Alcesti (Euripide): differenze tra le versioni

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<blockquote>«Con il canto delle Muse mi slanciai alto nel cielo, e attaccandomi a molti pensieri non ho mai trovato niente più forte della Necessità» <small>(Coro, vv.962-966)</small></blockquote>'''''Alcesti''''' ({{Polytonic|Ἄλκηστις}} / ''Alkestis'') è una [[tragedia]] di [[Euripide]], rappresentata probabilmente alle [[Dionisie]] del [[438 a.C.]] (è la tragedia euripidea più antica giunta a noi).
La sua [[tetralogia]] tragica comprendeva anche le tragedie ''[[Le Cretesi]]'', ''[[Alcmeone a Psofide]]'' e ''[[Telefo]]''. Di solito, le tetralogie si concludevano con un [[dramma satiresco]]: in questo caso il suo posto fu occupato da una tragedia a lieto fine come ''Alcesti''. Alcuni critici, spinti da questo particolare e da altri (ad esempio il tono un po' farsesco del personaggio di [[Eracle]]) hanno ritenuto che l'opera non fosse affatto una tragedia, ma un dramma satiresco. Altri, invece, hanno considerato il dramma come una sorta di "fiaba", in quanto Apollo, già nel prologo, ne annuncia il lieto fine.