quelli degli enti locali territoriali", a disapplicare le norme interne, statali e regionali, che si pongano in contrasto con il diritto comunitario.</ref> resta quindi, anche dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, un istituto derivato, fondato su un trattato internazionale che solo in virtù dell'ordine di esecuzione contenuto nelle leggi nazionali di ratifica produce effetti giuridici negli Stati membri. L'istituto del primato di applicazione non è esplicitamente previsto nei trattati, ma si è formato, in via interpretativa, per opera della giurisprudenza della Corte di giustizia nella prima fase dell'integrazione europea e questo non cambia il nesso di derivazione.
 
PerFino unaal prassiTrattato consolidatadi Lisbona, diritto penale e diritto amministrativo restano(nelle materie non di competenza dell'Unione) restavano competenza esclusiva degli Stati membri ed erano oggetto di [[metodo intergovernativo]] nell'ambito dei cosiddetti "secondo pilastro" e "terzo pilastro" del [[Trattato di Amsterdam]]. Il [[Trattato di Lisbona]] nel 2009, tuttavia, ha introdotto la possibilità per l'Unione Europea di legiferare in materia penale con direttive - non con regolamenti immediatamente esecutivi - che devono poi essere recepiti dagli Stati membri. Il primo testo di questo tipo era la Direttiva 2011/36/UE concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, il secondo è la Direttiva 2011/92/UE che armonizza le legislazioni penali in tema di pedofilia e pedopornografia.
 
== Conseguenze della violazione ==