Dragonero (romanzo a fumetti): differenze tra le versioni

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{{W|fumetti|novembre 2016|Trama da sintetizzare per [[Wikipedia:Trama]]}}
=== Prima parte ===
Allarmato da un dispaccio che lo vuole presso l'Arcelonte, la grande muraglia che divide le terre dell'Impero da quelle desolate del Varliendar (Terre dei Draghi), Alben il LuresindoLùresindo, mago, custode della Luce, giunge presso il presidio del Capitano Noha presso la quattordicesima torre del Vallo dove ha modo di incontrare la tecnocrate Myrva Aranille ed osservare con i suoi stessi occhi la tragedia che si sta consumando all'interno di quelle lande desertiche: uno degli obelischi di sangue dei draghi caduti in tempi antichi che fungono da sigillo per il mondo degli Abominii è crollato.
 
Dopo aver ordinando di rinforzare la sorveglianza, Alben e Myrva discutono sul da farsi: la tecnocrate mette al corrente il luresindoLùresindo delle informazioni fornitele con il suo arrivo al vallo, ovvero dei tentativi falliti della cancelleria imperiale di far fronte autonomamente alla nuova emergenza e della scoperta ben due mesi prima del crollo dei monoliti, tenuta sotto silenzio. La stessa convocazione di Alben è dovuta solo alla decisione di Myrva (i tecnocrati, più vicini all'impero, sono stati contattati per primi), nonostante gli attriti e la diffidenza che nel tempo si sono accumultati tra i due ordini; del resto, come ricorda lo stesso mago, né l'impero né i teconocrati, hanno le competenze per gestire problemi che riguardano i monoliti di sangue.
 
All'improvviso suona l'allarme: una creatura demoniaca ha preso d'assalto le mura fino a raggiungerne la sommità, compiendo poi un massacro tra i soldati di guardia. Alben e Myrva intervengono, e dopo essere riusciti a trattenerlo, il mago riesce a scaraventarlo dagli spalti con una sfera di fuoco. Dissolto nel fuoco, Alben rivela che quello era un Nughradjinn superiore (un demone di tenebre).
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=== Terza parte ===
Alben si reca a ''Fhaucasaepta'' (Golasbarrata) dove sorge il monastero delle Madri Guardiane, un antico ordine votato alla protezione dei LuresindiLùresindi. Dopo un incontro con la Madre Superiora, che fu la sua prima Guardiana, Alben compie il "rito del possesso" con una monaca che è considerata la migliore della sua generazione, che da quel momento assume il nome di Ecuba. I due infine proseguono verso il punto di incontro con i restanti membri del gruppo, l'Isola Orfana.
 
Nel frattempo al Vallo, vengono rilevati strani movimenti da parte degli Algenti, le temibili genti che popolano le antiche Terre dei Draghi, che sembrano ammassarsi e dirigersi verso nord. Fuori dalla vista delle Guardie Rosse, gli Algenti si dirigono verso una misteriosa e scura figura che con un solo gesto autoritario della mano ottiene l'asservimento dell'intera orda. Fatto ciò, dalla propria bocca fuoriesce una massa nera che si libra nel cielo, muovendosi verso Sud e oltrepassando il Vallo, assumendo infine l'aspetto di terribili demoni alati<ref>Romanzo grafico di Dragonero (2007), Sergio Bonelli Editore, pg.61-91</ref>.
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Raggiunto l'ingresso del tempio lo trovano scardinato. Un massacro è avvenuto di fronte ad esso. Alben guida il gruppo all'interno del tempio percependo che la battaglia si sta ancora compiendo. Mentre procedono vengono assaliti da demoni alati, ma ciò non li arresta; affrontando le creature senza fermarsi, il gruppo raggiunge l'ultima sala dove è custodita l'ampolla contenente il sangue di Drago trovando anche i corpi degli ultimi guardiani, sopraffatti dai demoni.
 
Entrati nella sala affrontano i demoni presenti ma uno di loro, di rango superiore, manda in frantumi l'ampolla venendo avvolto dal sangue che si sviluppa in un alto obelisco. Alben tenta di trarre comunque dell'utile dal fallimento, entrando in contatto con la memoria del demone che gli rivela l'identità di colui che si cela dietro a quell'attacco e al crollo degli obelischi oltre il Vallo, Saul Jeranas, un LuresindoLùresindo rinnegato che Alben affronto molti anni prima e che riteneva morto. Di fronte alla perdita del sangue di Drago, Alben pensa di avere comunque un'alternativa, ma devono recarsi al suo eremo per poter avere una risposta certa.
 
Prima di lasciare l'isola Ian e Myrva hanno un'accesa discussione sul comportamento iperprotettivo dello Scout. La tecnocrate gli ricorda che la sua vita in missione vale quanto quella di chiunque altro e che è in grado di badare a se stessa. Gmor chiede spiegazioni per quella diatriba ma Ian celia la questione, preferendo non parlarne.
 
Mentre attendono che Alben completi le sue ricerche, gli all'interno del suo eremo rievocano le guerre contro gli Abominii: un millecinquecento anni prima gli Abominii invasero le terre del Varliendar sterminando i Draghi senzienti e schiavizzando gli elfi silvani che vi abitavano e corrompendoli, dopo centinaia di anni, negli odierni Algenti. Dopo cinquecento anni un'alleanza tra Draghi, umani e la Confraternita degli Incanti affrontò le orde degli Abominii riuscendo infine a scacciarli e a sigillare il "Grande Vuoto" da cui erano fuoriusciti grazie al sacrificio degli stessi Draghi il cui sangue diede forma agli obelischi. Dopo la vittoria gli ultimi Draghi lasciarono l'Ecumene e nei secoli che seguirono venne eretto il Vallo per tenere lontane le orde degli Algenti. Come ulteriore conseguenza, la Confraternita degli Incanti si spaccò in due fazioni: i LuresindiLùresindi, che seguono la l'antica via della magia, e i Tecnocrati, che perseguono uno sviluppo tecnologico.
 
Alben esce dal suo studio con una soluzione al problema, per quanto lui stesso la definisca un azzardo. Il suo piano prevede il recupero di una rara pianta, la ''Linwafella'' (Foglia rapida) che risana le foreste dopo catastrofi che le hanno danneggiate. Essa cresce solo nelle profondità della Foresta Vecchia. Altro oggetto necessario è la ''Silcardea'' (Pietra che arde) custodita da un vecchio amico di Alben, Mimir un nano ''Shivesindo'' (Custode del sapere); il potere della pietra è in grado di ampliare gli effetti della Foglia rapida e in tal modo sarà possibile ristabilire l'Antico Divieto, benché non sia mai stata provata prima.