Modena: differenze tra le versioni

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Tra fine Ottocento e inizio Novecento l'Emilia (e in particolare la provincia di Modena) divenne un baluardo socialista prima e comunista poi.
 
Il fenomeno dell'occupazione delle terre fu molto forte e si scontrò con la violenza fascista. Dopo il settembre [[1943]], Modena e i suoi comuni dovettero sopportare distruzioni, massacri, saccheggi, umiliazioni ad opera degli occupanti tedeschi e della milizia fascista. Nonostante la repressione, la Resistenza ebbe, con alterne vicende, una presenza sempre attiva nel territorio. Dopo la guerra quella zona che per i vent'anni del regime veniva chiamato "Il triangolo Nero" (in quanto completamente controllato dai fascisti) prese il nome di "Triangolo Rosso" o "[[Triangolo della morte (Emilia)|Triangolo della morte]]". Tale denominazione viene usata da diversi storici per ricordare le circa 2000 uccisioni di civili e militari perpetrate, dopo la caduta del regime fascista e particolarmente nel biennio [[1946]]-[[1948]], da alcune brigate di ex-partigiani comunisti che si erano dati il nome di "Gruppi d'Azione Partigiana" (GAP), come rappresaglia contro chi veniva ritenuto compromesso con il regime.
 
Il 9 gennaio [[1950]], sei operai vennero uccisi dalla [[polizia]], durante una manifestazione che chiedeva la riapertura delle [[Fonderie Riunite]].