Negazione (linguistica): differenze tra le versioni
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== La portata della negazione ==
Senza dubbio, la negazione può coinvolgere tutto l'enunciato. Di importanza cruciale è però il problema dell'oggetto preciso della negazione, che non deve necessariamente corrispondere alla frase intera. Ad esempio, un'asserzione come:
* ''Io non ho preparato la pasta al forno per te
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è passibile di diverse interpretazioni:
# La pasta al forno per te non ''è stata preparata.''
# Non sono stato ''io'' a preparare la pasta al forno per te.
# Non è ''per te'' che ho preparato la pasta al forno.
# ...
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== Doppia negazione ==
Considerando l'aspetto logico della negazione, possiamo indicare con A un'affermazione la cui negazione è ¬A (non
* ''Ho voglia di venire
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== Negazione preverbale e negazione postverbale ==
Quando l'oggetto della negazione è un [[verbo]], si distingue in genere a seconda della posizione dell'operatore della negazione all'interno della frase. Per l'italiano, si tratta dell'avverbio ''non'', il quale viene anteposto al verbo
* ''Non sono d'accordo.''
Altri idiomi prevedono invece che la negazione venga posposta al verbo. Si parlerà in questi casi di negazione ''preverbale'' e negazione ''postverbale''. La negazione postverbale è molto usata nei dialetti del Norditalia:
* ''
In quanto segue, si presentano alcuni tipi di negazione preverbale e postverbale.
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=== Inglese ===
La negazione si forma in [[lingua inglese|inglese]] usando il [[verbo ausiliare]] ''do'', accompagnato dalla particella negativa ''not''. Ad esempio, per ''to go'' (andare) avremo
▲" ''I don't go'' (non vado)
dove ''don't'' è la forma contratta di ''do''+''not''. Dato che ''not'' è posposto all'ausiliare, si parla piuttosto di negazione postverbale. L'ausiliare ''do'' si usa per la negazione di tutti i verbi, eccetto ''be'' (essere); il suo uso è inoltre facoltativo per ''have'' (avere), e per alcune forme fissate dall'uso nel caso di verbi modali, come per esempio ''She needn't go'' (non ha bisogno di andare). ''Not'' viene quindi a trovarsi in posizione intermedia tra l'ausiliare [[coniugazione (linguistica)|coniugato]] ''do'' e l'infinito del verbo cui è legata la negazione.
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* ''We don't have any walruses here'' (non abbiamo alcun tricheco qui).
Nella lingua di tutti i giorni, è facile che la combinazione tra l'ausiliare ''do'' e la negazione ''not'' perda le sue caratteristiche originali, e che il verbo ''do'' non venga più [[coniugazione (linguistica)|coniugato]]. Avremo quindi:
* ''She don't know'' ([lei] non lo sa);
al posto del corretto:
* ''She doesn't know''.
La prima forma, usata per trascuratezza o scelta deliberatamente per dare un tono particolare all'enunciato, è apprezzata in casi particolari anche da persone colte (es. licenze poetiche). In questo caso, è possibile dire che la combinazione ''don't'' si avvicina al ''non'' italiano per formare una sorta di negazione preverbale (Sturm, vedi bibliografia).
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La negazione ''nicht'', che corrisponde in [[lingua tedesca|tedesco]] al ''non'', viene posposta al verbo:
* ''Ich bin nicht einverstanden'' (io non sono d'accordo).
''Bin'' è la forma verbale di essere, mentre ''nicht'' è la negazione: dato che il verbo precede la negazione, l'ordine è inverso rispetto a quello valido in italiano.
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Lo stesso discorso riguarda altre forme di negazione. Ad esempio, in tedesco esiste la combinazione tra negazione e [[articolo (grammatica)|articolo]] indeterminativo. L'indeterminativo femminile ''eine'', ad esempio, dispone di un corrispondente negativo: ''keine''. Questo viene posposto:
* ''Ich habe keine Ehefrau (io non ho moglie);
la traduzione in lingua italiana di ''keine'' si rende con ''non'' oppure con l'[[aggettivo]] ''nessuno/a''.
Oltre a ''ja'' e ''nein'', (notoriamente ''sì'' e ''no'') il tedesco prevede l'esistenza dell'avverbio ''doch'', che si usa per rispondere affermativamente ad una domanda negativa:
* «''Schreibt Marina nicht?''» === Francese ===
Nella [[lingua francese]], la negazione verbale si ottiene con un [[circonfisso]]: questo significa che il verbo viene contemporaneamente preceduto e seguito da due elementi di negazione, ''ne'' e ''pas''. Risulta dunque difficile parlare di una negazione puramente preverbale o postverbale.
* ''Je ne mange pas (non mangio).
Si tratta dunque di una negazione discontinua, che segue la stessa struttura delle negazioni doppie come si ritrovano in italiano, e che generano valore negativo
* ''Je ne mange jamais (non mangio mai).
* ''
Nella lingua parlata, tuttavia, si assiste alla graduale affermazione della negazione postverbale, con caduta del ''ne'' e con uso del ''pas'' dopo il verbo. È infatti ''pas'' l'elemento principale della negazione, che viene semplicemente introdotta e preparata dal ''ne'', la cui caduta è un fenomeno particolarmente vistoso in alcune frasi usate nella lingua di tutti i giorni (cosiddetti ''groupes figés'', gruppi fissi):
* ''T'as pas''
* ''Il y a pas''
* ''C'est pas''
* ''Je sais pas''
Le strutture diventano quindi prettamente postverbali. Si tratta comunque di forme non ammesse nei registri più formali, come il parlato più curato o lo scritto.
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La caduta di ''ne'' si osserva anche in concomitanza di altri termini di negazione (''jamais, rien''):
* ''Je mange jamais
L'omissione del ''pas'' è invece rarissima. Si tratta di una sorta di [[latinismo]] sopravvissuto in concomitanza con l'uso di alcuni verbi come ''oser'':
* ''Je n'ose me présenter (io non oso presentarmi);
oppure nella [[negazione fraseologica]]:
* === Italiano ===
La lingua italiana ha ereditato la struttura preverbale latina, per cui il ''non'' precede il verbo
* ''Non sono d'accordo''.
Non corrisponde alle regole del latino il principio secondo il quale la doppia negazione costituisce affermazione (''duplex negatio affirmat''): la doppia negazione ''non... mai'' ha infatti valore negativo, fenomeno che si verifica con numerosi altri avverbi o aggettivi di negazione
* ''Non partiamo mai.
* ''Non vediamo nulla / niente.''
* ''Non vediamo nessuno.
* ''Non abbiamo nessuna voglia.
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