Cerami: differenze tra le versioni

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L'Ottocento fu un secolo di ulteriore risveglio nella vita di Cerami. La famiglia [[Rosso (famiglia)|Rosso]] è sempre la guida del paese, tranne qualche parentesi. Cresce ancora la popolazione, che nel 1852 arriva a 5.162 unità.<ref>Un po' meno del doppio della popolazione attuale.</ref> Il centro della vita paesana si sposta verso sud. Due avvenimenti scuotono, in questo periodo, la vita di Cerami. Nel [[1848]] il popolo si ribella contro la [[tassa sul macinato]]. Nel [[1860]], durante disordini popolari, viene trucidata la famiglia Fego. Cerami non rimase estranea agli ideali risorgimentali, mazziniani, repubblicani, tenuti vivi da due uomini, Francesco Paolo Schifani prima, torturato dai borbonici, e l'avvocato Giuseppe Anello poi, che agiva in stretto rapporto di collaborazione con Antonio Giuseppe Schiaccitano di Capizzi. L'Anello lasciò delle lettere di Mazzini, andate smarrite o distrutte. Si restaurano, si abbelliscono in questo secolo, le chiese. La borghesia locale acquista una certa potenza; gareggia, o cerca di gareggiare, con le famiglie nobili dei paesi vincitori, insegue la ricchezza, mira ai posti di comando. Non mancano esperti muratori, scalpellini, falegnami, come dice Pagliaro Bordone, accanto ai quali lavorano altri venuti da fuori. Non c'era infatti a Cerami un artigianato come a Nicosia, Capizzi, [[Troina]], dove gli artigiani erano quasi degli artisti e formavano maestranze, pur attingendo e copiando da varie e diverse scuole. Langue la vita religiosa, malgrado le frequenti feste in onore dei vari santi.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Cerami}}