Rosone: differenze tra le versioni

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==Descrizione==
Il rosone èÈ una vetrata tonda presente sull'asse della [[navata]] principale, talvolta anche di quelle secondarie, o in corrispondenza di [[cappella|cappelle]] o bracci trasversali, e quasi costantemente suddiviso da colonnine disposte radialmente, a partire da un nucleo centrale e raccordate da archetti.
 
La forma circolare e la gamma cromatica disponibile hanno permesso a [[arte vetraria|mastri vetrai]] di creare opere d'arte sacra raffigurando, sotto forma di [[Icona (arte)|icona]], passi del [[Vangelo]].
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Il rosone, aperto sulla fronte delle chiese, è un elemento decorativo, risultante dalla composizione attorno a un centro o a un sistema di assi radiali di motivi geometrici ispirati alla flora variamente stilizzati, posto al centro di spazi regolari simmetrici, come per esempio nei soffitti e nelle volte cassettonati.
 
==Storia==
Gli archetipi del rosone nell'architettura religiosa sono gli “occhi” delle basiliche romane del [[V secolo|V]] -[[VI secolo]] (per esempio le cappelle radiali di [[Basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio|Santo Stefano Rotondo]], la [[navata laterale]] deidella [[basilica dei Santi Giovanni e Paolo]], nonché, come mostrano antiche incisioni, innella [[Chiesa di San Giorgio in Velabro|San Giorgio in Velabro]], innella [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Santa Maria Maggiore]], innella [[Basilica di Santa Croce in Gerusalemme|Santa Croce in Gerusalemme]]).
 
Il rosone ebbe una prima diffusione nella seconda metà del XII secolo in tutta l'Italia Settentrionale. Un rosone assai precoce fu quello del [[Duomo di Parma]], la cui facciata fu terminata nel [[1178]] e dove un rosone era presente centralmente in facciata, sostituito nel [[XVI secolo]] con l'mpia finestra visibile ancora oggi. Di poco successivi furono i rosoni del [[Duomo di Piacenza]] (facciata costriuita dal [[1160]] al [[1233]]), del [[Duomo di Modena]] (aggiunto alla facciata preesistente tra il [[1167]] e l'inizio del XIII secolo) e nella [[Basilica di San Zeno]] a [[Verona]] (ad opera del maestro Brioloto nel [[1217]]-[[1225]]).
Esempi sporadici, anche se taluni molto belli, si ebbero nei secoli successivi (abbazia di Pomposa), fino al [[XII secolo]], quando i marmorari romani lo applicarono, oltre che a [[Roma]], nel [[Lazio]] e nell'[[Umbria]] (chiese di Santa Maria Assunta a [[Lugnano in Teverina]], di Santa Maria Maggiore a [[Tuscania]]).
 
Fino a pochi decenni fa si riteneva che alcune chiese del [[Lazio]] e dell'[[Umbria]] ebbero esempi precoci di rosoni medievali risalenti all'XI secolo o all'inizio del XII secolo, come nelle chiese di Santa Maria Assunta a [[Lugnano in Teverina]], di [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Tuscania)|Santa Maria Maggiore]] a [[Tuscania]] e [[Chiesa di San Pietro (Tuscania)|San Pietro]], sempre a [[Tuscania]]. Tuttavia [[Renato Bonelli]] nel [[1997]] ha chiarito come la [[Chiesa di San Pietro (Tuscania)|chiesa romanica di San Pietro in Tuscania]] fosse più tarda ed avesse una facciata rifatta tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII secolo. Allo stesso periodo risale la facciata di [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Tuscania)|Santa Maria Maggiore]] nell'omonima città, mentre aperta rimane la questione cronologica sulla chiesa di Santa Maria Assunta a [[Lugnano in Teverina]], la cui facciata risale realisticamente al periodo compreso tra la fine e l'inizio dei secoli XI e XII, ma che ha un [[nartece]] in facciata compiuto entro il [[1230]], come rivela un'iscrizione posta sul nartece stesso. La posizione anomala delle due [[bifore]] di facciata laterali rispetto al rosone (troppo addossate ad esso) fa ipotizzare che anche il rosone sia stato aggiunto all'inizio del XIII secolo, insieme al nartece. È quindi plausbile che anche i rosoni dell'Italia centrale risalgano allo stesso periodo compreso tra la seconda metà del XII secolo e i primi decenni di quello successivo.
Con l'architettura romanica il rosone divenne elemento costitutivo tipico della facciata ([[duomo di Parma]], [[duomo di Modena]], [[basilica di San Zeno]] a [[Verona]], chiesa di S. Maria del Soccorso a [[Caccuri]]). Lo schema decorativo si complicò nelle architetture romaniche pugliesi, che ancora risentivano dell'influenza [[bisanzio|bizantina]], dove il rosone era frequentemente incorniciato da un [[archivolto]] sostenuto da colonne pensili (cattedrali di [[Bitonto]] e di [[Troia (Italia)|Troia]]).
 
Con l'architettura romanica il rosone divenne elemento costitutivo tipico della facciata ([[duomo di Parma]], [[duomo di Modena]], [[basilica di San Zeno]] a [[Verona]], chiesa di S. Maria del Soccorso a [[Caccuri]]). Lo schema decorativo si complicò nelle architetture romaniche pugliesi, che ancora risentivano dell'influenza [[bisanzio|bizantina]], dove il rosone era frequentemente incorniciato da un [[archivolto]] sostenuto da colonne pensili (cattedrali di [[Bitonto]] e di [[Troia (Italia)|Troia]]).
 
[[File:Cattedralebitonto.JPG|thumb|left|upright=1.6|Facciata della cattedrale di Bitonto, col rosone a 16 raggi e con archivolto sostenuto da colonne pensili.]]