Mancata difesa di Roma: differenze tra le versioni

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All'alba del 9 settembre 1943, a seguito dell'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] con gli angloamericani, i tedeschi con un lancio di 800 paracadutisti provenienti da [[Foggia]], guidati dal Maggiore [[Walter Gericke]] tentarono la cattura del [[capo di stato maggiore]] dell'esercito [[Mario Roatta]], convinti della sua presenza nel palazzo: egli se ne era invece andato la sera precedente, immediatamente dopo la dichiarazione di armistizio da parte di [[Pietro Badoglio|Badoglio]].<br />
La sede fu contesa strenuamente dai reparti italiani dell'[[Regio Esercito|esercito]] (tra questi i reparti delle divisioni [[10ª Divisione fanteria "Piave"|"Piave"]] e [[13ª Divisione fanteria "Re"|"Re"]] e la [[Gruppo Formazioni "A"#La difesa di Roma|2ª Compagnia d'Assalto araba]]) presenti nelle vicinanze, dai [[carabinieri]] di presidio e anche da cittadini armati intervenuti nel frattempo, e costò ai tedeschi 33 morti e 88 feriti<ref>B. Quarrie, ''German Airborne Divisions: the Mediterranean Theatre, p. 36.</ref> mentre gli italiani ebbero 125 caduti e 145 feriti, tra i quali 14 carabinieri<ref>"Storia & Battaglie", n. 81, giugno 2008.</ref>. Al momento della resa stipulata a Roma i paracadutisti tedeschi, asserragliati nel palazzo da loro conquistato, erano sotto lo stringente assedio delle truppe italiane.<br />
A seguito di questi fatti furono concesse decorazioni a [[Vittorio Premoli]] del [[57º Battaglione "Abruzzi"|57º Reggimento Fanteria "Piave"]] ([[Medaglia d'Oro al Valor Militare]]), al carabiniere Giuseppe Cannata, che dopo strenua difesa di un posto di blocco venne colpito a morte ([[Medaglia d'Argento al Valor Militare]])<ref>Motivazione della MAVM concessa a Giuseppe Cannata da Caltagirone (CT): «Capo servizio presso un posto di blocco con altro compagno attaccava, malgrado la sensibile inferiorità numerica, un reparto di paracadutisti tedeschi disceso nella zona per impadronirsi della località. Nel corso della furiosa lotta che ne seguiva, esaurite le munizioni della propria arma, si portava sul terrazzo di una casa vicina ove col fucile mitragliatore di cui si era impossessato continuava l'impari lotta infliggendo gravi perdite al nemico, finché colpito a morte si abbatteva esanime sull'arma facendo olocausto della sua giovane vita alla Patria. Luminoso esempio di attaccamento al dovere e di cosciente sprezzo del pericolo. (Monterotondo - Villa Frontoni, 9/9/1943)»</ref>, al giovane Ortensi ([[Medaglia d'Argento al Valor Militare]]), al [[tenente]] dei Carabinieri [[Raffaele Vessichelli]] (comandante di gruppo autonomo mobilitato con il compito di difesa e sicurezza del Palazzo Orsini Barberini), al [[maggiore]] Lorenzo Bellin, al [[sergente]] Ettore Minicucci e, all'ufficiale dei carabinieri Fausto Garrone ([[Medaglia di Bronzo al Valor Militare]])<ref>La Voce del Nord Est Romano, 8/10/2008.</ref> e al [[carabiniere]] [[Cesare Tassetto]] ([[Distintivi dell'esercito italiano|Distintivo d'onore ferito in guerra]]).
 
=== Sud di Roma ===