Nadir Shah: differenze tra le versioni

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|coniuge 1 =
|figli = [[Reza Qoli Mirza Afshar]]<br>[[Nassrollah Mirza|Morteza Mirza Afshar (Nassrollah Mirza)]]
|religione = Nato [[Islam sciita|musulmano sciita]]<ref>Michael Axworthy's biography of Nader, ''The Sword of Persia'' (I.B. Tauris, 2006), p. 34</ref><br>Formalmente [[Jafarismo|jafarista]]<ref>Michael Axworthy's biography of Nader, ''The Sword of Persia'' (I.B. Tauris, 2006), pp. 164, 176, 177, 187, 236, 258</ref><ref>Tucker, Ernest, "Nadir Shah and the Ja'fari Mazhab reconsidered", in ''Iranian Studies'', vol. 27, 1-4 (1994), 163-179.</ref><ref>Tucker, Ernest, "Nadir Shah's quest for legitimacy in post-Safavid Iran", University Press Florida, 2006</ref><ref name="Michael Axworthy 2006 pp. 168-170">Michael Axworthy's biography of Nader, ''The Sword of Persia'' (I.B. Tauris, 2006), pp. 168-170</ref><br>Ateo<ref>Lockhart, Laurence, name="NadirMichael Shah:Axworthy A2006 criticalpp. study based mainly upon contemporary sources168-170", London, Luzac & Co, 1938, p.278</ref><ref>Michael Axworthy's biography of Nader, ''The Sword of Persia'' (I.B. Tauris, 2006), pp. 168-170</ref><ref>Lockhart, Laurence, "Nadir Shah: A critical study based mainly upon contemporary sources", London, Luzac & Co, 1938, p.278</ref>.
|motto reale =
|firma = Nadir Shah-seal-lion and sun.png
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{{vedi anche|Battaglia di Gulnabad}}
{{vedi anche|Guerra russo-persiana (1722-1723)|Trattato di Costantinopoli (1724)}}
Nadir crebbe durante gli ultimi anni di governo della [[dinastia Safavide]] che aveva retto le sorti della [[Persia]] dal [[1502]]. Al suo picco di importanza, sotto figure come [[Abbas il Grande]], la Persia safavide era stata un potente impero, ma all'inizio del XVIII secolo lo stato era in serio declino e lo scià regnante, [[Sultan Husayn]], appariva un sovrano debole. Quando Sultan Husayn tentò di reprimere una ribellione degli [[Ghilzai|afghani Ghilzai]] a [[Kandahar]], il governatore da lui inviato ([[Gurgin Khan]]) venne ucciso.
 
Sotto il loro capo [[Mahmud Hotaki]], gli afghani ribelli si mossero verso ovest contro lo scià stesso e nel 1722 sconfissero le forze imperiali nella [[Battaglia di Gulnabad]] assediando la capitale, [[Isfahan]].<ref>{{Cita web|url=http://persian.packhum.org/persian/pf?file=90001014&ct=30|titolo=An Outline of the History of Persia During the Last Two Centuries (A.D. 1722-1922)|p=30|sito=Edward G. Browne|editore=[[Packard Humanities Institute]]|città=London|accesso=24 settembre 2010}}</ref> Dopo che lo scià fallì nel suo tentativo di fuga e di radunare altrove un esercito come aveva progettato di fare, la città rimase alla carestia e Sultan Husayn abdicò, lasciando il potere a Mahmud. Nel Khorasan, Nadir dapprima tentò di sottomettere il governatore locale afghano di [[Mashhad]], Malek Mahmud, e poi si ribellò costruendo un proprio piccolo esercito. Il figlio di Sultan Husayn si era nel frattempo autoproclamato [[Tahmasp II di Persia|Shah Tahmasp II]], ma aveva trovato ben poco supporto ed era stato costretto a trovare rifugio presso la tribù [[Qajar]], che gli offrì di sostenerlo. Nel frattempo, inoltre, il rivale della Persia, l'Impero ottomano alleato coi russi, aveva colto l'occasione del caos interno al paese per dividersi i suoi territori.<ref>This section: Axworthy pp. 17–56</ref>
 
Nel 1722, la Russia, guidata da [[Pietro il Grande]] aiutata da alcuni reggenti caucasici che avevano in odio l'Impero safavide come [[Vakhtang VI]], lanciarono la [[Guerra russo-persiana (1722-1723)]] nella quale la Russia riuscì a conquistare alcuni territori persiani del [[Caucaso]] settentrionale e meridionale, oltre a buona parte dell'entroterra settentrionale della Persia. Tra questi territori era incluso il [[Daghestan]] (con la città di [[Derbent]]), [[Baku]], [[Gilan]], [[Mazandaran]] e [[Astrabad]]. Le regioni ad ovest di questi confini, i territori iraniani di [[Georgia]] e [[Azerbaigian]] con l'[[Armenia]] vennero sottomessi ed annessi dagli ottomani. Le nuove acquisizioni di russi ed ottomani vennero confermate dalla firma del [[Trattato di Costantinopoli (1724)]].<ref>{{Cita libro|titolo=E. J. Brill's First Encyclopaedia of Islam, 1913-1936 |cognome=Houtsma |nome=M. Th. |autore2=van Donzel, E. |anno=1993 |editore=BRILL |isbn=90-04-08265-4 |pp=760 |url=https://books.google.com/books?id=ro--tXw_hxMC&pg=PA760&dq=%2B1724+%2Btreaty+%2Bottoman+%2Brussia&as_brr=3&sig=orLtpRFya8SvSAgXc8p3NsxFhqM }}</ref>
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Nella primavera del 1735, Nadir [[Guerra ottomano-persiana (1730–35)|attaccò]] l'arcirivale della Persia, l'Impero ottomano, e riottenne molti dei territori persi durante gli ultimi tumulti nell'Impero persiano. Nel contempo, gli afghani abdalidi si ribellarono ed assediarono Mashhad, costringendo così Nadir a sospendere la sua campagna per salvare suo fratello, Ebrahim. Nadir impiegò quattordici mesi per sedare la rivolta.
 
[[File:Baghavard 2 001sdf.jpg|thumb|La [[Battaglia di Yeghevārd]] fu uno dei trionfi militari più grandiosi nella carriera militare di Nadir.]]
Le relazioni tra Nadir e lo scià si erano inclinate sempre più dal momento che quest'ultimo era divenuto geloso dei successi militari del suo generale. Mentre Nadir era assente impegnato nella guerra ad est, quindi, Tahmasp tentò di prendere personalmente il controllo della situazione dell'esercito lanciando [[Campagna di Tahmasp del 1731|una fallimentare campagna]] per riprendere il controllo di [[Yerevan]]. La campagna si concluse con la perdita di tutte le recenti acquisizioni che Nadir aveva ottenuto dagli ottomani, e con la firma di un trattato che cedeva la [[Georgia]] e l'[[Armenia]] ai turchi in cambio della città di [[Tabriz]]. Nadir, furioso, vide che il momento era opportuno per estromettere Tahmasp dal potere. Egli denunciò pubblicamente il trattato, cercando supporto popolare per una guerra contro gli ottomani. Ad Isfahan, Nadir trovò Tahmasp ubriaco e lo mostrò ai cortigiani chiedendo se un uomo del genere fosse adatto per essere il loro sovrano. Nel 1732 fu Nadir a costringere Tahmasp ad abdicare in favore di suo figlio ancora infante, Abbas III, di cui Nadir divenne [[reggente]].
 
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=== Ascesa al trono ===
[[Image:Nader Shah Afshar.jpg|thumb|left|200px|Nadir Shah in un dipinto d'epoca]]
Alcuni intimi amici di Nadir gli suggerirono, dopo una grande festa di caccia nella [[pianura di Mughan]] (attualmente divisa tra Azerbaijan ed Iran), che egli avrebbe potuto essere proclamato [[scià]] al posto del giovane Abbas III. In questo gruppo si trovavano persone del calibro di [[Tahmasp Khan Jalayer]] e [[Hasan-Ali Beg Bestami]].<ref> name="Fisher et al. 1991, pp. 34">Fisher et al. 1991, pp. 34.</ref> Tutti gli amici di Nadir erano concordi ma Hasan-Ali era rimasto per tutto il tempo in silenzio.<ref> name="Fisher et al. 1991, pp. 34.<"/ref> Quando Nadir gli chiese come mai era rimasto così silenzioso, Hasan-Ali replied rispose che la miglior cosa che Nadir potesse fare fosse di assemblare tutti gli uomini dello stato e "siglare e sigillare un document odi consenso".<ref> name="Fisher et al. 1991, pp. 34.<"/ref> Nadir approvò questa proposta e gli scrittori della sua cancelleria, tra cui lo storico di corte [[Mirza Mehdi Khan Astarabadi]], vennero istruiti nell'inviare questi ordini ai capi miliari e religiosi oltre che ai nobili della nazione affinché fossero convocati a palazzo.<ref> name="Fisher et al. 1991, pp. 34.<"/ref> Gli inviti, partiti nel novembre del 1735, fecero si che dal gennaio del 1736 iniziassero ad arrivare i primi convenuti.<ref> Fisher et al. 1991, pp. 36.</ref> Nello stesso mese di gennaio del 1736, Nadir tenne un ''[[Kurultai|qoroltai]]'' (un grande incontro come era nella tradizione di [[Gengis Khan]] e [[Tamerlano]]) nelle pianure di Moghan.<ref> Fisher et al. 1991, pp. 35.</ref> Ciascuno dei presenti fu favorevole alla proposta che Nadir fosse proclamato sovrano e molti, anche se non tutti, ne furono entusiasti, mentre gli altri rimanevano terrorizzati dal fatto che Nadir avrebbe potuto accanirsi su di loro se avessero mostrato supporto ai deposti safavidi. Nadir venne incoronato scià di Persia l'8 marzo 1736, data che i suoi astrologi avevano scelto in quanto particolarmente propizia,<ref name="This section: Axworthy pp.137–174">This section: Axworthy pp.137-174</ref> alla presenza di una "grande assemblea" composta da militari, religiosi e nobili della nazione, oltre che dall'ambasciatore ottomano in Persia, Ali Pasha.<ref> Fisher et al. 1991, pp. 34-36.</ref>
 
===Politica religiosa===
[[File:Nader shah and his sons.jpg|thumb|250px|Nadir Shah e due dei suoi figli]]
I safavidi avevano introdotto lo [[sciismo]] come religione di stato in Persia. Nadir venne probabilmente cresciuto come sciita <ref name="Axworthy p.34">Axworthy p.34</ref> ma successivamente sposò la fede [[sunniti|sunnita]]<ref name="Mattair">{{Cita libro|titolo=Global security watch--Iran: a reference handbook|cognome1=Mattair|nome1=Thomas R.|anno=2008|editore=ABC-CLIO|città=|isbn= 978-0-275-99483-9|p=3|url=https://books.google.com/books?id=Qtmp_2GjVA8C&lpg=PP1&pg=PA3#v=onepage&q&f=false|accesso=24 settembre 2010}}</ref>. Egli credeva che lo sciismo safavide avesse intensificato i conflitti con i sunniti ottomani. Il suo esercito era un misto di sciiti e sunniti (con una minoranza di cristiani) ed includeva [[Qizilbash]], [[uzbechi]], [[pashtun]], cristiani [[georgiani]] ed [[armeni]],<ref>{{Cita web|url=http://m-hosseini.ir/zand/articles-1/30.pdf|titolo=The Army of Nader Shah|accesso=17 dicembre 2014}}</ref><ref>Steven R. Ward. [https://books.google.nl/books?id=MOuVAgAAQBAJ&pg=PA45&lpg=PA45&dq=soldiers+nader+shah+circassians&source=bl&ots=4PftdGVXMA&sig=Kzm_eMUcJ7vDAt39llRcMKdvSJM&hl=nl&sa=X&ei=QKeRVIrUE5Kt7AaWnYHQBQ&ved=0CCUQ6AEwATgK#v=onepage&q=soldiers%20nader%20shah%20circassians&f=false ''Immortal, Updated Edition: A Military History of Iran and Its Armed Forces''] Georgetown University Press, 8 jan. 2014 p 52</ref> oltre ad altre minoranze. Egli era intenzionato a far adottare alla Persia una forma di religione che fosse più accettabile dai sunniti e suggerì che lo stato dovesse adottare quella forma di sciismo chiamata "[[jafarismo]]" in onore del sesto [[imam]] sciita [[Ja'far al-Sadiq]].
 
Egli bandì quindi certe pratiche sciite che erano particolarmente offensive nei confronti dei sunniti come ad esempio la maledizione dei primi tre califfi. Personalmente Nadir si dice che avesse differenti visioni sulla religione ed un gesuita francese che aveva servito la sua persona come medico riportò che era difficile inquadrarlo in una credenza religiosa specifica ma gli amici migliori lo definivano più propriamente un ateo.<ref>Axworthy p.168</ref> Nadir sperava dunque che lo [[jafarismo]] venisse accentato come quinta scuola (''[[mazhab]]'') dell'Islam sunnita e che gli ottomani avrebbero ammesso anche questi fedeli all'annuale pellegrinaggio a [[La Mecca]].
 
Nei successivi negoziati di pace, gli ottomani si rifiutarono di includere i jafaristi come quinta ''mazhab'' ma permisero ai pellegrini persiani comunque di partecipare ai pellegrinaggi. Nadir si dimostrò interessato a mantenere i diritti religiosi dei persiani in particolare per il commercio portato dai pellegrini.<ref name="iranica"/> L'altra speranza primaria di Nadir erano le sue riforme religiose necessarie dal momento che lo sciismo era stato uno dei principali elementi di supporto della dinastia precedente. Egli fece strangolare il [[mullah]] di Persia dopo che questo aveva espresso pieno supporto ai safavidi. Tra le sue riforme vi fu l'introduzione di quello che divenne noto come ''kolah-e Naderi'', un cappello con quattro punte che simboleggiava i primi quattro [[califfo|califfi]].<ref name="This section: Axworthy pp.137–174"/><ref name=iranica>{{cita web|url=http://www.iranicaonline.org/articles/nader-shah|titolo=Nader Shah|accesso=22 marzo 2017}}</ref><ref name="This section: Axworthy pp.137–174"/>
 
Nel 1741, otto mullah musulmani e tre europei oltre a cinque sacerdoti armeni tradussero il corano e i salmi in persiano. La commissione venne supervisionata da [[Mirza Mehdi Khan Astarabadi|Mīrzā Moḥammad Mahdī Khan Monšī]], lo storiografo di corte ed autore di ''Tarikh-e-Jahangoshay-e-Naderi'' (Storia delle guerre di Nadir Shah). Terminata la traduzione venne presentata a Nadir Shah a [[Qazvīn]] nel giugno del 1741, ma egli si disse ad ogni modo poco soddisfatto dell'opera svolta.
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==Note==
{{<references}}/>
 
==Bibliografia==