Provincia ecclesiastica: differenze tra le versioni
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==Funzioni==
L'arcivescovo metropolita ha il diritto
Anticamente, i vescovi di sedi suffraganee avevano obblighi di carattere canonico nei confronti del metropolita. Dopo il [[Concilio Vaticano II]], il rapporto tra sedi suffraganee e metropolitane è principalmente formale, testimone, tutt'al più, del legame storico che ha legato tra loro le varie sedi episcopali. Il [[Codice di diritto canonico]] assegna tuttavia al metropolita alcune limitate funzioni:<ref>Codice di diritto canonico, canone 436, par. 1.</ref>
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Nella [[Chiesa cattolica]], la provincia ecclesiastica è disciplinata dai canoni 431-446 del [[Codice di diritto canonico]].
L'autorità del metropolita sulle sedi suffraganee è molto limitata (per esempio, durante una [[sede vacante]], un metropolita può nominare un amministratore temporaneo se il ''Collegio dei Consultori'' non riesce a eleggerne uno entro un dato tempo
I confini delle province non corrispondono sempre a fattori politici, come la divisione fra stati, almeno là dove esiste un sostrato culturale radicato storicamente come in [[Europa]]; negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] invece, le province si identificano con uno o più stati e seguono i loro confini (tranne [[California]] e [[Texas]] che hanno ognuno due province).
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==Nella Chiesa anglicana==
Nella [[Chiesa anglicana]] si considerano province di solito le Chiese nazionali, indifferentemente dal fatto che ci siano [[arcidiocesi]]; la [[Chiesa d'Inghilterra]] divide la regione in due province sotto gli Arcivescovi di [[Canterbury]] e [[York]],
==Note==
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