Trattato sull'emendazione dell'intelletto: differenze tra le versioni
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Nonostante alcune difficoltà nella datazione delle opere di Spinoza, il ''Trattato sull'emendazione dell'intelletto'' è in genere considerato uno dei suoi primi lavori filosofici.<ref>{{cita|Nadler|pp. 194-195.}}</ref> L'iniziale interesse dell'autore per i problemi della filosofia, e quindi l'inizio della stesura di un primo trattato di carattere [[Metodologia|metodologico]] e [[Gnoseologia|gnoseologico]], furono motivati probabilmente da una sua sostanziale insoddisfazione rispetto al tipo di [[felicità]] che la sua vita da mercante e membro della comunità ebraica gli aveva prospettato fino alla metà degli [[anni 1650]]:<ref>{{cita|Nadler|pp. 112-113, 196.}}</ref>
{{citazione|
Comunque, la stesura del ''Trattato sull'emendazione dell'intelletto'' fu interrotta da Spinoza prima del completamento dell'opera, forse tra il [[1659]] e il [[1660]], per dedicarsi a un nuovo testo, il ''[[Breve trattato su Dio, l'uomo e il suo bene]]'',<ref>{{cita|Nadler|p. 195.}}</ref> il quale avrebbe notevolmente approfondito i temi schizzati nel ''Trattato'' fornendo una prima esposizione organica del pensiero di Spinoza. Le ragioni dell'interruzione non furono legate a ripensamenti dell'autore nel merito delle sue tesi, dal momento che molte delle teorie del ''Trattato'' sarebbero state riprese, con sostanziale continuità, nel ''Breve trattato''; probabilmente egli o rimase insoddisfatto per l'impostazione del testo o ritenne che fosse inutile separare un discorso metodologico dalle sue applicazioni (che infatti trattò congiuntamente nel ''Breve trattato'').<ref>{{cita|Nadler|p. 200.}}</ref>
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