Sanscrito ibrido buddista: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 3:
Il "sanscrito ibrido buddhista" risulterebbe il frutto della progressiva sanscritizzazione di testi buddhisti originariamente composti in medio indiano. Il processo di sanscritizzazione di tali opere rispondeva alla necessità di conferire loro maggiore dignità letteraria.
 
Edgerton ha pubblicato, nel 1953, i due volumi di ''Buddhist hybrid sanskrit grammar and dictionary'' (New Haven, Yale University Press) descrivendone le caratteristiche. e individuando tre strati di ibridizzazione del sanscrito a cui corrisponde, ma solo in modo accennato, uno sviluppo cronologico:
 
Edgerton ha individuato tre strati di ibridizzazione del sanscrito a cui corrisponde, ma solo in modo accennato, uno sviluppo cronologico:
* il primo, e certamente più antico, è rappresentato unicamente dal ''[[Mahāvastu]]'' composto nell'ambito dei [[Lokottaravāda]], una sottoscuola dei [[Mahāsāṃghika]], che conserva numerose ibridizzazioni sia nelle parti in prosa che in quelle in versi;
* nel secondo, i versi rimangono ibridi, ma le parti in prosa sono prevalentemente in sanscrito conservando, queste, solo alcuni termini in medio indiano. Questo secondo strato comprende molti dei più importanti ''sūtra'' [[mahāyāna]] quali il ''[[Saddharmapuṇḍarīkasūtra]]'', il ''[[Gaṇḍavyūhasūtra]]'', il ''[[Lalitavistarasūtra]]'' e i ''[[Sukhāvatīsūtra]]'';