Comitatensi: differenze tra le versioni
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In Gallia il generale di grado più elevato era il ''magister equitum per Gallias'', coadiuvato da ''comites rei militaris'' nelle regioni periferiche, mentre la difesa delle frontiere era affidata a ''duces'', comandanti di reggimenti di ''limitanei''. Eserciti di campo esistevano anche in Britannia (5 unità, circa 3.000 soldati), Spagna (16 unità, circa 10.000-11.000 soldati) e Illirico occidentale (22 reggimenti, equivalenti a circa 13.000-14.000 soldati), ma erano di scarsa consistenza, insufficiente a respingere ogni seria invasione; le uniche regioni dell'Impero difese da un numero consistente di soldati, tale da poter respingere con successo un'invasione, erano Italia (44 unità, equivalenti a circa 30.000 soldati) e Gallia (58 unità, equivalenti a circa 35.000 soldati); l'esercito mobile dell'Africa, invece, pur disponendo di 36 unità (equivalenti a circa 23.000 soldati), risultava comunque debole, come dimostrò poi la conquista vandalica dell'Africa, dato che ben 30 delle 36 unità erano costituite da ''limitanei'' promossi a ''Comitatenses''.<ref>{{cita|Ravegnani 2012|p. 44.}}</ref> L'esercito mobile della Gallia, inoltre, era continuamente impegnato a tenere sotto controllo Visigoti, Burgundi, Franchi e Bagaudi, per cui solo l'esercito d'Italia poteva inviare rinforzi per la difesa di altri territori.
L'Impero d'Occidente nel 420 era considerevolmente indebolito rispetto al 395. Il fatto che l'esercito romano-occidentale avesse subito molte perdite nel corso delle invasioni è evidente da un'analisi dettagliata della ''[[Notitia Dignitatum]]'': dei 181 reggimenti che componevano l'esercito di campo romano-occidentale intorno al 420, infatti ben 97 furono costituiti dopo il 395; congetturando che nel 395 i reggimenti dell'esercito di campo dell'Impero d'Occidente fossero circa 160 esattamente come quelli dell'Impero d'Oriente, si può così concludere che nel corso delle invasioni fossero stati annientati 76 reggimenti, il 47,5% del totale.<ref>{{cita|Heather|pp. 303-304.}}</ref> Molte delle perdite subite furono colmate non arruolando nuove truppe, bensì spostando reggimenti di ''[[limitanei]]'' nell'esercito di campo: ben 62 delle 97 nuove unità (il 64%) erano infatti ''limitanei'' [[Pseudocomitatensi|promossi]] a Comitatensi, mentre furono solo 35 i reggimenti effettivamente costituiti con nuovi reclutamenti, e di questi circa un terzo erano costituiti da barbari, a giudicare dai loro nomi (come [[attecotti]], [[marcomanni]] e [[brisigavi]]).<ref>{{cita|Heather|pp. 304-305.}}</ref>
Si può concludere che l'esercito di campo ne uscì considerevolmente indebolito: i limitanei promossi a comitatensi non sembrerebbero, infatti, essere stati addestrati adeguatamente alla loro nuova mansione, risultando quindi di efficacia minore rispetto ai comitatensi veri e propri. Furono gli eserciti di Gallia e Nord Africa a trovarsi nella situazione peggiore: ben 21 dei 58 reggimenti dell'esercito di campo della Gallia erano, infatti, costituiti da ''limitanei'' spostati nell'esercito di campo; in Nord Africa la situazione era nettamente peggiore, con ben 30 dei 36 reggimenti dell'esercito di campo costituita da ''limitanei'' promossi a comitatensi.<ref>{{cita|Heather|p. 304.}}</ref> La debolezza dell'esercito mobile d'Africa agevolò notevolmente la conquista vandalica dell'Africa.
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=== Disgregazione finale dell'esercito d'Occidente (423-476) ===
L'instabilità politica nell'Impero d'Occidente susseguitasi in seguito
Mentre parte dell'[[esercito romano]] era impegnato in evitabili [[guerre civili (storia romana)|guerre civili]], i Barbari, ''[[foederati]]'' compresi, colsero l'occasione per espandere la propria sfera d'influenza.<ref>{{cita|Heather|p. 322.}}</ref> In particolare i [[Vandali]] e gli [[Alani]], uniti sotto la guida del loro re [[Genserico]], [[Conquista vandalica del Nord Africa|invasero l'Africa]], forse chiamati dal generale romano d'Africa Bonifacio, rivoltatosi contro Ravenna (429). Bonifacio si pentì di aver chiamato in Africa i Vandali e gli Alani e tentò di spingerli al ritiro, ma gli invasori si rifiutarono e sconfissero Bonifacio in battaglia.
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In seguito alle uccisioni di Ezio (454) e Valentiniano III (455), gli ultimi imperatori d'Occidente erano praticamente Imperatori fantoccio, manovrati dai generalissimi di origine germanica, come il visigoto [[Ricimero]] e il burgundo [[Gundobado]]. L'unico Imperatore che cercò di condurre una politica autonoma da Ricimero fu [[Maggioriano]] (457-461): fu proprio perché Ricimero non riusciva a controllarlo che Maggioriano fu ucciso nel 461. Maggioriano tentò di risollevare le sorti dell'Impero d'Occidente tentando di riconquistare la Gallia, la Spagna e l'Africa, ma, non potendo contare su truppe romane, essendo ormai l'esercito costituito quasi esclusivamente da barbari, dovette reclutare molti barbari da oltre Danubio.<ref>{{cita|Ravegnani 2012|p. 143.}}</ref> E fu proprio con l'aiuto dei mercenari barbari che riuscì a ricondurre nominalmente sotto la supremazia imperiale Visigoti e Burgundi, riuscendo così a recuperare sia pur precariamente Gallia e Spagna. In seguito al suo tentativo fallito di riconquistare l'Africa, sfumato per colpa dei pirati vandali che attaccarono e distrussero la flotta romana mentre era ancora ancorata in un porto della Spagna, Maggioriano, al ritorno in Italia, fu ucciso per ordine di Ricimero (461).
Ormai privo di una propria flotta ed esposto ai saccheggi dei pirati vandali, ormai l'Impero non poteva far altro che implorare il sostegno dell'Impero d'Oriente contro i Vandali: Ricimero, per ottenerlo, fu costretto
Le guarnigioni a difesa del Norico sbandarono perché non arrivava più la paga (ormai il gettito fiscale dello stato era ridotto ai minimi termini), anche se, dovendo comunque difendere la propria famiglia, continuarono comunque a difendere la regione dalle incursioni dei predoni barbari. Persa anche la Gallia in seguito alle conquiste del re visigoto [[Eurico]], l'Impero si era ridotto quasi esclusivamente all'Italia. L'esercito romano d'Italia era però ormai quasi esclusivamente costituito da truppe di mercenari [[Sciri]], [[Rugi]], [[Eruli]] e [[Turcilingi]]
{{Citazione|Già da qualche tempo i Romani avevano cominciato ad accogliere nel loro esercito gli Sciri, gli Alani e alcune popolazioni gotiche, e da quel momento avevano dovuto soffrire per mano di Alarico e di Attila i disastri che ho narrato nei libri precedenti. E nella misura in cui aumentava in mezzo a loro il numero dei barbari, declinava il prestigio dei militari romani; sotto lo specioso nome di alleanza, essi subivano il predominio e le imposizioni degli stranieri, tanto che senza alcun ritegno, i barbari li costringevano contro la loro volontà a molte concessioni e alla fine pretesero di dividere con loro tutti i territori dell'Italia. Essi chiesero a Oreste di concedere loro un terzo delle campagne e, siccome egli non volle assolutamente cedere a questa richiesta, lo uccisero.|Procopio di Cesarea, ''Storia delle guerre'', V,1.}}
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