Honky-tonk: differenze tra le versioni

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''Honky-tonk sound'' ancora oggi fa riferimento alla sonorità leggera e metallica tipica dei pianoforti di tipo verticale.
 
''Sul calar degli anni Settanta la maggior parte dei sofisticati amanti del [[ragtime]] si indirizzava al ragtime sdolcinato proprio di quel periodo. Alla luce di ciò è opportuno dare una valutazione più esatta di quel tipo di 'honk tonk'; sarebbe sciocco tentare di trovarvi qualche messaggio impegnato tuttavia vi sono alcuni punti su cui riflettere. La musica era vivace, ben composta e, in taluni casi, molto originale. Erano presenti alcune tracce precedenti dello stile pianistico ‘back-room’, ma le prime significative registrazioni del genere sembrano già essere contenute in un album prodotto dall'etichetta Capitol nel 1940, con il titolo '''Honky-Tonk Piano.'''''<ref>[[Gildo De Stefano]], [[Ragtime]], [[jazz]] & dintorni, SUGARCO Edizioni, [[Milano]] 2007</ref>
 
Negli anni quaranta il declino delle big-bands di [[Western swing]] obbligò quei musicisti a ripiegare su formazioni più modeste (caratterizzate dal suono del pianoforte, da cui il riutilizzo del termine), sviluppando uno stile che pur non ottenendo i consensi del country ortodosso ebbe un ampio seguito di pubblico fino agli anni sessanta.
 
Numerosi esponenti di spicco della musica Country iniziarono la loro carriera nell'ambito Honky-tonk, da [[Hank Williams]] a [[Merle Haggard]].
 
''Infatti l’intera [[America]] accolse con successo il ritorno dell'honky-tonk ed era soddisfatta per tale invenzione. Basti dire che in un anno o quasi uno dei ‘professori’, Lou Buch, aveva rilanciato la carriera del suo alter ego, Joe “Fingers” Carr, con l’incisione di un brano originale, '''Ivory Rag''' che riscosse un buon successo anche a livello internazionale, soprattutto in [[Germania]] e [[Svizzera]].''<ref>[[Gildo De Stefano]], [[Ragtime]], [[jazz]] & dintorni, SUGARCO Edizioni, [[Milano]] 2007</ref>
 
== Riferimenti ==