Pittaco: differenze tra le versioni
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Partecipò alle lotte civili per il controllo del governo di Mitilene: insieme con i fratelli del poeta [[Alceo]], Antimenide e Cici, guidò la congiura che rovesciò la tirannia di Melancro, intorno al 612 a.C.<ref>{{cita|Suida|Π 1659 Adler}}; {{cita|Diogene Laerzio|I, 74}}.</ref>
Guidò subito dopo le guerre contro gli Ateniesi: la leggenda sostiene che avrebbe ucciso a singolar tenzone il generale ateniese Frinone, avvolgendolo in una rete.<ref>{{cita|Suida|Π 1659 Adler}}; {{cita|Diogene Laerzio|I, 74}}; Plutarco, ''Sulla malignità di Erodoto'', 15 (''Moralia'' 858 a-b); Strabone, ''Geografia'', XIII, 1, 38.</ref> A capo di Mitilene subentrò [[Mirsilo di Mitilene|Mirsilo]], alleato di Pittaco, secondo quanto riferisce un frammento di un carme di Alceo.<ref>Alceo fr. 70 Lobel-Page.</ref> Alla morte di Mirsilo, nel 590, Pittaco gli succedette come [[esimneta]], assumendo il potere in città e detenendolo per dieci anni prima di ritirarsi a vita privata.
Sua moglie era sorella di [[Dracone]], aristocratica, che lo trattava con alterigia, perché di condizione superiore alla sua.<ref>{{cita|Diogene Laerzio|I, 81}}.</ref> A questo proposito, un epigramma di [[Callimaco]] riporta che a un giovane che gli domandava quale donna si dovesse sposare, se di condizione simile o superiore alla propria per nascita e ricchezze, Pittaco indicasse un gruppo di ragazzi invitandolo a seguire i loro consigli. Il giovane vide che i ragazzi, nei loro giochi con le trottole, dicevano: "Avanza dietro le loro orme!" e "Prendi quella alla tua portata!" e così capì chi scegliere.<ref>Callimaco fr. 1 Pfeiffer = ''Antologia palatina'', VII, 89.</ref>
Si dice che abbia perdonato l'assassino di suo figlio Tirreo, dicendo che "Il perdono è migliore del pentimento"<ref>{{cita|Diogene Laerzio|I, 76}}, che cita la notizia dai ''Memorabilia'' di [[Panfila di Epidauro|Panfila]].</ref> e abbia fatto rilasciare il poeta Alceo, suo avversario politico,<ref>Pittaco
Emanò una legge che
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== Note ==
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