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== Storia ==
{{citazione necessaria|I reperti di una villa romana attestano la frequentazione del territorio sin dall'antichità.}}<ref>[http://www.comune.ascolisatriano.fg.it/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idservizio/20030/idtesto/104]</ref> Il toponimo di Orta, invece, è attestato in atti notarili del [[1142]] e in un documento del 1184 secondo il quale si trattava di un casale alle dipendenze dell'abbazia di [[Venosa]]. Si ha notizia di una residenza imperiale, fatta erigere da [[Federico II di Svevia|Federico II]], che ne affidava l'esecuzione all'architetto [[Anseramo da Trani]]. A tale residenza fa cenno un frammento epigrafico rinvenuto alla fine del [[XVIII secolo]] e del quale permane solo una documentazione fotografica realizzata dall'Haseloff agli inizi del Novecento.
 
Dalla residenza in Orta, Federico II emise nella primavera del 1240 numerosi editti, raccolti nei ''Registri della Cancelleria Angioina'' ricostruita da R. Filangieri. Tra il 1259 ed il 1263 è documentata la presenza di [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] che, da Orta, emanò il ''Datum Orte'', atto col quale aveva inizio la fondazione di [[Manfredonia]]. Editti promulgati da [[Carlo I d'Angiò|Carlo D'Angiò]] tra il 1266 ed il 1283 riguardano la ristrutturazione del Castello di Orta e della Masseria Regia "custodita" dal nobile Egidio de Ogale nel 1269. L'anno successivo troviamo ''contergius'' - e dunque custode - ''castri Orte'' Pietro Galesio, mentre nel 1271 il ''carpenterius'' Giovanni da Toul ripara il "palazzo". Tra il 1272 ed il 1273, Orta veniva abbandonata dagli abitanti, inducendo il Carlo D'Angiò ad ordinare di ritornare nel "Casale", promettendo esenzioni dai tributi. In questo periodo era custode del castello Roberto de Sancto Arnulfo