Arles: differenze tra le versioni

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I [[Roma (città antica)|Romani]] si installarono stabilmente in Provenza nel [[122 a.C.]], e con ogni probabilità alcuni anni più tardi, al momento della costituzione della Narbonense ([[118 a.C.]] circa), l'emporio arlesiano fu incorporato nella nuova provincia.<ref>Taluni ritengono tuttavia che Arles sia continuata a dipendere economicamente da Massalia, fino a quando quest'ultima venne definitivamente assorbita nello stato romano (49 a.C.). Cfr. a tale proposito: AA.VV., ''Provence'', Clermont-Ferrand, Michelin et Cie, Propriétaires-Éditeurs 1993, p. 65, ISBN 2-06-700362-3</ref> Nel [[104 a.C.]] [[Gaio Mario|Mario]] fece scavare un canale nei pressi di Arles, che congiungeva il Rodano al golfo di [[Fos-sur-Mer|Fos]] per facilitare e ampliare la navigazione nella regione. In questa prima epoca romana l'abitato dovette svilupparsi notevolmente acquisendo connotazioni pienamente urbane ed assumendo il nome di ''Arelate'', toponimo di probabile origine [[Lingua celtica|gallica]], con il significato di luogo presso (''are'') lo stagno (''late''); con tale denominazione sarà menzionata da [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] nel ''De bello civili''<ref>Giulio Cesare, ''De bello civili'', I, 36 e II, 5</ref>. Durante la [[guerra civile romana (49-45 a.C.)|guerra civile tra Cesare e Pompeo]] si schierò a fianco di Cesare riuscendo ad armare in un solo mese dodici navi da guerra che egli stesso aveva richiesto<ref>Giulio Cesare, ''op. cit.'', I, 36 e II, 5</ref> e dopo la vittoria di quest'ultimo ottenne buona parte del territorio dell'antica madrepatria, la pompeiana Massalia. Nel [[46 a.C.]] divenne [[colonia romana]]<ref>{{AE|1991|1193}}; {{AE|2002|921}}; CIL XII, 689 (p 818); {{CIL|12|694}}; CIL XII, 696 (p 818); {{CIL|12|700}}; {{CIL|12|702}}; {{CIL|12|704}}; {{AE|1959|137}}; {{CIL|12|719}}; {{CIL|12|731}}; {{CIL|12|738}}.</ref> accogliendo i veterani della ''[[legio VI Ferrata]]'' e ottenendo il privilegio di dotarsi di una cinta muraria che racchiudeva un'area urbana di 40 ettari.<ref>AA.VV., ''op. cit.'', p. 65</ref> In questi anni il suo porto fluviale conobbe un ulteriore sviluppo, così come lo sfruttamento sistematico del fertile territorio che circondava la città.
 
Agli inizi del [[IV secolo]] fu una delle residenze preferite dell'imperatore [[Costantino I]] e nel [[314]] vi si tenne il [[concilio di Arles]]. A partire dal [[328]] ebbe il nome ufficiale di ''Constantina'', datole da Costantino I in onore del proprio figlio [[Costantino II]] che vi era nato; nel [[340]], tuttavia l'uso cessò con la morte e la ''[[damnatio memoriae]]'' di Costantino II. L'altro figlio di Costantino I, [[Costanzo II]], mutò nuovamente il nome ufficiale della città in ''Constantia'' nel [[353]], in occasione della celebrazione nella città dei propri ''[[tricennalia]]''; il nuovo nome tuttavia fu scarsamente utilizzato e la sua ultima attestazione risale al [[423]], anno in cui si ha l'ultima emissione monetaria, per l'usurpatore [[Giovanni Primicerio]], ancora recante il segno di zecca col nuovo nome.<ref>R.W. Burgess, Witold Witakowski, ''Studies in Eusebian and Post-Eusebian Chronography'', Franz Steiner Verlag, 1999, ISBN 3-515-07530-5, pp. 278-279.</ref> A partire dal [[328]], la città, sostituendosi a [[Nîmes|Nemausus]] e a [[Burdigala]] come il centro più popoloso ed importante della [[Gallia]] meridionale, venne dotata di una [[Zecca di Arelate|zecca imperiale]]. Nel [[407]] divenne sede della [[Prefettura delle Gallie]] al posto di [[Treviri]] e dieci anni più tardi il suo vescovo subentrò a quello di Lione come primate ecclesiastico della Gallia. Nel [[473]] fu, per la prima volta, espugnata e occupata da una popolazione [[Barbari|barbara]], seppure parzialmente romanizzata, quella dei [[Visigoti]]. In quegli anni, che videro il crollo definitivo dell'[[Impero romano d'Occidente]], Arles riuscì a conservare una certa importanza non solo come centro politico ed economico, ma anche, e soprattutto, religioso.
 
=== Storia medievale ===
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[[File:Arles-LesAlyscamps.JPG|thumb|Les Alyscamps]]
La necropoli, situata lungo l'antica [[via Aurelia]] fu utilizzata in età romana e medievale. Acquistò importanza in epoca paleocristiana per la sepoltura qui avvenuta del martire [[Genesio di Arles|San Genesio]] e di [[San Trofimo]]. La salma di quest'ultimo venne trasladata, attorno alla metà del [[XII secolo]], nella cattedrale di Arles. Il nome deriva da ''Elisi campi''. In una cappella della zona furono seppelliti anche i primi vescovi di Arles. Fu tappa obbligata nel cammino di pellegrinaggio verso [[Santiago di Compostela]]. Nel ciclo carolingio vi fu ambientato un combattimento tra [[Carlo Magno]] e i [[Saraceni]], per spiegare la grande quantità di tombe presenti. [[Dante Alighieri|Dante]] cita il luogo nella ''[[Divina Commedia]]'' (Inferno, IX, 112).
 
Vi sorge la chiesa di [[Onorato di Arles|Sant'Onorato]], conosciuta dall'[[XI secolo]] e costruita dai monaci dell'[[abbazia di San Vittore (Marsiglia)|abbazia di San Vittore]] a [[Marsiglia]]. Nel [[XII secolo]] l'abbazia fu interamente ricostruita ma la chiesa, in stile romanico-provenzale, non fu mai completata. La navata centrale rimasta scoperta ospitò nel [[XVII secolo]] un lapidario.