Architettura neoclassica in Italia: differenze tra le versioni

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A [[Roma]], dopo la straordinaria stagione [[Architettura barocca|barocca e tardobarocca]] che produsse i suoi frutti fino ai primi decenni del Settecento, non si registra un'attività particolarmente vivace. La cultura teorica del Veneto trovò comunque a Roma un punto di riferimento: l'ammirazione per [[Andrea Palladio|Palladio]] e lo studio del mondo antico si fusero così in un'unica linea culturale. Del resto, nel 1740, [[Giovanni Battista Piranesi]] (1720-1778) giunse nella capitale dello [[Stato Pontificio]] da Venezia; lo studio delle vestigia romane fornirono un entusiasmante stimolo per la sua produzione incisoria, con la stesura di opere che molto influenzeranno la cultura neoclassica. Tuttavia, la sua produzione architettonica fu limitata: la [[Chiesa di Santa Maria del Priorato (Roma)|chiesa di Santa Maria al Priorato]] (1764) appare come un edificio assai tradizionale, denso di decorazioni assolutamente distanti dalla serenità ellenica vagheggiata da [[Johann Joachim Winckelmann]].
Un altro veneto, [[Giacomo Quarenghi]] (1744-1817), prima di partire per la [[Russia]], ricostruì la [[Monastero di Santa Scolastica|chiesacattedrale di Santa Scolastica]] a [[Subiaco]], in un [[palladianesimo]] semplificato e rivisitato tramite la conoscenza degli antichi monumenti.<ref>A.M. Matteucci, ''L'architettura del Settecento'', cit., p. 34.</ref>
 
La seconda metà del secolo vide attivo il marchigiano [[Carlo Marchionni]] (1702-1786), che fu chiamato a realizzare la [[Villa Albani|villa del cardinale Albani]]. Caratterizzata da un neocinquecentismo ridondante, la dimora può essere considerata un teatro per i nuovi orientamenti dell'architettura romana;<ref>A.M. Matteucci, ''L'architettura del Settecento'', cit., p. 40.</ref> basti pensare che il suo committente era un grande collezionista di reperti archeologici, promotore di campagne di scavo, ai cui meriti si aggiunse quello di aver nominato come proprio bibliotecario il Winckelmann.