Classe Littorio: differenze tra le versioni
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La '''classe Littorio''', a volte indicata anche come '''classe Vittorio Veneto'''<ref>La ''Littorio'' che avrebbe dovuta essere la capoclasse essendo stata la prima ad essere stata impostata sugli scali venne varata successivamente alla ''Vittorio Veneto'' che fu anche la prima delle unità della classe ad entrare in servizio</ref>, fu l'ultima e più perfezionata tra le classi di [[navi da battaglia]] della [[Regia Marina]] durante la [[seconda guerra mondiale]] e furono, e lo sono tuttora, le navi più grandi che la marina italiana abbia mai avuto. Nel [[1940]] all'epoca della loro entrata in servizio erano tra le più potenti navi da battaglia del mondo come artiglieria, in quanto le [[Classe South Dakota (nave da battaglia 1939)|classe South Dakota]] statunitensi pur avendo l'armamento principale di calibro maggiore rispetto alle Littorio avevano una minore [[gittata]], sebbene durante la loro vita operativa vennero sempre caratterizzate da una forte dispersione delle salve in combattimento,
== Il progetto ==
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Le Littorio ebbero uno dei complessi di armamento più potenti mai installati su una corazzata. I cannoni da [[381 mm/50 Modello 1934]], nonostante la modesta elevazione di soli 35° erano le armi a più lunga gittata mai possedute da una nave da battaglia della seconda guerra mondiale (sia pure per poche decine di metri); la loro alta velocità iniziale e la pesantezza delle munizioni (oltre 880 kg) consentivano una capacità perforante eccellente confrontabile con i migliori cannoni da 406 mm e 460 mm e sensibilmente superiore a quanto i moderni cannoni tedeschi e francesi da 380 mm fossero in grado di offrire. Se una corazza da 350 mm era perforabile ad oltre 25 km, a breve distanza la perforazione possibile ammontava a circa 800 mm.
[[File:Roma57.jpg|thumb|Resa 3D della ''Roma'', vista di poppa]]
Il rovescio della medaglia era che i cannoni italiani avevano una cadenza di tiro assai ridotta nonché una elevata dispersione di tiro.
[[File:Littorio.png|thumb|left|Profilo all'orizzonte]]
A parte questo, la perforazione delle corazze verticali era assai elevata grazie alla traiettoria molto veloce dei proiettili, che per contro era molto tesa data la ridotta elevazione, comportando quindi che la capacità di perforazione di armature orizzontali, essenziale nel tiro curvo da lunga distanza, era decisamente inferiore a quella dei cannoni da 381 inglesi (anch'essi elevabili a 30 gradi) e appena migliore di quelli tedeschi.
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