Littera Florentina: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Il nome e l'origine dell'argomento principale
m Disambiguate Collazione to collazione (filologia) using popups
Riga 17:
}}
 
La '''''Littera Florentina''''' o '''''Codex Florentinus''''' (anche L''itteraLittera Pisana fino alla conquista di Pisa nel 1406'') è un prezioso [[manoscritto]] conservato presso la [[Biblioteca Medicea Laurenziana]] di [[Firenze]], considerato particolarmente importante in quanto riporta pressoché interamente (sebbene non manchino le lacune all'interno del testo) la parte più rilevante del ''[[Digesto]]'', compilazione delle opere dei principali giuristi romani voluta dall'Imperatore [[Giustiniano I]].
 
La datazione si situa attorno al [[VI secolo]], anche se alcuni studiosi tendono a ritenerla posteriore, comunque non oltre il [[VII secolo]]. L'esistenza del manoscritto proveniente da [[Bisanzio]] (via [[Amalfi]], secondo una tradizione cinquecentesca non confermata), è documentata a [[Pisa]] nel [[XII secolo]]. Tra il 1360 e il 1362 [[Leonzio Pilato]], su incarico del [[Consiglio degli Anziani (Repubblica fiorentina)|Consiglio degli Anziani]] fiorentino]] ne iniziò la trascrizione e traduzione, poi interrotta per il guastarsi dei rapporti diplomatici tra Pisa e Firenze: il lavoro di Leonzio è conservato sottoin forma di due fascicoli pergamenacei, acclusiallegati, rispettivamente, al termine del primo e all'inizio del secondo tomo.
 
Il manoscritto giunse poi a Firenze come bottino di guerra a seguito della presa di Pisa (9 ottobre 1406); a Firenze fu custodito a [[Palazzo Vecchio|Palazzo dei Priori]], e nel corso del XV secolo fu oggetto dell'interesse di numerosi [[Umanesimo|umanisti]], tra cui [[Giovanni Boccaccio]], [[Francesco Barbaro (politico)|Francesco Barbaro]], [[Ambrogio Traversari]], [[Cristoforo Landino]], [[Marsilio Ficino]], [[Agnolo Poliziano]], [[Carteromaco]].
 
Poliziano nel 1490 ne operò una [[collazione (filologia)|collazione]] con tre edizioni a stampa contemporanee, il che portò a varie correzioni ed estese revisioni del testo latino; dopo quest'epoca il governo di Firenze decise di tutelare ulteriormente il prezioso manoscritto, che iniziava a mostrare tracce di usura, commissionandone nel 1526 una copia a Niccolò Bonanni di San Gimignano, con [[Miniatura|miniature]] di [[Giovanni Boccardi (artista)|Giovanni Boccardi]]; la fine della breve vita della [[repubblica fiorentina]] portò all'interruzione dell'operadel lavoro.
 
Nel 1553 fu data alle stampe l'''[[editio princeps]]'' a cura di [[Lelio Torelli]] e del di lui figlio Francesco, con la collaborazione di [[Piero Vettori]].
 
Trasferito nella Sala della Guardaroba del Palazzo dei Priori, il manoscritto fu esaminato da [[Jean Mabillon]] e [[Antonio Magliabechi]] nel 1686; quattro anni dopo scampò fortunosamente ada un grave incendio.
 
Nel 1761 il Bibliotecariobibliotecario della Laurenziana, [[Angelo Maria Bandini]], chiese ede ottenne dal Consiglio di Stato il trasferimento dei manoscritti dalla Guardaroba alla Laurenziana; le polemiche susseguenti fecero sì che solo dopo venticinque anni il trasferimento effettivamente avvenisse, e solo nel 1793 i codici ritornarono fruibili al pubblico.
 
DagliDal iniziprincipio del XX secolo, in seguito a restauro, il manoscritto è sfascicolato e conservato in due cassette rispettivamente di 450 e 476 fogli.
 
==Bibliografia==