Guerra di Corea: differenze tra le versioni

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|Parte_di = della [[Guerra fredda]]
|Immagine = Korean War Montage 2.png
|Didascalia = In senso orario dall'alto: Marines in ritirata durante la [[Battaglia del Bacino Chosin]], truppe ONU a [[Battaglia di Incheon|Incheon]], rifugiati Sud Coreani davanti ad un carro armato [[M26 Pershing|M-26]], [[U.S. Marines]], guidati dal tenente Baldomero Lopez, atterranosbarcano a Incheon, un [[F-86 Sabre]] americano.
|Data = 25 giugno [[1950]] - 27 luglio [[1953]]
|Luogo = [[Penisola coreana]]
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La controffensiva si concretizzò il 15 settembre, quando il maggior generale [[Edward M. Almond]] condusse un attacco anfibio contro il porto di [[Incheon]], vicino al 38º parallelo, con il X Corpo [[United States Marine Corps|Marines]]. Scopo dello sbarco era quello di prendere alle spalle l'esercito nordcoreano che si era spinto eccessivamente lontano dalle proprie linee di rifornimento, che, in tal modo, potevano esser agevolmente "tagliate" dalla controffensiva statunitense, e, nel contempo, prenderlo tra due fuochi mantenendo il cosiddetto "Quadrilatero di Pusan" in mano americana. Inoltre, Inchon è situata a una quarantina di chilometri dalla capitale sudcoreana Seul. Lo sbarco a Inchon fu preceduto da un'operazione dei servizi segreti americani che s'avvalsero della collaborazione dei reparti di commando della marina. Infatti, la notte del 1º settembre 1950, la [[CIA]], inviò un gruppo di guastatori e di ricognitori (nome in codice "[[Operazione Trudy Jackson]]") sotto il comando dell'ammiraglio [[Eugene F. Clark]] sull'isola di [[Yonghung-do]] all'imbocco del porto di Inchon per rilevare la consistenza delle difese nordcoreana e l'entità delle loro truppe.
 
I dati trasmessi vennero utilizzati per bombardare a tappeto col [[napalm]] la fortezza di [[Wolm-do]], anch'essa sita sulla spiaggia d'Inchon, in diverse ondate a partire dal 13 settembre. I 43 bombardieri che eliminarono le forze nordcoreane trincerate nella fortezza resero possibile lo sbarco in tre spiagge limitrofe a Inchon, la prima delle quali ([[Pohang-Goryongpo Beach]]) venne raggiunta già alle ore 06:30 antimeridiane del 15 settembre. La [[Battaglia di Inchon|Battaglia di Incheon]] (si legge "Inceon") era già virtualmente terminata alle 19:50 dello stesso 15 settembre, sebbene sacche di resistenza nordcoreane tennero testa agli statunitensi ancóra per quasi un'intera giornata. Lo stile dell'operazione anfibia era quello tipico dei grandi sbarchi statunitensi dell'appena terminata [[seconda guerra mondiale]], dall'invasione della [[Operazione Husky|Sicilia]] a quella della [[Sbarco in Normandia|Normandia]], per non parlare di quelli operati contro il Giappone cinque anni prima.
 
Lo scopo dell'operazione americana era stato pienamente raggiunto: prendere alle spalle le armate nordcoreane che non si aspettavano un attacco tanto ardito 200&nbsp;km più a nord, intrappolarle e tagliar loro le esili linee di rifornimento, oramai troppo allungate per opporre una significativa resistenza e, soprattutto, di reiterare l'assedio a Pusan, la cui guarnigione, ora, poteva esser "alleggerita" e contribuire efficacemente al contrattacco che, nel volgere di sole tre settimane, avrebbe ripulito l'intera Corea del Sud dalla presenza dell'esercito invasore. Le forze nordcoreane, che da settimane premevano inutilmente contro il Perimetro di Pusan circa 200&nbsp;km più a sud, improvvisamente scoprirono di rischiare di rimanere intrappolate in una gigantesca sacca, qualora da Inchon, senza particolare difficoltà, gli americani avessero letteralmente "tagliato in due" la penisola coreana. A questo punto fu il panico tra gli invasori e la loro ritirata fu improvvisa e caotica. In breve, l'esercito nordcoreano cessò di costituire un valido strumento offensivo e ripiegò rovinosamente in due settimane oltre il confine. Massacri di popolazione inerme vennero compiuti dai nordcoreani in ritirata<!--senza fonte-->.