Via della Conciliazione: differenze tra le versioni

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'''Via della Conciliazione''' è una [[strada|via]] di [[Roma]].
 
Collega idealmente la [[Capitale (città)|capitale]] d'[[Italia]] con lo [[Città del Vaticano|Stato Vaticano]], secondo una direttrice che si sviluppa da [[Castel Sant'Angelo]] fino a [[piazza San Pietro]]; la strada sbocca in piazza Pio XII, dove una sottile linea di travertino romano, preso dalle vicine cave di [[Tivoli]], delinea il confine di Stato con la Città del Vaticano, inquadrando scenograficamente la [[Basilica di San Pietro in Vaticano|basilica petrina]]. Si tratta di una delle opere urbanistiche più discusse e aspramente criticate del Novecento.<ref>{{Cita|Benevolo}}</ref>
 
Si tratta di una delle opere urbanistiche più discusse e aspramente criticate del Novecento.<ref>{{Cita|Benevolo}}</ref>
 
== Storia ==
La strada, progettata dagli architetti [[Marcello Piacentini]] e [[Attilio Spaccarelli]], fu creata a partire dal [[1936]] con la demolizione dell'isolato della cosiddetta "[[Spina di Borgo]]", in seguito alla riconciliazione ufficiale tra lo Stato Italiano e la [[Santa Sede]], con i [[Patti Lateranensi]] dell'11 febbraio 1929. Fu completata in occasione del [[giubileo]] del [[1950]] con l'installazione di due file di portalampioni a forma di [[obelisco]].<ref>{{Cita|Benevolo|p. 85.}}</ref>
Fu completata in occasione del [[giubileo]] del [[1950]] con l'installazione di due file di portalampioni a forma di [[obelisco]].<ref>{{Cita|Benevolo|p. 85.}}</ref>
 
Il suo progetto si inquadra nel più ampio piano operato dal [[regime (politica)|regime]] [[fascismo|fascista]] di ristrutturazione dei [[centro storico|centri storici]] [[Italia]]ni di cui il [[monumentalismo]] di [[Marcello Piacentini]] fu ispiratore ed autore. Via della Conciliazione, in particolare, esemplifica lo stereotipo, diffuso tra i secoli XIX e XX, di una grande strada sull'asse del monumento architettonico.<ref>{{Cita|Benevolo|p. 86.}}</ref> Dunque, la sua realizzazione annullò l'invenzione [[architettura barocca|barocca]] ideata da [[Gian Lorenzo Bernini]], che aveva creato un suggestivo gioco prospettico, ponendo, in asse con la scomparsa via di Borgo Nuovo, il portone in bronzo che conduceva alla [[Scala Regia]], all'interno della cittadella vaticana; un sorprendente percorso che accompagnava lo spettatore dalle anguste e articolate strade della "Spina di Borgo" alla grandiosità della piazza San Pietro, dalla quale venivano offerti scorci verso la facciata della basilica e verso la [[cupola di San Pietro|cupola michelangiolesca]].<ref>{{Cita|Benevolo|pp. 54-60.}}</ref>
Via della Conciliazione, in particolare, esemplifica lo stereotipo, diffuso tra i secoli XIX e XX, di una grande strada sull'asse del monumento architettonico.<ref>{{Cita|Benevolo|p. 86.}}</ref> Dunque, la sua realizzazione annullò l'invenzione [[architettura barocca|barocca]] ideata da [[Gian Lorenzo Bernini]], che aveva creato un suggestivo gioco prospettico, ponendo, in asse con la scomparsa via di Borgo Nuovo, il portone in bronzo che conduceva alla [[Scala Regia]], all'interno della cittadella vaticana; un sorprendente percorso che accompagnava lo spettatore dalle anguste e articolate strade della "Spina di Borgo" alla grandiosità della piazza San Pietro, dalla quale venivano offerti scorci verso la facciata della basilica e verso la [[cupola di San Pietro|cupola michelangiolesca]].<ref>{{Cita|Benevolo|pp. 54-60.}}</ref>
 
In un'intervista, [[Alberto Sordi]] ricorda com'era l'effetto di avvicinamento a Piazza San Pietro prima dell'abbattimento della Spina di Borgo:
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L'intervento novecentesco causò la perdita di buona parte del tessuto urbano del rione di Borgo, con la demolizione del [[Palazzo Caprini|palazzo dei Convertendi]] (di [[Bramante]] e [[Baldassarre Peruzzi]]), del [[palazzo Jacopo da Brescia]], del [[palazzo del Governatore (Roma)|palazzo del Governatore]], del [[palazzo Alicorni]], del [[palazzo Rusticucci-Accoramboni]] (di [[Carlo Maderno]]) e della [[chiesa di San Giacomo a Scossacavalli]]. I palazzi dei Convertendi, Jacopo da Brescia, Alicorni e Rusticucci sono stati ricostruiti più o meno liberamente, utilizzando nella ricostruzione elementi degli edifici demoliti. L'antica [[chiesa di San Lorenzo in Piscibus]] subì trasformazioni radicali e fu inglobata all'interno di nuovi edifici, mentre l'oratorio di [[Chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo|Santa Maria Annunziata in Borgo]] (''La Nunziatina'') fu ricostruito sul lungotevere Vaticano.
 
Intorno al vuoto ottenuto dagli sventramenti furono mantenuti, a nord, il [[Palazzo Castellesi|palazzo Torlonia-Giraud]] e la [[Chiesa di Santa Maria in Transpontina|chiesa di Santa Maria in Traspontina]], oltre ad un isolato ottocentesco; a sud il [[palazzo dei Penitenzieri]], il [[palazzo Serristori (Roma)|palazzo Serristori]] e una porzione del [[palazzo Cesi-Armellini]]. Alcuni elementi decorativi degli edifici scomparsi (come il portale e la loggia del palazzo dei Convertendi) furono rimpiegati nelle nuove costruzioni o trasferiti altrove. La fontana del Maderno, sita in piazza Scossacavalli (al centro del rione), fu collocata davanti alla [[basilica di Sant'Andrea della Valle]]; la fontana dei Delfini, posta da [[papa Pio IX]] sul fronte orientale della "Spina", fu trasferita nei [[Giardini Vaticani]].
Alle testate ottocentesche del [[Luigi Poletti|Poletti]], situate sull'estremità orientale, si sostituirono due palazzi più grandi, con colonne e fontane, mentre a ovest, verso piazza San Pietro, prevalse il progetto di due avancorpi con loggiati aggettanti verso il centro della strada.<ref>{{Cita|Benevolo|pp. 86-87.}}</ref>