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{{S|storia antica}}
'''Esilarca''' (in [[lingua ebraica]]: '''ראש גלות''', ''Rosh Galut''; in [[lingua aramaica]]: '''ריש גלותא''', ''Resh Galuta'' o ''Resh Galvata'', letteralmente "capo dell'esilio"; {{arabo|رأس الجالوت|Raʾs al-Jālūt}}, [[Lingua greca|greco]] '''Αἰχμαλωτάρχης''', ''Aichmalotàrches'', lett. "capo dei prigionieri") era il titolo dato al rappresentante religioso e responsabile politico degli [[Ebrei]] rimasti a [[Babilonia]] dopo che l'[[impero persiano|imperatore persiano achemenide]] [[Ciro II di Persia|Ciro il Grande]] concesse agli israeliti di tornare in patria ([[537538 a.C.]], ponendo così fine al loro [[esilio babilonese|esilio]]).
 
I ''Resh Galuta'' seguitarono ad operare anche in periodo [[islam]]ico [[abbaside]], quando la regione di Babilonia prese il nome di [[Iraq]]. Basati nella stessa regione erano i ''[[gaon]]im'' (o ''geonim''): titolo attribuito ai presidenti delle Accademia talmudiche locali, che erano il punto di riferimento spirituale per tutte le comunità ebraiche disseminate in tutto il mondo conosciuto.