Sella curule: differenze tra le versioni
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Il simbolo di potere rappresentato dalla sedia curule affonda le sue radici nell'antica [[Etruria]]; infatti già gli [[Etruschi]] consideravano lo scranno pieghevole a forma di sella una prerogativa di chi poteva esercitare il potere (giudiziario ed esecutivo) sul popolo. Fu portato a [[Roma antica|Roma]] dal quinto re, [[Tarquinio Prisco]].<ref name="FloroI,5.6">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 5.6.</ref>
{{Citazione|Compiute secondo il rito le cerimonie sacre e riunita in assemblea la massa che non avrebbe mai potuto unificarsi in un unico organismo popolare se non con leggi, Romolo dettò norme giuridiche. Dunque, stimando che esse sarebbero apparse inviolabili a un materiale umano ancora rozzo solo se egli stesso si fosse reso venerabile per mezzo di segni esteriori dell'autorità, si fece più maestoso con fasto dell'abbigliamento e particolarmente con la guardia dei dodici littori. Alcuni ritengono che egli abbia considerato il numero degli uccelli che gli avevano presagito il potere. A me non dispiace l'opinione di coloro che pensavano che anche questo tipo di guardie derivasse dai vicini Etruschi da cui fu ricavata anche la sella curule e la toga pretesta, e pensano che anche il numero dei littori venisse di là e che tale fosse presso gli
== Note ==
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