Duomo di Pontremoli: differenze tra le versioni

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Nel quadro di intenso rinnovamento che caratterizzò l'edilizia sacra della città, è questo l'esempio più significativo per l'ampiezza e la piena corrispondenza ai dettami della chiesa controriformata, sanciti dal [[Concilio di Trento]] e codificati esemplarmente nelle strutture [[gesuiti]]che, di cui il Duomo di Pontremoli ripete l'impianto: unica vasta [[navata]] con cappelle laterali e breve [[transetto]], [[cupola]] altissima e luminosa all'incrocio dei bracci. La facciata, in stile [[stile rinascimentale|neo-rinascimentale]] è recente e fu costruita nel [[1926]].
 
Gli affreschi della volta della navata e del transetto, realizzati da [[Francesco Natali]] alla fine del Seicento, furono sostituiti da [[stucco|stucchi]] alla metà dell'Ottocento, mentre gli stucchi del presbiterio e del coro risalgono alla metà del Settecento. Ottocentesche sono anche la cappella neoclassica del Santissimo Sacramento ([[1828]]), dell'architetto [[Tommaso III Malaspina|Tommaso Malaspina]], e la facciata ([[1878]]-[[1881]]), realizzata, su disegno del fiorentino [[Vincenzo Micheli]], dagli architetti [[Giovanni Pacini (architetto)|Giovanni Pacini]] e [[Pasquale Poccianti]]. Il ricco arredo pittorico della chiesa costituisce una sorta di antologia della pittura italiana del Settecento. Commissionati da "Benefattori e Devoti alla Gran Protettrice Maria Vergine Santissima del Popolo", giunsero dapprima gli importanti dipinti di soggetto mariano del presbiterio e del coro: la ''Nascita della Vergine'' del [[Giandomenico Ferretti|Ferretti]], la ''Visitazione'' del [[vincenzo Meucci|Meucci]], lo ''Sposalizio'' del Peroni e ''l'Annunciazione'' di [[Giuseppe Bottani]], che dimostrano come l'attenzione dei committenti al gusto contemporaneo.
 
=== Organo a canne ===